In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, ENFOR – Ente di Formazione e Ricerca apre le iscrizione al master in “Management per l’inserimento sociale e lavorativo di persone con autismo” che si terrà a Policoro da giugno a dicembre 2019.
Il percorso formativo, di 900 ore complessive, sarà articolato in lezioni d’aula (a Policoro), visite didattiche, project work e stage presso aziende pubbliche e private, istituzioni scolastiche e associazioni lucane e nazionali.
Anche quest’anno – sostiene Cosimo Minonni, presidente dell’ente di formazione e ricerca – proponiamo un corso di alta formazione rivolto a neolaureati in discipline psicologiche, sociali, pedagogiche e umanistiche che intendono perfezionare i propri curriculum in merito alle buone pratiche volte all’inclusione di minori e giovani adulti con autismo. I nostri allievi possono contare su docenti esperti, sia accademici sia affermati professionisti.
Al termine del percorso, il professionista sarà in grado di adoperare strumenti e metodi del “job coach” e del “compagno adulto”. Per Rocco Di Santo, direttore scientifico del master, offre un’elevata possibilità di successo lavorativo tanto che l’80% dei nostri ex allievi sono occupati.
Anche quest’anno i partecipanti potranno usufruire dei voucher della Regione Basilicata che rendono gratuita l’iscrizione e la partecipazione. A tal riguardo, ENFOR si mette a disposizione per informazioni e supporto amministrativo per la candidatura per tali contributi.
Oltre al master per neolaureati inoccupati/disoccupati, sullo stesso tema l’ente propone un corso di perfezionamento per lavoratori che intendono operare come “Disability Manager”.
Apr 01
Per favore non facciamo disinformazione soprattutto quando c’è da fare consapevolezza e non diamo informazioni parziali, false, distorte e ingannevoli.
I dati, fonte Eurostat, l’Istituto Statistico dell’Unione Europea:dopo i venti anni, dei ragazzi rientranti nello spettro, solo il 10% lavora, un altro 10% frequenta la scuola o un corso di formazione, mentre ben il 50% si affida ai servizi che li inseriscono negli stessi centri diurni per malati psichiatrici anche gravi, dove svolgono attività di tipo ludico ricreativo o accedono a corsi di formazione per disabili che non garantiscono un’occupazione. Il 21,7% sta a casa. Le tipologie di “inserimento lavorativo” (regolato dalla legge 68/99), quali i laboratori protetti e il collocamento mirato, sono un quasi totale fallimento per le persone con autismo.
Ancora: il livello cognitivo, espresso cioè dal quoziente intellettivo (QI), è uno dei fondamentali parametri per capire quale potrebbe essere il futuro di un bambino con autismo e definisce insieme ad altre componenti il grado dei sintomi autistici, le capacità espressive, il livello delle autonomie personali e sociali. Il profilo del singolo paziente, la qualità di vita, le aspettative e i progetti possono cambiare drasticamente se la sua forma di autismo è associata a un deficit intellettivo. In questo caso si parla di autismo a basso funzionamento. Se invece il livello di intelligenza risulta nella norma si tratta di autismo ad alto funzionamento. I più recenti studi del dott. Calzone hanno dimostrato che tutti i soggetti autistici del suo già reparto di NPI di Matera (che ha utenze regionali, pugliesi e calabresi) hanno importanti deficit intellettivi.
Inoltre già le migliori tecniche e terapie di riabilitazione sono più difficile con gli autistici a basso funzionamento.
Ultimo ma per ultimo, è scienza, si può pensare, per le forme ad alto o buon funzionamento, anche all’inserimento lavorativo solo e soltanto se si lavora molto fra i 3 e i 18 anni in autonomia personale, gestione del tempo libero, capacità comunicative, relazioni sociali, abilità metacognitive, abilità integranti, cura del luogo di vita, abilità integranti di tipo cognitivo, insegnare il comportamento e l’organizzazione di lavoro nel bambino, aree di lavoro e compiti, il tempo libero, gli hobbies, i talenti, lo sport, interessi sociali, comportamenti problema, autoregolazione e gestione delle emozioni. Sviluppo delle abilità sociali, comportamenti affettivi con gli adulti familiari, comportamenti sociali con i pari, con gli educatori e nei contesti allargati o pubblici, gestire la transizione dallo stato infantile a quello adulto dell’individuo, prevenire le situazioni che potrebbero diventare problematiche o ostacolanti per la vita indipendente e così via. Come si può anche per un secondo pensare di intercettare un soggetto autistico in età adulta per l’inserimento lavorativo senza lavoro giornaliero su tali aree per non meno di tre lustri?
Policoro, che conosco, ha tutto il necessario per un cambio di paradigma, cosa vogliamo fare, ci proviamo?