Sono state le voci calde e potenti di Dongo Mbaye e Berenice Roberts a chiudere il ciclo delle “Lezioni di storia” dedicate al tema dei confini e delle migrazioni. Nell’ultimo incontro del cartellone organizzato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e dagli Editori Laterza, Alessandro Portelli, professore emerito di letteratura angloamericana alla Sapienza di Roma, ha scelto di raccontare la straordinaria vicenda di Ouladah Equiano: schiavo, marinaio, mercante, esploratore, “migrante” tra Africa, Americhe, Europa, nel secondo Settecento. In “Ai confini della speranza: il viaggio degli emigranti” lo storico ha presentato la straordinaria autobiografia in cui Ouladah Equiano racconta come un ragazzo rapito in Africa occidentale sia arrivato ad essere un benestante commerciante residente in Inghilterra: senza perdere però mai la memoria delle proprie origini e perciò attivo promotore dell’abolizione della schiavitù in nome degli interessi del nuovo ceto produttivo della rivoluzione borghese. A questa vicenda Portelli ha voluto intrecciare le immagini delle migranti che approdano oggi sulle nostre coste e il canto libero di due di loro: Berenice che ha vissuto la violenza dei lager libici e i Dongo, bracciante supersfruttato dai caporali nelle campagne pugliesi.
Una chiusura esemplare per il progetto didattico che la Fondazione ha voluto inserire in agenda: “Abbiamo scelto – ha commentato il direttore generale di Matera 2019, Paolo Verri – di intitolare l’intero programma didattico della capitale europea della cultura “Future Digs”. Leggere le tracce del passato per scavare nel futuro. E il rap di Dongo e gli spiritual di Berenice ci hanno ricordato che nessuna sofferenza può cancellare la speranza, che la volontà umana di emancipazione ha una straordinaria capacità trasformatrice. Così come la Silent Academy aveva lavorato sui simboli della tragedia del nostro tempo, il tessuto di giubbotti di salvataggio, trasformandoli in materia prima della creatività degli stilisti, abbiamo avuto un’altra occasione di misurarci sulla voce del dolore che si fa testimonianza di libertà e di lotta, per riflettere ancora sulla resilienza umana, uno dei temi fondamentali del nostro progetto”.
“Lezioni di storia-Oltre i confini”, ha messo in campo cinque accademici di punta, integrando le competenze degli storici – i medievisti Barbero e Cardini, la contemporaneista Colarizi – con quelle del geografo Farinelli e dello storico della cultura Portelli. Muovendosi nel tempo (dal 378 al 1989) e nello spazio (da Gerusalemme a Londra, da Costantinopoli a Berlino), è stato possibile approfondire le diverse dimensioni della categoria di confine nella nostra cultura e nella nostra storia. Dalla vicenda dell’insediamento dei Goti nell’Impero romano (Barbero) alle rappresentazioni geografiche come motore e non conseguenza della “scoperta dell’America” (Farinelli); dalla linea di confronto militare e religioso della Terrasanta (Cardini) agli ambigui punti di svolta della pace di Versailles, nel 1919, e della caduta del Muro di Berlino, nel 1989 (Colarizi); fino alle migrazioni, forzate o volontarie, di ieri e di oggi (Portelli).
“Nel ciclo di Lezioni Oltre i confini – osserva Alessandro Laterza – la tensione tra passato, presente, futuro è costante, in piena sintonia con lo spirito di Matera 2019. La storia non risponde a tutti gli interrogativi di oggi, ma ci aiuta a comprenderne le radici e le dinamiche di fondo. Oggi più che mai – stretti dalla miopia dei sovranismi nazionali in Europa e dalle pressioni delle superpotenze cinese e statunitense – abbiamo bisogno di ritrovare i fili di una rete di connessione senza conflitti”.