Caterina Rotondaro (consigliera regionale Avanti Basilicata): «La disabilità è un mondo di risorse e insegnamenti. Non relegare le politiche per le persone in aree residuali”.
«La disabilità non è una condizione privata, coinvolge le responsabilità della collettività tutta, delle istituzioni, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, i settori dell’industria e dell’imprenditoria. Impegnarsi per costruire opportunità di interventi, di crescita e di inclusione è un dovere civico necessario da assumere. Le politiche per le persone devono rappresentare priorità e non essere sempre relegate in aree residuali di attenzione». Lo dichiara Caterina Rotondaro, psicologa e psicoterapeuta, candidata nella lista di centrosinistra “Avanti Basilicata” della provincia di Matera alle elezioni regionali del 24 marzo. «La disabilità – prosegue Rotondaro – non conosce genere, età, colore di pelle, stato sociale, cultura e religione. La persona con disabilità è un individuo con forti appartenenze familiari, sociali ed istituzionali; è sempre e prima di tutto una persona, con la sua “anima” e il suo “corpo”, con la sua personalità e la sua sensibilità a cui si accompagnano piccole, medie o grandi difficoltà che sono fortemente condizionate e correlate con la comunità ed il contesto ambientale in cui si vive il proprio quotidiano, elementi fondamentali nel processo adattivo e pertanto in grado di ridurre od incrementare le barriere che ostacolano processi dell’autonomia e dell’inclusione. La condizione, comune denominatore delle persone con disabilità è la sofferenza personale, familiare e le difficoltà, i disagi correlati alla gestione del complesso sistema dei bisogni. La disabilità ha un “ciclo vitale” che inizia con la fase della diagnosi e prosegue con tutte le successive fasi del processo “del prendersi cura” della persona, bambino/a, adolescente, giovane o adulto. Tante ed importanti sono le realizzate conquiste sociali, culturali e normative in favore delle persone con disabilità, come conferma anche Anna Maria Colangelo, referente per Matera e provincia del Coordinamento Sanitario delle Volontariato; se si guarda ad un passato ormai lontano e remoto si può affermare di aver superato tanti ed insopportabili pregiudizi nei confronti delle persone che per anni hanno determinato forme di isolamento ed esclusione sociale. Tante sono state le battaglie delle famiglie affinché quanto enunciato dalle norme si traducesse in azione concreta per garantire l’esigibilità dei diritti delle persone con disabilità: diritto alla salute, diritto all’assistenza, diritto all’istruzione, diritto all’inclusione lavorativa, diritto alla mobilità, diritto all’esperire gli aspetti ludici della vita, diritto alla dignità. Il processo del prendersi cura, differentemente complesso in relazione all’intensità della disabilità presente, che si avvia con la fase della diagnosi, impone responsabilità e risposte ai bisogni presenti non solo familiari, ma sociali e soprattutto istituzionali. La sussidiarietà in tale tipologia di difficoltà diventa un principio fondamentale poiché le necessità presenti sono molte ed estremamente differenziate. Un grande plauso è da rivolgere, negli ultimi anni soprattutto alle “aggregazioni sociali” (organizzazioni del terzo settore), che nascendo dalla spontanea attenzione della gente, hanno contribuito a creare importanti reti di protezione, di supporto ed assistenza, differenziata. Le persone con disabilità devono essere accompagnate nelle varie fasi della loro vita; tale accompagnamento si realizza con l’organizzazione di servizi che devono essere dedicati e strutturati in funzione delle esigenze presenti. L’integrazione nel contesto scolastico nell’infanzia e durante l’adolescenza, l’inclusione in contesti di socializzazione e riabilitazione sociale, l’inclusione nei processi lavorativi, l’assistenza presso il proprio contesto familiare, l’assistenza in contesti residenziali extrafamiliari (appartamenti protetti, comunità riabilitative, strutture del “Dopo di noi”), rappresentano azioni ed interventi, alcuni da implementare laddove presenti e tanti ancora da costruire. All’interno di una comunità, le fragilità e le vulnerabilità necessitano di una attenzione ed una presa in carico “collettiva” in cui ognuno dei soggetti istituzionali, del terzo settore, nonché singoli cittadini coinvolti possa rendere disponibile le proprie specifiche competenze. Il mondo della disabilità non rappresenta solo un mondo a cui dare ed a cui fornire risposte, è un mondo di risorse, di esperienze, di insegnamenti e di sentimenti di altruismo. E’ necessaria la costruzione di comunità accessibili ed accoglienti in cui si possano vivere le risorse e le potenzialità di ogni persona anche con la propria disabilità, condizione che può rappresentare una significativa e preziosa risorsa per la nostra collettività. Tantissimo è il lavoro da fare, tantissima è l’attenzione da dedicare alle persone con disabilità per meglio orientare le politiche di intervento che non devono focalizzare soltanto i bisogni assistenziali, seppur fondamentali e necessari, ma soprattutto i bisogni di inclusione, processo che oltrepassa l’integrazione.