Martedì 19 marzo 2019 alle ore 18 nella sala del Cortile del Museo archeologico di Potenza è in programma la persentazione del libro “Il Signore dei Livelli” di Enrico Sodano.
Enrico Sodano è un democristiano piuttosto insolito. Anzitutto perché dotato di una gioia scanzonata e apparentemente lontana dai vari De Gasperi e Andreotti, vissuta alla stregua di un’infanzia, di una purezza da tramandare di padre in figlio – di “Nome e Cognome”, come riporta il sottotitolo del libro – con la tipica ostinazione dei bambini, appunto, o dei politici, specie quelli di una volta. Un’ostinazione che è fonte di un ulteriore aspetto insolito, perché l’autore conosce così bene i lati oscuri della cosiddetta real politik da arrivare a dire che “il voto oggi è esercizio apparente di democrazia, ma non abbastanza da interiorizzarli e renderli strumenti propri. Saldamente radicato al di qua della morale, Sodano non solo è indifferente al richiamo delle retoriche autoassolutorie in stile “il fine giustificano i mezzi”, ma rigetta quel che il sociologo Edward C. Benfield definì nel 1076 a seguito di uno studio condotto a Montegrano “familismo amorale”. O meglio, a una società che al pari di un “Signore dei livelli” tratta i suoi componenti come figli da allevare e livellare, senza badare alle differenze di ognuno, Sodano contrappone una fitta rete composta di voci dei padri che si mischiano a quelle dei figli e di incotri casuali, voluti dal destino, lo stesso destino che ci vuole clan di qualcuno. Come questo qualcuno, il prossimo, giunga nella nostra vita è tutta un’altra musica, e di musica ne scorre parecchia nel libro. Del resto, dice Sodano, “nessuno le centomila sono i destini che la vita ci presenta. Uno soltanto ci sceglie al tempo giusto”.
E proprio il titolo, spiega l’autore, allude a una “sfida tra il sogno, che sceglie noi, il desiderio che ci rende vulnerabili, il destino che ci rende tutti uguali dinanzi alla ‘livella’, a cui nulla e nessuno sfugge”.
L’unico modo di vincere la sfida è adottare:
“una nostra visione di ‘valore sociale’ che imponiamo alle generazioni, di “nome e cognome”, così da ritagliarci un ‘piano dello scaffale’ dove collocare interessi, amicizie, passioni. Ci concentriamo tutta la vita a credere che sia utile divenire, piuttosto che essere, se stessi. Dimenticando la nostra terra promessa, quella che ci consegnano i nostri genitori. Ecco perché bisogna mettere al centro il valore della libertà quale partecipazione. Solo così si potrà vivere e rendere il presente la strada della terra promessa che consegnamo ai figli”.
Recensione di Paolo Albano, Presidente Associazione Letti di Sera: “Noi non ci fermeremo perché c’è il nostro cammino da compiere. Ecco il cuore del libro di Enrico Sodano. Ognuno di noi , dai primi passi, ha in consegna una strada ed un cammino da fare. Differente. Per questo non dobbiamo fermarci, per questo bisogna soccorrere chi non vuole farlo o chi non ha alcun desiderio di rintracciare le forze per farlo. E aumenta la responsabilità di testimoniare quella presenza attiva senza la quale una comunità non si prende per mano per compiere il suo cammino”.
Avv. Annamaria Pace Presidente A.N.F.I. Associazione nazionale familiaristi italiani Sezione Basilicata: “La festa del papà ed il libro di Sodano? Un matrimonio perfetto. Intanto lo scrittore dedica il suo libro al padre, dimostrando di riconoscergli dei meriti, evidentemente anche per la capacità che ha di cercare nelle emozioni, comprese quelle che suscita anche la canzone più spensierata, il significato vero della vita. Valori come quelli dell’amicizia, della condivisione, sono pienamente interiorizzati, tanto che lo scrittore non solo li trasmette al lettore, ma in primis ne pervade i suoi figli. Sodano mostra di avere ben chiara l’ importanza del ruolo del padre nella vita dei figli e di comprenderne la valenza educativa. La fierezza del padre viene fuori quando il piccolo viaggiatore lucano scrive ‘i soldi non rendono la felicità’ e ‘la mia terra ha tante bellezze come gli amici’. Sodano si mostra come valido scrittore, ma soprattutto come un buon padre. Nella giornata dedicata alla festa del papà vale la pena ricordare che tanti altri buoni padri, oggi padri separati, rivendicano sempre con maggiore forza il diritto dovere di contribuire alla crescita dei propri figli. Riconoscere la bigenitorialità appartiene ad uno dei valori fondamentali del genere umano”.
Michele Albanese, Direttore Generale Banca Monte Pruno: “Lieti di condividere questo ulteriore step di crescita di un socio ed amico come Enrico, attraverso un appuntamento culturale, come sempre, di valore. È nota la volontà della Banca Monte Pruno di supportare la cultura nella società perché siamo convinti che il miglioramento delle nostre realtà passi per la diffusione delle diverse forme di cultura, proprio come la lettura e proprio come Enrico, nel tempo, ha saputo fare con qualità e professionalità”.
Demba Sissoko, 18 anni, ospite dello Sprar Provincia Pz, titolare di protezione umanitaria: “Il luogo dove nasci e cresci è la tua terra, è un posto speciale, un piccolo mondo perfetto, quello che vedi per primo e ami. Ne conosci ogni suono e ogni profumo, ogni cosa parla il tuo stesso linguaggio e tu lo comprendi perché ti appartiene; è un mondo che ti protegge e ti rassicura. Ancora non sai che, oltre l’’orizzonte, ci sono altri paesi, città, strade, fiumi. Molte cose non sapevo prima di iniziare il mio viaggio. Questo viaggio mi ha portato in Basilicata, a Rionero in Vulture, dove insieme ad altri ragazzi abbiamo iniziato a frequentare la scuola, il teatro ed ho perfino iniziato a giocare a calcio. Adesso, non so cosa mi aspetta, ho tanti amici e sono felice, ma una cosa è certa ovvero in qualsiasi luogo sarò, in qualsiasi posto mi troverò, terrò stretti i miei sogni e il ricordo di una madre che per proteggere il suo cucciolo ha preferito lasciarlo andare. Questo libro è per me una sorte di strana coincidenza. Incontro Enrico durante il suo spettacolo , Generazioni Passaparola, collegato al primo libro, inizio ad esserne parte e sento il suo affetto profondo. L’amicizia quale valore. Così ho deciso di esserne parte del libro per trasmettere questo amore nelle pagine di un testo che è per me, come per l’autore, una testimonianza di civiltà, amore ed integrazione, unica possibilità per vivere nel mondo globale, rispettandosi e credendo sempre che si sia parte di una stessa ‘livella’ che proprionil destino disegna e assegna come scrive Enrico”.
Lorenzo Giuseppe Sodano, figlio di Enrico, 10 anni
“La lettura è sempre stata per me una passione. Leggo giornalini e libri con frequenza perché mi incuriosisce il mondo del libro. Amo le biblioteche, le librerie. Vorrei fare da grande lo scrittore. È la mia partecipazione una cosa bellissima nel libro scritto del mio papà. Da grande spero di riuscire ad ospitare io il mio papà all’interno del mio libro. Sono felice di aver parlato della mia terra, in cui spero di diventare grande e di realizzare il mio sogno”.