Sono più di trenta anni che il circolo Legambiente di Matera tenta periodicamente di far ragionare gli amministratori sulle conseguenze nefaste di una cattiva gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Città.
Siamo stati capaci di realizzare nella seconda metà degli anni ‘80 dello scorso millennio un grande impianto di compostaggio e, mai da allora, nessuna amministrazione è riuscita far uscire un solo kilogrammo di compost decente.
In trenta anni si è alterato profondamente il paesaggio e la stessa biologia del territorio tra LaMartella e le Matinelle.
Si sono scavate profonde ed immense buche, si sono alzate oscene colline, si è avvelenato il suolo e la falda, si diffondono ozono e mille veleni in atmosfera ed intanto aumenta sempre più questo schifo mentre si sono spesi molti milioni di euro.
Mai nessuna amministratore ha avuto l’ardire di ascoltare e provare a mettere in pratica il punto di vista degli ambientalisti; si sono SEMPRE privilegiati i tecnici, le imprese, gli esperti del settore;
la attuale realtà è che l’altopiano di monnezza realizzato a La Martella è un sarcofago mortale e lo sarà per molti secoli a venire.
Legambiente chiede che si lanci un grande concorso internazionale che abbia per tema la rimozione di tutti i rifiuti accumulati nei decenni, la loro inertizzazione e riutilizzo escludendo assolutamente la funzione di combustibile; il restauro ambientale, lo smantellamento del sito industriale (sic!) ed il ritorno a campi coltivabili.
Un concorso che sappia selezionare le posizioni culturali e tecniche più avanzate e che sappia restituire suolo falda ed aria pulite alla Comunità ed al futuro.
Sulla gestione del sistema di raccolta e smaltimento in atto in Città, del quale conosciamo e sopportiamo da quasi15 anni limiti, deficienze, conseguenze nefaste, Legambiente ritiene che: debba trovarsi il sistema di rivedere i contenuti del capitolato di appalto (riferito a tutto il SUB-ambito1) elaborato ormai cinque anni fa ed impermeabile alle nostre sollecitazioni, che la impresa che andrà a gestire il servizio lo faccia dalle più avanzate posizioni ambientaliste ed ecologiche e cioè:
1. Campagne comunitarie, di quartiere, scolastiche di educazione e formazione dei Cittadini sulla personale responsabilità sull’utilizzo delle merci e verso il sistema “rifiuti”.
2. Matera plastic free. Una stretta campagna di liberazione dalle plastiche monouso, a partire dalle scuole e dagli esercizi pubblici e che nel tempo di un anno riduca dal 20 al 2,00% la plastica monouso raccolta e smaltita in Città.
3. Sistemi mobili multimateriali presidiati, che siano vere isole ecologiche, con sistema di conferimento controllato e premiale sulla tariffa/tassa.
4. Controllo “popolare” della fase finale di smaltimento utile di tutte le merci riutilizzabili e recuperabili. Ogni mese rendicontazione pubblica di quanto incassato dalla vendita di metalli, vetro, carta, plastiche pluriuso e di tutto il recuperabile, suo utilizzo per attività di “restauro ambientale”.
5. Controllo manuale e visivo dello smaltimento a valle delle raccolte indifferenziate al fine di ottimizzare il recuperabile e di ridurre il residuo non più recuperabile e/o riutilizzabile a meno del 5% e quindi di non avere volumi e pesi “interessanti”per gli inceneritori.
6. Impianti aperti sempre e per tutti. Tutti i luoghi di “trattamento” delle merci dovranno essere SEMPRE in sicurezza per gli operatori e per i Cittadini negli orari di lavoro (con solo contingentamento tecnico).
Se non verranno assunte dalla Amministrazione queste nostre sollecitazioni purtroppo il sistema oggi appaltato non sembra avere alcuna prospettiva reale di modificazione del ciclo.
Avremo, nei primi mesi di nuova gestione (forse in autunno), alcuni pallidi segnali di miglioramento fittizio, ma ben sappiamo che l’andazzo generale continuerà ad essere quello che prevede prevalentemente di massimizzare gli utili per la impresa e di non saper guardare al futuro.
Legambiente chiede di essere ascoltata su queste sue proposte e di verificare una reale disponibilità ad uscire dall’attuale tunnel nero della monnezza velenosa.
Resto interdetto nel leggere, come si fa a scrivere certe corbellerie!
I controlli di cui al punto 4 e 5 ci sono, sono previsti per legge. I rifiuti si muovono con Fir- foglio identificativo rifiuti o MUD- Modello unico di identificazione ambientale- .
La Regione Basilicata insieme a molte altre Regioni, noi in ritardo per la verità, abbiamo adottato la procedura O.R.S.O.- Osservatorio Rifiuti SOvraregionale- è un sistema elettronico crociato-( dgr 1163 del 3-11-17)- che va oltre il catasto rifiuti- un sistema di rilevazione gestito in Basilicata da Arpab ed a livello nazionale di ISPRA. Il catasto rifiuti non ha crociature e vengono immessi i dati forniti dai gestori salvo incongruenze palesi . Per questo motivo il Comune di Matera dichiarava di avere una differenziata pari al 30% oggi siamo scesi al 17,5%, quello reale , perche c’è la crociatura :http://rsdi.regione.basilicata.it/sitprgr/views/tab0.xhtml ,
nel link vi è una esposizione molto chiara.
E’ diminuita anche la quantità dei rifiuti trattati per il 2017 siamo scesi a 25.972 tonn. mentre si è sempre parlato di circa 30 mila tonn. annue trattate e pagate, nel calcolo TARI , per tale quantità. Questa volta nel PEF- Piano economico e finanziario della gestione rifiuti- che andrà in consiglio le quantità sono abbastanza prossime a quelle reali ed anche l’indicazione di percentuale di raccolta differenziata- sempre schifosa-. E’ un PEF, comunque, che non sta né in cielo né in terra perchè il dirigente addetto all’ambiente non ha capito o non sa cosa accadrà nel futuro prossimo circa la gestione dei rifiuti in città ed alla piattaforma per il trattamento dei rifiuti.
Punto 6: impianto aperto………anche l’altiforno dell’Ilva lo vogliamo aperto salvo, poi, che qualcuno ci cade dentro!!!!!!!!!!!!!!!!!! La piattaforma che tratta rifiuti è un impianto industriale e per accedevi occorre rispettare certi modi comportamentali rivenienti da formazione professionale. Lo scorso anno in un impianto per il trattamento rifiuti in Basilicata si verificarono due incidenti sul lavoro di cui uno mortale, che piaccia o meno quegli impianti non sono le giostrine per far divertire i bambini.
Il punto 1 : la campagna di sensibilizzazione è necessaria e ci sarà ed è per questo che Matera non è stata commissariata anche per la gestione della raccolta differenziata; un commissario ha difficoltà ad ingenerare la sensibilizzazione popolare,senza comunicazione non si va avanti ed è anche prevista nel prezzo che andremo a pagare.
Punto 2 e 3 sono esternazioni di fantasia perchè il sistema di gestione dei rifiuti può dare sfogo, onestamente, alla fantasia salvo vedere se la cosa funziona o meno. Non mi addentro perchè anche io, ogni tanto, faccio viaggiare la fantasia.
Per finire e per non farla lunga, le cavolate circa la chiusura della discarica sono tutte compendiate nell’AIA concessa con dgr 134 del 14-2-19. Finalmente in Basilicata vi è un AIA scritta bene e chiara, alla stesura della stessa si sono dedicati l’ufficio regionale preposto ed uno studio tecnico di rilevanza internazionale e che lavora quotidianamente con la magistratura. Ovviamente tutti i progetti redatti dal Comune di Matera a partire dal 2011 per ottenere l’AIA, credo siano stati 5, sono serviti solo a foraggiare studi professionali locali. Sulla materia non manca la chicca nel PEF quando si fa riferimento al progetto presentato dal comune di Matera nel Settembre del 2016, l’ultimo, e che è finito anche esso nel caminetto per alimentare il fuoco.