“Siamo una regione piccola e per certi aspetti ancora arretrata – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Lucani in Basilicata, Enrico Sodano – dove basta creare qualche migliaio di posto di lavoro e dare qualche sussidio regionale per accaparrarsi voti e diritto di distruggere la terra lucana. Pensiamo – ha aggiunto – alla questione delle scorie radioattive ai tempi di Berlusconi, alla gestione petrolifica senza royalty a vantaggio di Eni, allo sfruttamento di terre e acque. ‘Acquedotto’, ci chiamano, e mai metafora fu più indicata. Un acquedotto che disseta chiunque, tranne i lucani.
Le proteste non sono mai mancate, ma la popolazione residente in Basilicata è poca, e poco basta per metterla a tacere. Mancano i giovani e mancano gli spazi di mediazione per i tanti laureati che faticano a entrare nel tessuto produttivo e lavorativo. Bisogna – ha concluso Sodano – sopperire presto, e bene, a tali mancanze. La Basilicata ha bisogno di lucani impegnati, non di politici disimpegnati”.