L’associazione Aps Adamo in una nota contesta il manifesto pubblicitario della Feltrinelli in cui si vede un bimbo sulle spalle del padre che ridendo dice “Io comunque preferisco la mamma!”. Di seguito la nota integrale.
Aps Adamo: “La Feltrinelli non gradisce i papà…”
Quando abbiamo visto la fotografia del manifesto pubblicitario della Feltrinelli abbiamo immediatamente pensato alla classica fake new buttata lì per far cagnara. Purtroppo poi abbiamo appreso che quell’immagine (un bimbo sulle spalle del padre che ridendo dice “Io comunque preferisco la mamma!”) è reale e campeggia in tutte le librerie della catena per reclamizzare, paradossalmente e beffardamente, una promozione per la festa del papà.
Che la sinistra non vedesse di buon occhio la figura paterna è cosa piuttosto nota ed innegabile ma stupisce e spiace che una prestigiosa casa editrice che ha contribuito tanto al progresso culturale della nazione abbia ceduto alla tentazione di cavalcare l’onda di un odio immotivato ed incomprensibile. L’ironia non irrita nessuno, tantomeno noi papà, abituati da sempre ad improvvisarci clown e saltimbanchi per il sorriso dei nostri figli, ma quella rappresentazione stilizzata ferisce perché si coglie per l’ennesima volta l’astio di una guerra tra sessi che nessuno di noi ha mai dichiarato. E ferisce doppiamente tutti quei padri separati che domani non potranno abbracciare i propri figli, ascoltare le filastrocche che con tanto amore hanno imparato, passeggiare nel parco mano nella mano, condividere una fetta di torta (magari preparata insieme) e un bicchiere di gassosa.
È evidente che alla Feltrinelli gradiscono solo le mamme come acquirenti… pazienza… ce ne faremo una ragione.
Ma, per favore, ci venga risparmiata almeno per una volta la presa in giro dell’ironia. Perché mai (e giustamente) un manifesto di questo genere sarebbe stato proposto a ruoli invertiti per la festa della mamma. E nella fantascientifica ipotesi che tale infelice idea (perché sarebbe stata una cosa davvero oltraggiosa) fosse stata posta in essere, immaginiamo le urla di piazze gremite di femministe di ogni età (per una volta motivati…), le interrogazioni parlamentari, le campagne di boicottaggio, i cartelli di insulti contro Pillon e la famiglia tradizionale (che non avrebbero avuto nulla a che fare ma tanto per andare sul sicuro…).
Volendo fare un po’ di ironia, a questo punto, non possiamo che porre qualche domanda: “Ma la sinistra (e la Feltrinelli è notoriamente un’icona culturale di quell’area politica) non era per il superamento dei reazionari e destrorsi schematismi dei ruoli della famiglia patriarcale? Il genere non era solo un fatto culturale? Perché il bambino dice di preferire la “mamma”? Il politicamente corretto non imporrebbe l’uso della locuzione “genitore 1 (o 2)?”
Purtroppo è così… per alcuni il papà non esiste ma può essere riesumato per essere insultato. Anche perché dobbiamo riconoscere che (parafrasando la Finocchiaro) dire “Tutti i genitori 1 sono pezzi di merda” non è molto efficace e presta il fianco a qualche dubbio…
Con il consueto e amareggiato sorriso sulle labbra, l’Associazione ADAMO prende atto per l’ennesima volta di come certa cultura e certa politica abbia deciso di distruggere la figura paterna e con forza ribadisce la propria contrarietà a certe derive ideologiche: piaccia o meno, un padre rimarrà sempre tale e ciascuno di noi non pretende di essere preferito alla madre. Queste idiozie le lasciamo ad altri. A noi basta la certezza che nessun brutto manifesto potrà mai cancellare che i nostri figli ci amano. E che noi preferiremo sempre loro a chiunque altro.