Venerdì 5 aprile 2019 alle ore 19 nello Spazio Hajech del Liceo Artistico di Brera a Milano in Via Camillo Hajech è in programma la mostra d’arte “8 scultori per Matera”. La mostra resterà aperta dal 5 al 12 aprile 2019, da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 15.
Artisti
Franco Di Pede (Matera)
Rafail Georgiev (Sofia-Bulgaria)
Piero Marchetti (Accademia Belle Arti Carrara)
Giancarlo Lepore (Accademia Belle Arti di Urbino)
Alberto Gianfreda (Accademia Belle Arti di Brera)
Oriana Impei (Accademia Belle Arti di Roma)
Emanuele Giannetti (Accademia Belle Arti di Bologna)
Raffaele Mondazzi (Accademia Albertina di Torino)
E Allievi dei rispettivi Docenti
Il Dirigente Scolastico
Emilia Ametrano
Il Liceo Artistico di Brera prosegue la sua indagine culturale, artistica e didattica sui diversi linguaggi del contemporaneo ospitando nello Spazio Hajech la nuova mostra “8 scultori per Matera”.
La mostra documenta l’attività promossa dallo Studio Arti Visive di Matera con la collaborazione del Club Aquaworld, che ha visto coinvolti otto scultori, alcuni maestri delle più note Accademie di Belle Arti d’Italia affiancati dai loro allievi.
I 24 pannelli fotografici in mostra sono realizzati da Piero Lamacchia di AquaVision e le tre sculture dedicate ai Sassi di Matera, ai Segni delle cave e alle Chiese Rupestri sono del maestro Franco Di Pede.
La città di Matera, designata Capitale Europea della Cultura 2019, ha ospitato gli artisti, Piero Marchetti dell’Accademia Belle Arti di Carrara, Giancarlo Lepore dell’Accademia Belle Arti di Urbino, Alberto Gianfreda dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Oriana Impei dell’Accademia Belle Arti di Roma, Emanuele Giannetti dell’Accademia Belle Arti di Bologna, Raffaele Mondazzi dell’Accademia Belle Arti di Torino, Rafail Georgiev dalla Bulgaria, Franco Di Pede per la città di Matera.
I Maestri e i loro allievi hanno scolpito il “tufo”, roccia calcarenitica di color bianco-giallastro quasi pallido, che ancora oggi rende unica l’intera città; senza il tufo non ci sarebbero stati i Sassi, non ci sarebbero state le innumerevoli chiese rupestri, il romanico-pugliese della Cattedrale né tutta l’architettura religiosa seisettecentesca che ancora oggi impreziosisce la città.
Gli stages sulla lavorazione del tufo hanno avuto come obiettivo quello di far conoscere e far apprezzare ad artisti già affermati e agli allievi un materiale oggi poco noto al di fuori dei confini locali.