5 film collettivi con la tecnica della realtà immersiva per raccontare un cinema poetico ed ecologico. Presentato in mattinata nella sala Mandela del Comune di Matera il programma completo del progetto MaTerre, Cantiere Cinepoetico Euromediterraneo. MaTerre è un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, co-prodotto da Rete Cinema Basilicata, Fondazione Matera Basilicata 2019 e cofinanziato da Lucana Film Commission.
La terra, la libertà e la cittadinanza attiva europea in un film di poesia in cinque episodi in realtà immersiva a 360 gradi. MaTerre è ispirato dalla pesia “La mia bella patria” di Rocco Scotellaro e verrà girato a Matera tra aprile e maggio da cinque coppie di artisti (un regista e un poeta) provenienti da città diverse dell’Europa Mediterranea. Il programma, che per le prime giornate ha già registrato un grande successo di prenotazioni, è stato illustrato nella sala Mandela del Comune.
Alla conferenza stampa, coordinata dal giornalista Fabio Amendolara, hanno partecipato Ivan Moliterni dell’ufficio Cinema del Comune di Matera, il direttore generale della Fondazione Matera Basilicata 2019 Paolo Verri, il direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace, Antonello Faretta, uno dei due direttori artistici del progetto MaTerre e Leo Montemurro, presidente di Cna Basilicata.
Il film verrà girato tra le Chiese Rupestri e il paesaggio materano, fra il 18 aprile e il 2 maggio durante una residenza artistica che porterà i giovani autori a vivere intensamente la Capitale della Cultura. È uno dei progetti della Fondazione Matera-Basilicata 2019, coprodotto da Rete Cinema Basilicata e cofinanziato dalla Lucana Film Commission in collaborazione con numerosi partner locali, nazionali ed internazionali.
MaTerre – i cui direttori artistici sono Antonello Faretta (regista e produttore), Lello Voce (poeta e performer) e Paolo Heritier (filosofo e giurista, docente all’Università di Torino e Nizza) – non è solo un film ma anche un progetto editoriale diffuso, che vede il coinvolgimento di molti intellettuali di discipline diverse (sociologi, linguisti, antropologi, giuristi, filosofi) in un dibattito quotidianamente aggiornato sul tema dell’identità contemporanea. Il progetto è stato sostenuto da Banca Etica e dal fondo etico di Bcc Basilicata.
Antonello Faretta: «È un progetto illuminato, con un’anima di contenuti molto profondi che ha la capacità di mettere insieme tradizioni e nuove tecnologie e di far sposare poesia e cinema in un modo straordinariamente affascinante. È un progetto ecosostenibile, perché viene girato con action cam all’avanguardia, senza set o trasporti e sempre alla luce naturale. Sarà un film collettivo, in realtà immersiva a 360°, con dieci autori che parteciperanno alla residenza. In questo cantiere, tutti i pomeriggi le porte saranno aperte al pubblico per condividere con tutta la cittadinanza le riflessioni sull’identità cinematografica».
Lello Voce: «Il grande poeta brasiliano, Haroldo De Campos diceva che c’è un solo modo di rispettare una tradizione: tradirla. Cioè rinnovarla, trasportarla altrove nello spazio e nel tempo. È questo lo spirito con cui MaTerre ha affrontato il tema dell’identità e delle radici. Abbiamo immaginato un cammino che unisse passato e futuro e fosse capace di scavare nel presente con acutezza. Abbiamo accettato la scommessa delle più avanzate tecnologie, ma per ricordare, ritrovare, tradurre in forme nuove quanto l’uomo ha di essenziale, i linguaggi e il corpo. I poeti che abbiamo invitato sono tutti protagonisti della scena europea dello spoken word: per loro la poesia abita nella voce e nel corpo del poeta e può esplorare ogni media. Fanno una cosa antichissima e futura: agiscono la loro poesia attraverso il respiro e il gesto, ci ricordano che la poesia, come diceva il trovatore Raimbaut D’aurenga è il fiore inverso, l’unico a sbocciare con le radici rivolte verso il cielo. Da Matera verso ogni parte del mondo».
Paolo Heritier: «Dall’esperienza di Materre l’Università e gli studenti del Nord e del Sud dell’Italia idealmente vorranno lanciare ai loro colleghi europei un appello a partire dall’idea che l’origine del diritto è poetica (Giambattista Vico) e che il senso di giustizia parte
dall’ascolto del corpo, parafrasando Turoldo: “Ci vuole un poeta per ogni Tribunale, a cantare le follie dell’uomo”. Per questo abbiamo bisogno dello sguardo dei poeti, e dei registi e del cinema di poesia di Materre. Il progetto continuerà il prossimo anno nelle università e nelle scuole di tutt’Europa e il rilascio del film Materre vorrà essere l’idea che un nuovo uso umanistico delle tecnologie digitali è possibile per creare un nuovo sguardo sulle istituzioni, verso quel “futuro remoto” che viene dal sud dell’Europa e che lega Il Carlo Levi di “Paura della Libertà” a Rocco
Scotellaro e a tutti noi».
Paolo Verri, direttore generale della Fondazione Matera-Basilicata 2019: «È uno dei progetti di punta di Matera 2019 perché tiene insieme l’aspetto della collaborazione europea con l’innovazione tecnologica. È molto significativo anche perché avviene attraverso un processo di residenze che fa intendere che si può contribuire attivamente alla cultura cinematografica».
Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission: «Lfc è molto partecipe e lieta di condividere questo progetto che apre alle nuove tecnologie, rende attuale Rocco Scotellaro e crea interesse nei poeti di tutto il mondo. Questo cantiere nel 2020 può dare una spinta al nuovo modi di fare cinema in Basilicata».
Ivan Moliterni, Ufficio cinema del Comune di Matera: «La tecnologia serve come nuovo approccio alla materia cinema, vi auguro di riuscire ad andare controcorrente e guardare in maniera diversa al cinema e alla poesia».
Leo Montemurro, presidente Cna: «Crediamo molto nel settore dell’audiovisivo. Il nostro scopo oltre ad informare e formare è quello di sostenere le imprese in progetti di questo tipo».
Il programma completo è consultabile sul sito web del progetto www.materre.retecinemabasilicata.it
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Di seguito la scheda del progetto
MaTerre – I Registi
Blerina Goce
Cinema, documentario e racconto si sposano nello stile narrativo di Blerina, che a MaTerre fonde la vita, il tempo e il paesaggio dell’Albania con lo spirito lucano.
Nata e cresciuta in Albania, Blerina Goce ha studiato giornalismo e per 15 anni ha lavorato come giornalista di arte e cultura. Durante gli ultimi anni è stata caporedattore in alcuni dei principali quotidiani e riviste del paese, per poi passare alla regia e dedicarsi al cinema. Ha partecipato in diversi workshop cinematografici e corsi di perfezionamento come, regia e pratica del montaggio nel film documentario di Atelier “Varan” – Albasript Development al BalkanFilmMarket 2017, “Stories we tell” con Richard Pearce di Lynzee Klingman durante DocuFest e “Eave on demand” con Katriel Schory.
Recentemente, Blerina è stata impegnata come consulente nazionale e mentore per i documentari in un programma video mobile al Forum degli attivisti della gioventù, organizzato da Open Society Foundation Albania.
Ha conseguito un Master in Studi letterari presso il Center of Albanological Studies di Tirana. Negli ultimi anni, Blerina ha fatto parte delle selezioni della giuria internazionale in numerosi festival nella regione dei Balcani.
Elena Zervopoulou
Cinema, antropologia, psicologia, ambiente e tanta, enorme umanità trasudano dalla visione di Elena e dei suoi lavori: quando il cinema del reale assume anche il ruolo di un’indagine e una riflessione tutta sociale.
Dopo il Master in psicologia clinica interculturale ha lavorato come etno-psicologa a Parigi con famiglie di immigranti e come consulente dell’UNESCO con bambini di strada in Madagascar. Possiede un Master in Regia di film documentari e antropologia visuale conseguita all’Università di Parigi. Da 10 anni, con One Vibe Films, società di produzione indipendente che aspira a promuovere il dialogo interculturale ha prodotto, diretto e girato documentari creativi per emittenti internazionali e per ONG Internazionali. Girati nel Sud-Est dell’Asia, Europa e Africa, avvicinino il pubblico alle realtà quotidiane di minoranze etniche, donne e bambini. Attraverso storie locali affettive, promuove la crescita consapevole sullo sviluppo sostenibile, i diritti ambientali, sociali e umani. Inoltre organizza workshop PV (Video Partecipativi), per accrescere l’attivismo sociale partendo dal basso, facendo riscoprire alle singole persone e alle comunità il loro potenziale. Fra i lavori più significativi: “Sea Gypsies”, gli ultimi nomadi del mare del Borneo in pericolo, in un mondo globalizzato in evoluzione, partecipa alla serie di BBC “Why Poverty?”; “Greece: Days of Change” re-inventando noi stessi e la Grecia durante la crisi andato in onda in prima serata in diversi paesi europei, nominato in festival internazionali a Barcelona e a Bruxelles e proiettato in 60 sale cinematografiche in Spagna come “Documentario del mese”; “Anti-bullying campaign”, strumento interattivo cross-media con narrativa non-lineare per campagna dell’UE, ufficialmente utilizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione Greco, come in 6 altri paesi Europei.
Vito Foderà
Realtà immersiva, racconto giornalistico, impegno sociale e civile, grande passato televisivo: una vita all’insegna della multimedialità. Vito Foderà non ha bisogno che MaTerre gli metta a disposizione la telecamera a 360° … lui la usa già con grande entusiasmo!
Giornalista televisivo, maturato, emigrato, laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Esperto multimediale per la comunicazione internazionale nel 2008 presso la scuola di giornalismo della sezione Internazionale della Fondazione Basso. Finito in tv passando dal satellite, adesso esploro la rete a 360°. Ho lavorato a Sky Tg 24, Rai4, Current, La7, MTV, Laeffe, Repubblica.it, TV2000, Rai1, Rai3. Innamorato del reportage. Lavoro come autore, curatore, regista.
Mi muovo tra l’approfondimento giornalistico e lo storytelling immersivo con l’utilizzo di una camera a 360°. Continuo a cercare un linguaggio che sia parte del racconto della realtà e ne restituisca la complessità. Quando la televisione è spenta sono impegnato sul fronte dell’antimafia sociale con l’Associazione daSud.
Gianluca Abbate
Il ritmo del suo linguaggio è quanto di più imprevedibile e denso si possa immaginare: il cinema di Abbate fonde animazione, arte, nuove tecnologie, solide basi narrative. Il confronto tra uno stile tanto deciso e la frugalità del paesaggio materano non può che stupire e generare nuove emozioni.
Autore di film sperimentali. Con i suoi lavori ha vinto un Nastro d’Argento per miglior film cortometraggio e diversi premi al Torino Film Festival, Videoformes Festival internazionale di videoarte Clermont-Ferrand, Visioni Italiane di Bologna, Genova Film Festival. Inoltre i suoi lavori sono stati proiettati al MAXXI, MMOMA, MACRO, Museo di Arte Moderna di Istanbul e sul canale televisivo ARTE. Ha insegnato nuove tecnologie del cinema e televisione alla Scuola Civica di Cinema di Milano e progettazione grafica all’Istituto Europeo di Design di Roma. Collabora con diverse agenzie di comunicazione in tutto il mondo ed è autore di diverse identità grafiche di programmi Rai.
Giuseppe Schillaci
In bilico tra racconto giornalistico, documentario e romanzo, lo stile di Giuseppe Schillaci tocca le corde più scoperte delle contraddizioni umane. A MaTerre porta la riflessione dei giovani e un grande senso di responsabilità.
Giuseppe Schillaci vive tra Palermo e Parigi, dove lavora come regista e autore cinematografico. Membro di Eurodoc e consigliere di Doc/it (Associazione Documentaristi Italiani), ha partecipato a diversi festival internazionali (Torino Film Festival, Docs Barcelona, Thessaloniki, IDS, IDFA Amsterdam, Hot Docs Toronto).
Nel 2009 vince il Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival con il film “The Cambodian Room – situazioni con Antoine D’Agata”, in co-regia con Tommaso Lesena De Sarmiento (IDFA, Doc it Professional Awards, Split Film Festival, miglior film al Cinema DOC 2010); co-produzione Kolam (Francia) / (Downtown Pictures (Italia), distribuito su Arte Tv e in dvd da Contrasto/Cinecittà Luce (www.cambodianroom.net).
Nel 2010 pubblica il suo romanzo d’esordio, “L’anno delle ceneri” (Nutrimenti Edizioni), candidato al Premio Strega 2010 e finalista al Premio John Fante 2011. Nel 2012, Il sole 24 ore lo inserisce nella lista dei migliori scrittori italiani under 40. Nel 2015 pubblica il suo secondo romanzo “L’età definitiva” (Liberaria Edizioni), che presenta in anteprima al Salone del Libro di Torino.
Autore e regista del film documentario “Cosmic Energy Inc.” (2011) prodotto dalla EIE Film e co-prodotto da Multicanal – Spagna: premiere internazionale all’Hot Docs di Toronto.
Nel 2013 termina la lavorazione del suo terzo film documentario “Apolitics Now! Tragicommedia d’una campagna elettorale”, di cui è regista e produttore, in associazione con Stella Productions e France Television (Premio del Pubblico al Salina Doc Fest 2013, Premio Miglior Film Italian Cinema London 2014).
Nel 2014 ottiene il fondo di co-sviluppo per le co-produzioni Italia/Francia CNC/Mibact con il progetto di film lungometraggio “Hotel Patria”, di cui è autore e regista (co-produzione Dugong Productions e Appel d’Air Film).
Del 2016 è “L’ombra del padrino – ricerche per un film”, co-prodotto da Stella Productions (France) e Zenit Arti Audiovisive (Italia); Premio delle scuole a Documentaria 2016 e selezione ufficiale a G-Local Festival di Torino. Il film è presentato all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi nel giugno 2016.
Nel 2017 è regista di “Tranzicion – arte e potere in Albania “, quinto documentario, produzione Kolam, in co-produzione con France Télévisions, presentato al Centre Pompidou di Parigi nel settembre 2017 e al Festival di Storia di Pessac nel novembre 2017.
Redattore del litblog Nazione Indiana, alcuni suoi racconti sono tradotti in portoghese e pubblicati in Brasile da Mundo Mundano. Tiene workshop di scrittura e cinematografia presso scuole di cinema e il Centro Sperimentale di Cinematografia.
È produttore esecutivo del documentario “Il Limite” di Rossella Schillaci (2011) e del documentario “L’isola in me: in viaggio con Vincenzo Consolo” (2008) di Ludovica Tortora de Falco, riconosciuto dal MiBAC come film di interesse culturale nazionale.
È Location Manager del film “Prove per una tragedia siciliana” di John Turturro (2008) e Segretario di produzione per il film “The Palermo Shooting” di Wim Wenders (2007) e “Il dolce e l’Amaro” di Andrea Porporati (2006). È Responsabile per lo sviluppo sceneggiature delle società di produzione cinematografica Cinemare (2005 e 2006) e Eurofilm (2007).
MaTerre – I Poeti
Domenico Brancale
La Lucania assume una sua forma universale nelle performance visionarie di Domenico, erede moderno della grandezza di Rocco Scotellaro. MaTerre con lui ha un’ancora che punta dritta al cuore del Sud tutto. Delle sue magie e delle contraddizioni.
Poeta e performer. Ha pubblicato: L’ossario del sole (Passigli, 2007), Controre (Effigie, 2013), incerti umani (Passigli, 2013) e Per diverse ragioni (Passigli, 2017). Ha curato il libro Cristina Campo In immagini e parole e tradotto Cioran, John Giorno, Michaux, Claude Royet-Journoud. È uno dei curatori della collana di poesia straniera “Le Meteore” per Effigie e della collana “Prova d’Artista” per la Galerie Bordas. Il suo lavoro sulla voce e sullo spazio ha prodotto le performance: “Nessun sole sorge senza l’uomo” (Monte Calvario, Sant’Arcangelo 2007); “Questa deposizione rischiara la tua assenza” (Gasparelli Arte Contemporanea, Fano 2009), “Un sempre cominciamento” (Galerie hus, Paris 2012), “Nei miei polmoni c’è l’attesa” (Galleria Michela Rizzo, Venezia 2013), “Incerti umani” (Galleria de Foscherari, Bologna 2013), “Se bastasse l’oblio” (MAC Lissone, 2014), “Langue brûlé” (Palais de Tokyo, Paris 2014). Vive a Bologna e Venezia.
Nilson Muniz
Corpo, suono, significato sono un’unica dimensione espressiva per il vulcanico Nilson Muniz, riconosciuto in tutta Europa come uno dei performer più originali, vivaci e creativi dello scenario internazionale.
Nilson Muniz è un artista multidisciplinare, attore, cantante e spoken word performer. Transita tra parola parlata, canto e suoni vocali, ha presentato il suo lavoro, relativo la molteplicità della poesia in scena (parola, corpo e suono) e si è laureato Campione di Poetry Slam del Portogallo nel 2014, lo stesso anno in cui ha pubblicato il suo primo EP: “UMHOMEMDORMINDO”. Ha poesie pubblicate in Portogallo, Spagna e Italia e ha presentato con le sue esibizioni e workshop in diversi festival di performance, poesia, letteratura e teatro in paesi come Georgia, Finlandia, Estonia, Italia, Israele, Bulgaria, Germania, Francia, Inghilterra, Svezia, Spagna, Portogallo e Brasile.
Rende il palcoscenico il suo stesso libro vivo presentando spettacoli di poesia solista oltre a prendere parte a diverse collaborazioni creative e continuare a recitare e cantare in progetti monografici.
Yolanda Castaño
Video, gesto e poesia erano già “sposi” diversi anni fa, nella poetica di Yolanda Castaño. Il fascino di questa sublime performer racconta al mondo l’importanza della fedeltà alle proprie radici e della necessità di metterle continuamente in discussione. Niente di più centrato sull’idea di MaTerre!
Poetessa e videomaker è collaboratrice di vari giornali e riviste della Galizia. È stata segretaria generale dell’Associazione di scrittori in lingua galiziana, direttrice della Galleria Sargadelos di La Coruña e fondatrice di una casa editrice di poesia per autori emergenti. Ha gestito laboratori di poesia e partecipato a numerose antologie poetiche galiziane e spagnole, incontri e festival di poesia a livello nazionale ed internazionale. Ha dato luogo a diverse esperienze di fusione tra poesia e mezzi plastici, audiovisivi e musicali. Di recente pubblicazione per Squilibri è “Idioma da tinta / Lingua dell’inchiostro” con il musicista Isaac Garabtos, anch’egli galiziano.
Eduard Escoffet
Eduard e la sua poesia sonora colorano MaTerre come un fuoco d’artificio colora il cielo. Esploratore dell’universo dei sensi, a Matera porta la sua visione provocatoria e iridescente della poesia in tutte le sue forme.
Poeta e agitatore culturale. Ha lavorato in diversi aspetti della poesia focalizzando i suoi interessi sulla poesia sonora e le letture di poesia. Oltre ad essere coinvolto nella scena della controcultura di Barcellona, ha anche suonato in festival di poesia ed eventi in tutta Europa, in Cina, negli Stati Uniti, in Sud Africa e in molti paesi dell’America Latina.
È co-fondatore del collettivo poetico – propost.org (1996-2016) e co-direttore del Barcelona International Poetry Festival tra il 2010 e il 2012. Direttore di Proposta, un festival di poesia sonora e poesia contemporanea presso il Centre de Cultura Contemporània di Barcellona (2000-2004). In parallelo ha rivestito il ruolo di assessore alla cultura.
Ha pubblicato i libri di poesia “Gaire” (Pagès, 2012), “El terra i el cel” (LaBreu, 2013) e “Menys i tot” (LaBreu, 2017), e il libro d’artista “Estramps con Evru” (2011). Il suo secondo libro “Suelo y cielo” (Arrebato Libros, 2018) recentemente è stato tradotto in castigliano. Con il gruppo Bradien, con la quale ha lavorato dal 2009, ha pubblicato gli album Pols (spa.RK, 2012) e Escala (spa.RK, 2015). È stato anche commissario, insieme a Eugeni Bonet, del ciclo “Próximamente en esta pantalla” sul Letterist Cinema al MACBA (2005). È un coautore delle rappresentazioni teatrali ¡Wamba va! (con Gerard Altaió, Josep Pedrals e Martí Sales, 2005), Puaj./Ecs. (con G. Altaió e J. Pedrals, 2005) e La Belbel Underground (con Carles Hac Mor e G. Altaió, 2006)
Aurélia Lassaque
La sua poesia lascia la carta e prorompe nel mondo, un mondo visionario che attraversa le dimensioni del reale tra parola, natura, musica e arte. Un viaggio nell’identità mutante della vita e della poesia.
Aurélia Lassaque è nata nel 1983 e cresciuta nel sud della Francia, vicino a Tolosa. Interessata all’interazione tra le varie forme d’arte, collabora spesso con artisti, videomakers, ballerini e in particolare musicisti. Ha collaborato con il pittore e docente universitario americano Julie Baugnet partecipando ad un’esposizione negli Stati Uniti nel 2009 e in Italia nel 2010. È una poetessa bilingue che compone in francese e occitano. Ha studiato lingue romanze all’Università di Montpellier, è un’attiva sostenitrice della diversità linguistica e consulente letteraria per il festival Paroles Indigo in Francia e Africa e il Premio Ostana Scritture in Lingua Madre in Italia.
Nei suoi lavori, occitano e francese si sposano, completano, dialogando. Compone passando da una lingua all’altra su due diversi fogli di carta per finire con una poesia elaborata contemporaneamente in due lingue. La sua poesia oscilla non solo tra due lingue, ma tra due mondi. Al contrario, la natura, che come tema è fortemente presente nella sua scrittura, non corrisponde ai paradigmi classici del dualismo. Le linee di confine si dissolvono tra il mondo degli umani, degli animali e delle piante. Spesso, la sua poesia lascia la pagina. Dal vivo, Aurélia accompagna le sue letture con brevi brani delle tradizioni folcloristiche occitane.
Le sue opere sono tradotte in catalano, italiano, inglese, albanese e arabo e sono state pubblicate in diverse riviste specializzate nonché in antologie.
Nel 2010 è direttrice artistica del Festival delle Letterature Minoritarie d’Europa e del Mediterraneo che si è tenuto dal 20 al 23 maggio scorso, tra Teramo, Giulianova, Rosciano e Villa Badessa, sul tema “Arte del viaggio, arte dell’incontro”.
È inoltre responsabile, nel 2011, dell’esposizione “Dialoghi tra culture e lingue attraverso la coniugazione delle espressioni artistiche” al Consiglio d’Europa.
MaTerre – La Direzione
Antonello Faretta – Direttore artistico
Antonello Faretta nasce nel 1973 in Basilicata a Potenza, dove tutt’ora vive e lavora. Regista, produttore e fotografo. Ha frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma e i workshop con Abbas Kiarostami (Torino), Fernando Solanas, Atom Egoyan, Enrico Ghezzi e Domenico Procacci (Bologna).
Per molti anni ha scritto per la rivista cinematografica Filmmaker’s Magazine. Ha collaborato con Abbas Kiarostami, Saverio Costanzo, Peter Del Monte, Babak Payami e con le televisioni Rai Sat Arte e T9. Tra le sue opere “Lei lo Sa, Da Dove Vengono le Storie?”, “Il Vento, la Terra, il Grasso sulle Mani”, “20Venti”, “Silenced Thoughts”, “Nine Poems in Basilicata” (distribuita dal Netherland Media Art Institute di Amsterdam e dall’austriaca Sixpack Films – distribuzione dei migliori videoartisti internazionali – che al film ha dedicato un esclusivo cofanetto dvd), “Transiti”, “Il Giardino della Speranza” tutte presentate in numerosi festival, musei e gallerie d’arte internazionali ottenendo prestigiosi riconoscimenti. Tra questi i festival di Toronto, Berlino, Cannes, Rotterdam, Atlanta e New York, i musei Centre Pompidou di Parigi e il Museo di Arte Contemporanea di Barcellona e la Galerie du Jour di Agnes B. a Parigi.
Nel 2002 fonda lo studio di produzione indipendente Noeltan Film con il quale realizza tutti i suoi lavori e produce opere prime di nuovi autori internazionali.
Dal 2004 è fondatore e direttore dell’Atelier del Cinema e del Potenza Film Festival per il quale nel 2006 riceve la prestigiosa Targa per Meriti Culturali dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tra il 2005 e oggi ha ideato ed organizzato numerose attività di alta formazione in Basilicata tra cui i workshop “Da Dove Vengono le Storie?” con Abbas Kiarostami, “Finger Prints” con Babak Payami, “Verità e Bellezza” con Artur Aristakisyan, “La Natura delle Immagini” con Michelangelo Frammartino e il “Master di Alta Formazione in Management della Produzione e Distribuzione Cinematografica”. Nel 2012 cura la supervisione artistica per il documentario collettivo “La Basilicata nel Cellulare” (realizzato con i telefoni cellulari dagli studenti delle scuole della Basilicata e prodotto dall’Osservatorio Permanente sul Dopo Sisma diretto da Antonello Caporale), film vincitore del Premio Libero Bizzarri (sez. Mediaeducazione).
Dal 2012 è il presidente della Rete Cinema Basilicata. Nel 2015 dopo sette anni vissuti nel paese fantasma di Craco porta a termine il suo primo lungometraggio “Montedoro” presentato in anteprima mondiale all’Atlanta Film Festival e tra gli altri al Montreal Festival des Films du Monde e Annecy Cinema Italien.
Lello Voce – Direttore artistico
Lello Voce, (Napoli, 1957) poeta, scrittore e performer è stato tra i fondatori del Gruppo 93 e della rivista Baldus. Nel 2011, durante il Festival Internazionale di Poesia di Medellin (Colombia), è stato uno dei fondatori del World Poetry Movement, del cui Comitato Esecutivo fa attualmente parte.
Tra i suoi libri e CD di poesia ricordiamo “Farfalle da Combattimento” (Bompiani,1999), Fast Blood (MFR5/SELF, 2005), “L’esercizio della lingua – Poesie 1991-2008” (Le Lettere, 2009), “Lai” (Premio Delfini, 2003) “Piccola cucina cannibale” (Squi[libri], 2012 – Premio Napoli 2012).
Nel 2016 è uscito il suo ultimo disco libro,” Il fiore inverso” (Squilibri ed.), realizzato, come molti dei precedenti, con il suo “gemello” musicale, Frank Nemola.
I suoi romanzi sono stati riuniti ne “Il Cristo elettrico” (No Reply, 2006, e-book TErraFerma ed., 2014).
Ha curato L’educazione dei cinque sensi, (Metauro ed.), antologia del maestro del concretismo brasiliano Haroldo De Campos, con contributi di Augusto De Campos ed Umberto Eco.
Nel 2001 ha introdotto in Italia il Poetry Slam ed è stato il primo EmCee al mondo a condurre uno slam pluringue (Big Torino 2002 / romapoesia 2002). Ha diretto centinaia di slam tra cui quello di Io Donna- Corsera (2010), quello di Teatro Italia (Perugia 2003) e il Big Boat International Poetry Slam (2009).
Attualmente è Presidente onorario della L.I.P.S. – Lega Italiana Poetry Slam.
Ha collaborato, per la realizzazione delle sue azioni poetiche, con numerosi artisti tra cui Paolo Fresu, Frank Nemola, Luigi Cinque, Antonello Salis, Giacomo Verde, Michael Gross, Maria Pia De Vito, Canio Loguercio, Rocco De Rosa, Luca Sanzò, Ilaria Drago, Dahafer Youssef, Roberto Paci Dalò, Robert Rebotti, Claudio Calia, Gianluca Costantini.
Tra i pionieri europei del nuovo incontro tra poesia e musica, ha tenuto reading di poesia e spettacoli di Spoken Music in tantissime città italiane, europee, nelle Americhe e in Asia.
Sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, spagnolo (da Renato Sandoval), catalano (da Edoard Escoffet), tedesco, brasiliano (da Haroldo De Campos), greco, galiziano (da Yolanda Castaño), giapponese ed arabo (da Joumana Haddad).
Nel 2016 è uscito il suo ultimo disco libro, “Il fiore inverso” (Squilibri ed.), realizzato, come molti dei precedenti, con Frank Nemola. Il volume ha vinto il Premio Pagliarani 2016.
Su Ilfattoquotidiano.it cura un blog dedicato alla Poesia.
Paolo Heritier – Direttore artistico
Paolo Heritier è professore ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università del Piemonte Orientale e insegna oltre a alla Filosofia del diritto i corsi di European Law and Humanities, Clinica Legale della Disabilità a Torino e Nice. I suoi interessi di ricerca sono l’estetica giuridica, le law and humanities, le neuroscienze affettive, la teologia e la disabilità, nel loro rapporto col diritto. Presidente del CIRCe, è codirettore della rivista Teoria della regolazione sociale, e delle collane Tôb. È autore di “Antropologia ed estetica” giuridica (Giappichelli, con Pierangelo Sequeri) e “Antropologia della libertà” (Mimesis, con Sergio Ubbiali). Ha pubblicato tra l’altro “Estetica Giuridica” (2 voll., Giappichelli 2012) e “La dignità disabile. Antropologia del dono e dello scambio” (Dehoniane, 2014).
Adriana Bruno – Coordinatore Generale e Produttore
Laureata in Scienze della Comunicazione con specializzazione in Marketing e Comunicazione di Impresa è produttrice e amministratore dello studio di produzione, formazione e distribuzione cinematografica Noeltan con cui ha prodotto numerose opere tra documentari, cortometraggi (“Nine Poems in Basilicata”, “Transiti”, “Il Giardino della Speranza”). Ha prodotto e distribuito il lungometraggio “Montedoro” scritto e diretto da Antonello Faretta.
Dal 2006 al 2009, ha curato l’organizzazione e il coordinamento del Potenza International Film Festival e con le medesime mansioni ha seguito workshop internazionali per filmmakers “Verità e Bellezza”, “Solo i Morti possono Girare Film e Scattare Foto”, “La Natura delle Immagini” e “Audiovisiva” tenuti rispettivamente da Artur Aristakisyan, Michelangelo Frammartino e Vadeco. Ha progettato e curato la direzione didattica del Master in Organizzazione e Management della Produzione e Distribuzione Cinematografica. È tra i fondatori e coordinatrice generale di Rete Cinema Basilicata, il network dei professionisti e delle imprese del cinema ed audiovisivo della Basilicata oggi project leader area cinema per Matera 2019, Capitale Europea della Cultura. È coordinatrice di CNA Cinema e Audiovisivo Basilicata.
Per “Il Giardino della Speranza” riceve il premio come miglior produttore al Festival Seize This Day With Me! di Belgrado, mentre nel 2016 riceve la menzione speciale della Giuria del Gallio Film Festival per la produzione di Montedoro.
Vive e lavora tra Roma e la Basilicata.
Ma Terre – L’ospite d’onore
John Giorno
Il geniale poeta e intellettuale che incarna il futuro remoto, arriva a Matera per suggellare MaTerre: Giorno ha talmente forte il coraggio di amare le proprie tradizioni che le stravolge e le reinventa con la rivoluzione nel cuore. Con John Giorno MaTerre ospita un vero nume tutelare della cultura mondiale.
Fondatore di “Performance Poetry” è una delle figure più innovative e rivoluzionarie che ha influenzato e stravolto il concetto di poesia del ventesimo secolo, portando alla genialità assoluta il genere dello Spoken Poetry.
La carriera di John Giorno dura da quasi cinquant’anni. Il suo lavoro (scritto, registrato e presentato in performance) ha per sempre cambiato il modo di vedere la poesia. Il suo libro “ You got to burn to shine” (Per Risplendere Devi Bruciare – City Light Firenze 1998) – quello che più ha fatto discutere, tra i suoi tanti – offre i dettagli delle sue intime memorie personali, includendo (fra l’altro) la storia della sua relazione con Andy Warhol (John è stata la star del primo film di Warhol “Sleep” 1963), del suo animato incontro sessuale con Keith Haring e pensieri sull’interpretazione della morte nel Buddismo Tibetano nell’età dell’AIDS. Nel 1965 ha fondato ‘’Giorno Poetry Sistems’’. Nel 1968 ha creato ‘’Dial-A-Poem’’ innovando l’uso del telefono per le comunicazioni di massa. La ‘’Giorno Poetry Sistems’’ ha prodotto più di quaranta ellepi e cd di poeti e artisti multimediali, video e films. Vive a 222 Bowery, N.Y. N.Y. in tre lofts, uno di questi ospitò W. S. Burroughs negli anni ’70 e ’80 (il famoso ‘’Bunker’’), ora tenuto come una reliquia. Un altro loft è sede di un Tempio Buddista Tibetano. 222 Bowery è la sede di ‘’Giorno Poetry Sistems’’. Nel 1984 fonda ‘’the AIDS Treatment Project’’ occupandosi con compassione della catastrofe epidemica dell’AIDS.
Per Giorno quello a Matera è un commosso ritorno. La sua famiglia è di origini italiane: proveniva da Aliano, un piccolo centro in provincia di Matera, che gli ha dedicato un museo.
Nel 2007 ha interpretato il film “Nine Poems in Basilicata” diretto da Antonello Faretta basato sulle sue poesie ed interamente girato nella sua terra di origine.
In Italia ha partecipato a “Napolipoesia 1999“, “Parole di Mare” (2000), “Il cammino delle comete” (2002) e Absolute Poetry Festival (2007).
La foto della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)