Il barese Giovanni Di Cagno ha presentato nel pomeriggio al Circolo La Scaletta di Matera il libro “La giustizia, la politica e noi. Per un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato”, Cacucci Editore 2018. L’iniziativa è stata promossa da AIDP (Associazione italiana per la direzione del personale) Gruppo Basilicata e Federmanager Basilicata, con il patrocinio del Circolo La Scaletta.
I lavori sono stati coordinati dalla giornalista Milena Manicone. Dopo i saluti di Francesco Vizziello, presidente del Circolo La Scaletta, Luigi Prisco, presidente Federmanager Basilicata e Giuseppe Luongo, vice presidente AIDP Basilicata, hanno dialogato con l’autore Giuseppe Romaniello, direttore generale dell’Università di Basilicata e Filippo Fedele, manager AIDP.
L’autore, ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura, nel saggio pone l’attenzione sulla necessità di ricercare un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato, in un’ottica di bilanciamento tra il potere politico e il potere giudiziario, in grado di ribadire l’ autonomia e l’indipendenza della magistratura rispetto al potere politico, e allo stesso tempo individuare anche i limiti al dispiegarsi del potere giudiziario. Limiti necessari per evitare l’ evidente squilibrio tra i due poteri, che può avere conseguenze negative per il Paese.
L’ultimo lavoro dell’avv. Giovanni Di Cagno intende stimolare un dibattito pubblico su un tema, ben noto agli addetti ai lavori, che deve coinvolgere tutti, in quanto se nel sistema di amministrazione delle regole si insinuano, nel silenzio generale, elementi strutturali di instabilità, la questione diventa seria e preoccupante per cittadini, lavoratori e dirigenti, che con quell’incertezza fanno quotidianamente i conti senza riuscire a venirne a capo se non a rischio di pagare un prezzo altissimo in termini umani e economici.
Di seguito l’intervista rilasciata per SassiLive: “E’ una riflessione sui rapporti tra giustizia e politica e sulla crisi di questi rapporti. Crisi che non dipende come spessa si pensa dal fatto che i magistrati possano inquisire i politici perchè in una società democratica è un fatto che deve essere considerato scontato. La crisi dipende dal fatto che sono progressivamente venuti meno i confini tra potere politico e potere giudiziario. Troppo spesso il magistrato in qualche modo oggi partecipa al processo legislativo. E’ questo che determina lo squilibrio tra politica e giustizia. Io penso che dobbiamo conservare l’autonomia e l’indipendenza assoluta della magistratura dal potere politico ma il potere giudiziario deve tornare ad essere soggetto alla legge emanata dal potere politico.
Quindi un magistrato che entra in politica secondo lei non deve più tornare a fare il magistrato? “Questo è un problema ma la mancata soluzione di questo problema è colpa della magistratura. Oggi con le tensioni della società italiana sarebbe bene trovare delle vie d’uscita al magistrato che è entrato in politica diverse dal ritorno in magistratura, per esempio trovarle nell’alta dirigenza dello Stato”.
Michele Capolupo
Biografia autore
Giovanni Di Cagno (1951) esercita la professione di avvocato, attualmente come socio di POLIS Avvocati s.t.a. coop. Tra il 1990 e il 1998 è stato capogruppo consiliare del PCI-PDS prima al Comune e poi alla Provincia di Bari. Dal luglio 1998 all’agosto 2002 è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Dal dicembre 2002 al settembre 2009 è stato commissario nell’Authority che regola lo sciopero nei servizi essenziali. Oltre a numerosi articoli e interventi sull’amministrazione della giustizia e sulla criminalità di stampo mafioso, ha pubblicato: Affari e Politica (1987) – Il nome de “La Rosa” (1990) – Cosche di casa nostra (1992) – La nostra generazione (1997) – Cosa Nostra ieri, oggi, domani (con Gioacchino Natoli, 2004) – Lo sciopero nei servizi essenziali (con Maria Paola Monaco, 2009) – Romanzo giudiziario (2015).
La fotogallery della presentazione del libro di Giovanni Di Cagno (foto www.SassiLive.it)