Il segretario regionale USPP Ugl Puglia e Basilicata, Vito Messina, illustra le questioni alla base dello stato di agitazione dopo aver assistito ad un atto a dir poco vessatorio che si sta compiendo a danno della Polizia Penitenziaria in stanza presso il complesso penitenziario potentino. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“I Poliziotti Penitenziari, dopo aver lavorato per 20 anni in condizioni sovrumane per una serie di ragioni che ci ha visto unici protagonisti di svariate atti di proteste. Ricordo la dura battaglia che è stata intrapresa, soprattutto dall’USPP Ugl, circa un anno fa, per chiedere l’avvio lavori di ristrutturazione di un settore interno al complesso penitenziario di Potenza, non più idonea, sia per il personale che per gli utenti.
Quando il personale che si era illuso che l’amministrazione avrebbe garantito i turni previsti dall’accordo quadro nazionale questo non è avvenuto.
Inoltre la maggior parte dei dipendenti ha ancora da fruire svariate giornate di ferie, non godute negli anni passate, per la mancata concessione, con ammontare a circa diecimila giornate.
Vi è da evidenziare che sono diverse le unità di Polizia Penitenziaria che hanno un’età anagrafica molto datata, anche come anzianità di servizio; diverse sono le unità di Polizia Penitenziaria hanno problemi di salute e quindi non possono essere abilitati ai servizi operativi, come ce sono tanti che accudiscono familiari diversamente abili.
Tutto questo è stato ben rappresentato al Provveditore Regionale D.A.P. in data 10 gennaio 2019 nella sede della Casa Circondariale di Potenza.
In data 19 febbraio 2019 alla scorta di quanto emerso nell’incontro precitato è stata esaminata e sottoscritta dalla nostra sigla sindacale una proposta di revisione del Protocollo d’Intesa Locale per la Casa Circondariale di Potenza.
In data 19 marzo è giunta una missiva all’indirizzo della scrivente che informava il personale di Polizia Penitenziaria di sopperire alle richieste di supporto della Casa Circondariale di Matera, nota che evidentemente non tiene conto del Protocollo d’Intesa Locale sottoscritto il 19 febbraio scorso in cui è evidente che non verranno rispettati quei diritti basilari, soggettivi a cospetto di quel personale del comparto sicurezza, che andava lodato per l’alto attaccamento al dovere che ha sempre mostrato e che ha lavorato in condizioni da terzo mondo.
Alla scorta di tutto ciò risulta che il personale non abbia fornito alcuna disponibilità a tale opera.
In data 26 marzo 2019, è stata indetta un’assemblea sindacale richiesta alla scrivente dal personale, alla quale ha aderito la maggior parte del personale libero dal servizio, che ha manifestato a muso duro di avviare tutte le procedure finalizzate alla loro tutela. E’ stato ribadito che nessuno si deve spostare dalla Casa Circondariale, se non vengano garantiti i diritti soggettivi e l’intenzione di scendere in piazza autonomamente, qualora il sindacato non sarà al loro fianco.
Sulla base di quanto dichiarato e considerata la situazione attuale si annuncia lo stato di agitazione, con la concreta possibilità di scendere in piazza attraverso i mezzi consentiti alla categoria, a brevissimo tempo.