Riceviamo e pubblichiamo un appello di associazioni, gruppi e movimenti ai candidati consigliere di Pisticci per le prossime Regionali. Per evitare l’astensionismo e con l’obiettivo di un dibattito calibrato su alcune emergenze in tema di salute, ambiente e tutela del lavoro/sviluppo sostenibile. Registro tumori e studi epidemiologici. Aeroporto, Sin, Ecobas e pozzi ENI: Piano dei lidi, piano dell’aria e piano dei rifiuti. Dissesto idrogeologico. E sistema della analisi ARPAB. Per un confronto sereno su programmi sinceri e reali in questa ultima settimana che precede le elezioni.
Il prossimo 24 marzo il popolo lucano sarà chiamato ad eleggere il nuovo governatore della Regione e i relativi consiglieri.
In qualità di associazioni, gruppi e movimenti, da più anni attivi sul territorio di Pisticci ed impegnati sul fronte della tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro, proponiamo alcuni spunti condivisi, affinché essi possano fungere stimolo per il dibattito pubblico.
Di fronte alla tentazione dell’astensionismo e del disinteresse, è necessaria e urgente la presenza e la partecipazione attiva e responsabile a questo appuntamento elettorale attraverso l’espressione consapevole del proprio voto. Il nostro augurio è che il confronto tra i candidati sia il più sereno possibile e non “gridato”, su programmi ben articolati, sinceri e reali.
In un contesto di spopolamento generale e di emigrazione diffusa, con le nuove emergenti povertà, è da ritenersi nevralgico il tema ambientale legato alle questioni della tutela della salute e del lavoro per una nuova economia sostenibile.
Per tutte queste ragioni, vogliamo evidenziare alcune tra le principali urgenze sulle quali auspichiamo che si concentri il dibattito politico in quest’ultima settimana che precede le elezioni.
1) Profilo sanitario: registro tumori e studi epidemiologici
È auspicabile che il registro tumori sia certificato e aggiornato secondo le linee guida nazionali. Sono necessarie accurate indagini epidemiologiche che, sulla scia del più recente studio SENTIERI, definiscano le correlazioni fra l’inquinamento e la salute umana. I nuovi dati dello studio nazionale riguardano l’analisi, per il periodo 2006-2013, del profilo di salute delle popolazioni che risiedono sui SIN, tra cui la Valbasento, e che include l’incidenza dei tumori e delle anomalie congenite. I dati segnalano un eccesso di mortalità e di incidenza tumorale. Lo studio mostra alcune criticità anche nel profilo di salute di bambini e giovani.
A tal proposito, risulta essere di particolare interesse la legge nazionale approvata lo scorso 12/03/2019 con la quale viene istituita la rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza dei sistemi sanitari regionali, identificati per ciascuna regione. Altra grande innovazione nazionale è data dall’istituzione del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione con particolare attenzione alle aree più critiche del territorio nazionale. Su queste linee dovrebbe allinearsi la programmazione regionale, chiedendo a livello centrale che sia esteso anche all’area SIN della Valbasentoil protocollo pensato per la Terra dei Fuochi.
2) Zona industriale Valbasento: Aeroporto, SIN, Ecobas, Pozzi Eni
I ritardi e le inadempienze della Regione Basilicata in merito alla bonifica non possono più essere tollerati. Occorre necessariamente e urgentemente dare seguito alle azioni intraprese, in quanto il diritto primario alla salute, le opportunità di nuovi insediamenti e il rilancio delle attività proprie del territorio (turismo e agricoltura) sono oramai incompatibili con la presenza ingombrante di un sito industriale così fortemente inquinato, con il quale sono costretti a convivere in primis gli abitanti del quartiere residenziale di Pisticci Scalo. È fondamentale insistere su temi innovativi che si rifanno alla cosiddetta economia circolare e alla Blue Economy. È inoltre importante puntare sulla bonifica e riqualificazione della Pista Mattei quale aeroporto, del quale la Regione Basilicata è ancora sprovvista e che potrebbe rappresentare un volano di rilancio per nuove economie industriali, agricole e turistiche, oltre che ridare dignità ad un’area dal forte potenziale, superando finalmente le criticità connesse al SIN, alla caratterizzazione ed alla bonifica.
In un tale quadro e con la speranza di queste nuove prospettive, non si può non parlare dell’impianto TecnoparcoValbasento. La Regione Basilicata, in quanto socia al 40% dell’impianto Tecnoparco (tramite il Consorzio di Sviluppo Industriale di Matera), è chiamata a pensare a nuove ipotesi di sviluppo dell’area che non contemplino più l’esercizio di attività impattanti per la salute e per l’ambiente, garantendo così sia il benessere sociale che il lavoro. In una costante contraddizione derivante dalla coesistenza di controllato e controllore nella stessa compagine societaria, la Regione Basilicata è anche chiamata a comprendere il reale valore della sua presenza in qualità di socio all’interno di una realtà industriale che non guarda al futuro dell’area, ma fa del suo core business il trattamento dei reflui e dei rifiuti industriali, in particolare di quelli provenienti da zone esterne alla Valbasento stessa.
In questo momento, anche di fronte al dubbio, è logico fermarsi. In tal senso si inserisce quel più volte invocato “Principio di Precauzione”, che l’Unione Europea indica come strategia di gestione del rischio nel caso in cui si evidenzino indicazioni di effetti negativi sull’ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante, anche quando i dati disponibili non consentano la valutazione completa e conclusiva del rischio.
Non si sa, poi, con chiarezza qual è l’impatto ambientale dei numerosi pozzi ENI presenti in Valbasento e quali sono i dati reali sull’inquinamento del torrente Salandrella. Preoccupanti sono, inoltre, le analisi pubblicate lo scorso anno da Arpab e relative alle acque di falda di contrada Pantone, a Pisticci, nei pressi della discarica Ecobas. Pochi e insufficienti i controlli, da parte di ASL e ARPAB, sui prodotti alimentari provenienti dalla Valbasento e, in particolare, dalle zone più a ridosso dell’area SIN, nella quale vige, tra l’altro, il divieto di attingibilità dalle acque del fiume Basento.
3) Pianificazione: Piano dei Lidi – Piano dell’aria – Piano dei rifiuti
È necessario che la pianificazione sia attenta al territorio e che guardi alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale, naturalistico e paesaggistico. Biodiversità e habitat, del resto, si presentano spesso intatti e rispetto alla loro conservazione e valorizzazione (non solo a scopi turistici ma anche di ricerca e divulgazione scientifica), gli strumenti di pianificazione di competenza regionale dovranno esprimere le migliori strategie: paesaggio, acque, aria, lidi e costa, zone rurali, aree protette. Per il territorio di Pisticci irrisolta è ancora la questione relativa al Piano dei Lidi che rimane lo strumento dal quale passerà l’idea di futuro dell’area.
L’assenza di depuratori per gli scarichi urbani rappresenta una questione importantissima alla quale è legata la qualità delle acque superficiali e sotterranee e di conseguenza delle acque di balneazione del litorale, una delle principali attrattive turistiche nel periodo estivo.
Gli odori molesti costituiscono uno dei più rilevanti aspetti negativi di impatto ambientale degli impianti industriali, in primis quelli di trattamento e smaltimento dei rifiuti, essendo causa di indubbio e persistente fastidio per la popolazione residente nei pressi. La definizione dei limiti normativi delle emissioni costituisce un problema irrisolto per la Valbasento. Si richiede, pertanto, un piano di monitoraggio della tutela della qualità dell’aria, così come adottato per la Val d’Agri.
Per quanto riguarda il tema dei rifiuti, fondamentale importanza riveste la disciplina di un completo e attento PRGR (Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti) che, se rispettato totalmente, porterebbe notevoli miglioramenti nel ciclo dei rifiuti regionale e che, vista la strategia “Rifiuti Zero” e “Discarica Zero”, dovrebbe aiutare la stessa Regione a sanzionare i Comuni che non raggiungono gli obiettivi minimi previsti di Raccolta Differenziata (65% al 2012) ed a premiare invece chi riesce a raggiungere o addirittura superare tale soglia.Sono necessarie politiche di accompagnamento ai Comuni per ottimizzare il ciclo dei rifiuti, abbandonando il sistema delle discariche ed adottando i migliori strumenti tecnologici e pratiche di sostenibilità.
4) Dissesto idrogeologico
Difficile la convivenza con il rischio idrogeologico incombente: alluvioni e frane rappresentano gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e degli eventi naturali su un territorio che non è più in grado di sostenersi. La fragilità del territorio porta, con l’abbandono, come effetto principale lo spopolamento. La Basilicata è una regione martoriata dal dissesto idrogeologico, con un territorio indubbiamente fragile. Le aree ad elevata criticità per alluvioni e frane rappresentano una percentuale elevata. Su 131 Comuni, ben 128 sono a Rischio Idrogeologico (dati AdB) e, di questi, 11 sono a trasferimento totale e 8 a trasferimento parziale. Fino a qualche tempo fa, dei Comuni a trasferimento parziale faceva parte anche Pisticci. Grazie al D.P.G.R. n.306 del 22/10/2014, è stato eliminato il vincolo imposto dal D.P.R. n.1568 del 1960 e dal D.P.R. n.1096 del 1968, rimettendo alla potestà del Sindaco e del Consiglio Comunale la tutela e l’uso di questa parte del territorio.
Nell’autunno del 2017 la Regione Basilicata, per far fronte agli eventi verificatisi dal 2011 al 2015, presentò il “Piano degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico”, che prevedeva la realizzazione di 385 progetti (93 dei quali da realizzare subito) con un fabbisogno complessivo di circa 560 milioni di euro.Tra questi rientra a pieno titolo anche Pisticci.
Ci chiediamo a che punto è l’attuazione di tali progetti. E, nello stesso tempo, considerando lo stato attuale del territorio e gli studi geologici pregressi, chiediamo che vengano attuate misure urgenti, nella consapevolezza che non ci può essere sviluppo o rigenerazione di un territorio se a questo non si garantisce la stabilità e l’integrità.
5) ARPAB: sistema delle analisi
In una fase di totale sfiducia da parte del territorio nei confronti dei soggetti pubblici deputati al controllo, è necessaria una maggiore vigilanza e controllo. È auspicabile, in tal senso, che l’ARPAB sia dotata di tutti i poteri necessari all’efficacia e all’efficienza della sua azione. Il monitoraggio delle matrici ambientali avvenga con l’utilizzo delle migliori strumentazioni e sia funzionale non ad obiettivi politici, come le recenti vicende giudiziarie hanno dimostrato, ma al raggiungimento di standard di qualità che diano fiducia e benessere ai cittadini. È opportuno che si realizzi un positivo rapporto di fiducia tra il cittadino e le istituzioni anche attraverso una efficace divulgazione dei risultati ottenuti ed un concreto coinvolgimento delle associazioni, affinché esse non siano indotte ad intraprendere percorsi autonomi di ricerca della verità.
Appello condiviso dalle seguenti associazioni:
Act in Circus, Aido Pisticci-Marconia, Anspi Pisticci, Aps 4.0, Ce.C.A.M., Centro Studi Gymnasium,Emanuele 11 e 72, La Pacchianella, LucanaMente lab, Movimento Azzurro eco-sezione Murge, Pro Loco Pisticci, UniTre Marconia