“Continua il periodo di flessione produttiva del comparto automotive che interessa la FCA di Melfi e le aziende dell’indotto, con negative ripercussioni anche sul reddito, e quindi sul potere di acquisto dei lavoratori dell’area costretti a subire riduzioni di paga per effetto del ricorso, da parte delle aziende, a strumenti di integrazione salariale”. È quanto affermano Francesco Iannielli e Giuseppe Martino, rispettivamente segretari generali della Filctem CGIL Potenza e della Uiltec UIL Basilicata.
“Il tema è stato affrontato ieri 25 marzo in Confindustria a Potenza in sede di esame congiunto per la richiesta di cassa integrazione ordinaria (CIGO) avanzata dall’azienda Plasticform s.r.l., azienda dell’indotto FCA appunto, operante nell’area industriale di San Nicola di Melfi.
Nell’esprimere preoccupazione in merito alla situazione produttiva che vede il ricorso alla CIGO in maniera continuativa da ottobre 2018 – dichiarano Iannielli e Martino – abbiamo espressamente chiesto alla Plasticform s.r.l., nel rispetto delle norme vigenti in materia e delle prassi in atto tra le aziende dell’area, contrariamente a quanto fatto fino ad oggi dall’azienda, di procedere alla corresponsione ai lavoratori della quota mensile dell’integrazione salariale nei mesi di competenza.
In assenza della richiesta dell’azienda di pagamento diretto della CIGO da parte dell’INPS – concludono – è inaccettabile che i lavoratori debbano subire, oltre alla riduzione di salario relativa al ricorso agli ammortizzatori sociali, anche il mancato pagamento anticipato della quota di cassa integrazione spettante, con conseguenti difficoltà ad affrontare gli impegni e le spese quotidiane”.