La poetessa materana Antonella Pagano al Centro di Documentazione Europeo Altiero Spinelli dell’Università Sapienza di Roma. E’ lei a narrare vita e opere di Isabella Morra. E’ il pomeriggio in cui si celebra il conferimento del Premio “Europa e Cultura” ideato e condotto da Anna Manna con Corrado Calabrò, Presidente di Giuria e con la Presidente del Bureau International des Critiques Literaires, Neria De Giovanni. Il Premio della edizione 2019 è andato a Renato Minore, Critico letterario di chiarissima fama nonchè romanziere e poeta e ad Antonella Anedda, raffinata poetessa e saggista. Proprio in questa circostanza prestigiosa e in questo luogo dall’ inequivocabile simbolismo nazionale ed europeo è andata in scena la pièce scritta ed interpretata da Antonella Pagano. Un atto unico in prima assoluta per raccontare, alla sua maniera, vita e opera della poetessa lucana che ancora oggi stupisce con la sua lirica: La più intensa fra tutta la lirica cinquecentesca come di lei ebbe a dire Benedetto Croce, da tutti ritenuta: la più fresca del panorama letterario del ‘500 italiano. La Pagano ha narrato d’Isabella e della condizione politica che le costò la vita. La maniera tutta propria della poetessa lucana Antonella Pagano di scrivere per il Teatro, fare drammaturgia in parola poetica, ha catturato tutti i presenti. Se è vero che la storia umana di Isabella di Morra può di per sé affascinare, è pur vero che tessere la storia con metrica, rime e lessico cesellato conferisce alla pièce l’aura solenne, la tessitura sacrale, drammatica e romantica nient’affatto frequente sui palcoscenici contemporanei. In ragione di ciò e per gentile concessione della poetessa riportiamo di seguito alcuni versi della piece: Hanno stuprato il silenzio della notte/dei bruti/ lenti i latrati e cupi… Col sangue han sciolto la brina e i tempi fatti lupi/dilanian la tua trina./Stuprato han la parola/casta d’arpeggi e bella. Oh Isabella! Isabella!…/Tu avvezza appena a novellar d’amore/poetica fanciulla /non conoscesti mai ….furore./Tu casta d’amor che presto muore/ d’altro furore ti fu trafitto il cuore!/…Acqua stagnante acqua rinnegante!/Disciolse lei ogni tuo sembiante?…/Se dall’amor le stilettate al cor gentile e bello fossero state inferte/ mille più mille avremmo or dei tuoi versi Isabella men sofferti…. La Pagano, benchè riferisca della Familiae nobilissimae de Morra historia.-scritta da Marcantonio, fratello minore di Isabella- nella pièce si chiede: vittima di c’altra storia ti volle l’altrui boria?/Conficcata nell’invasion del Regno è la storia della tua famiglia, di quella è figlia…Oh Isabella, poetessa amata, il padre tuo t’avea immolata!….Chi può giurar che d’altro si trattò se non di poesia?E se pure un solo pensier d’amore t’abbia attraversato, val questo l’orribile reato…? Se dell’amore ancora ognun t’avesse cinta/che assedio dolce all’arida rocca t’avrebbe vinta? Decio, Fabio e Cesare non agili al pensare, cupi fratelli, cosa dovevano salvare? …Delitto d’onore o crudel miserrimo politicare?…Continueremo a chiedercelo mentre speriamo di poter assistere all’intera pièce della sorprendente e infaticabile poetessa materana.
Apr 09