Crescono i tentativi di imitazione e contraffazione dei prodotti agroalimentari, specie quelli certificati con marchio Dop e Igp, e la ricerca studia le contromisure: una “carta di identità genetica” del prodotto, in grado di certificarne e garantirne l’autenticità. E’ questo lo scopo del progetto su “Cartografia molecolare e genetica dei prodotti agroalimentari del Parco nazionale del Pollino”, realizzato dal Centro ricerche Metapontum Agrobios dell’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, insieme all’Università degli studi della Basilicata.
I primi risultati di questo studio, condotto sul Peperone di Senise Igp, sulla farina Carosella del Pollino, sui fagioli di Rotonda Dop (bianco e tondino) e sulla Melanzana rossa di Rotonda Dop, saranno illustrati lunedì 1 aprile a Rotonda dalle ore 10 nel corso di un incontro tecnico in programma nell’Azienda Agricola Sperimentale dimostrativa “Pollino” dell’Alsia.
Nel corso dell’incontro di Rotonda, in particolare, l’Unità di Genomica dell’Agenza illustrerà le ricerche effettuate impiegando metodiche di nuova generazione, come il sequenziamento NGS, Next Generation Sequencing. Una potente tecnologia, questa, che permette di generare contemporaneamente ed in breve tempo milioni di sequenze geniche, utilizzate in questo caso negli studi di caratterizzazione genetica delle due Dop di Rotonda, e del frumento tenero Carosella.
Se la forma e l’aspetto di un prodotto agroalimentare non garantiscono più a sufficienza i consumatori, alcuni marcatori molecolari potrebbero allora essere utilizzati nelle analisi di riconoscimento varietale o come strumento di tracciabilità, per tutelare i prodotti a marchio e prevenire eventuali frodi. Quando la storia di un particolare prodotto richiama valori legati al territorio d’origine, infatti, la tracciabilità diventa un valore aggiunto e un ulteriore fattore di promozione.