Dimensionamento scolastico 2018-2021 si registra l’intervento dei genitori dell’Istituto Comprensivo “Padre Pio da Pietrelcina” di Pisticci: “Facciamo chiarezza”. Di seguito la nota integrale.
Ancora una volta ritorna di grande attualità il piano di dimensionamento scolastico 2018-2021, di cui si è ampiamente discusso negli ultimi due anni: i numeri purtroppo parlano chiaro, l’istituto Padre Pio da Pietrelcina allo stato attuale, comprese le classi di Craco, conta 559 alunni, ben al di sotto della soglia minima di 600 alunni prevista per i comuni come il nostro per il mantenimento dell’autonomia scolastica e dei servizi essenziali ad essa connessi.
Con grande buonsenso, le istituzioni e i funzionari preposti, applicando la legge, hanno trovato la soluzione idonea a garantire per tutti gli studenti del nostro comune un’adeguata ed omogenea offerta formativa, salvaguardando e tutelando gli interessi di tutti gli alunni del territorio.
Proprio per questo assistiamo con sgomento all’inasprirsi dei toni, alla levata di scudi, alla chiamata alle armi di novelle ed improbabili Giovanna D’Arco che, dall’alto delle loro pagine facebook, in pieno delirio di onnipotenza, lancia in resta, si tuffano in nuove crociate alla spasmodica ricerca a tutti i costi di un colpevole da mettere alla berlina, di un responsabile da punire, esponendolo al pubblico ludibrio dei social, non della società che è altra cosa.
Altrettanto sgomento proviamo nell’assistere alla bieca strumentalizzazione politica di questa vicenda da parte di chi, evidentemente non conoscendo la questione, la utilizza per denigrare coloro che hanno tutelato in nostri figli, alimentando la confusione generale creata ad hoc.
Noi non ci stiamo a questa caccia alle streghe, a questo rincorrersi di notizie fuorvianti, che hanno generato tanta confusione, a questo manipolare senza pudore i legittimi timori dei genitori del nostro paese che, da un lato temono di perdere l’autonomia dell’istituto scolastico con pesanti ripercussioni sui servizi didattici e dall’altro, temono di perdere la continuità didattica dei loro bambini, causata dal possibile passaggio degli insegnanti ad altro istituto.
Per questo, nostro malgrado, abbiamo deciso di intervenire, cercando di fare chiarezza; innanzitutto, è palese che senza l’intervento di dimensionamento come attuato dalla giunta regionale, alla luce del sole e secondo la legge, dopo confronti durati per più di un anno -tutto il resto è mera fantapolitica-, l’Istituto Padre Pio da Pietrelcina, essendo abbondantemente sotto i 600 alunni avrebbe perso l’autonomia scolastica necessaria per l’assegnazione del Dirigente Scolastico e del Direttore Generale dei Servizi e ciò avrebbe influito direttamente sulla qualità e sulla continuità dell’offerta formativa che la scuola ha il dovere di fornire ai nostri giovani, come fatto sino ad oggi.
Chi sostiene il contrario mente.
In merito alla tanto sbandierata perdita della continuità didattica che tale dimensionamento potrebbe creare per i bambini del plesso di Monreale, ci siamo chiesti se questa sia una conseguenza automatica dell’aggregazione dovuta al dimensionamento, o invece dipenda da scelte volontarie, che non sta a noi giudicare, ma che facciamo fatica a comprendere.
Per questo abbiamo consultato la legge che, pur nella nostra estraneità alla materia scolastica, ci sembra abbastanza chiara.
La risposta l’abbiamo trovata nell’art. 18 del Contratto Collettivo Nazionale integrativo 2019/2020/2022, che in tema di dimensionamento scolastico recita testualmente alla lett. B punto 2. ”nel caso in cui, a seguito delle operazioni di dimensionamento, singoli plessi o scuole dell’infanzia confluiscano in altro circolo o istituto comprensivo, tutti i docenti titolari nel circolo e/o istituto comprensivo ed assegnati, nel corrente anno scolastico, dal dirigente scolastico sui plessi medesimi o sulle scuole dell’infanzia medesime possono esprimere, al fine di garantire la continuità didattica, un’opzione per l’acquisizione della titolarità nel circolo e/o istituto comprensivo di confluenza”.
Ci pare che la norma lasci ben poco spazio alla interpretazione: se gli insegnanti del plesso che viene aggregato, esprimono la volontà di confluire nel nuovo istituto, conservano la titolarità della loro posizione anche nel nuovo istituto, garantendo ai bambini la continuità didattica.
Quale disagio subirebbero gli insegnanti nel rimanere nella scuola di Via Monreale, aggregata al nuovo istituto, visto che i due istituti comprensivi si trovano nello stesso comune e che all’interno del centro abitato di Marconia i due plessi della scuola primaria si trovano a circa un chilometro di distanza l’uno dall’altro?
Pur riconoscendo ai docenti la sacrosanta libertà personale, non comprendiamo la loro scelta di non rimanere nel nuovo istituto, compromettendo la continuità didattica dei loro alunni, che dovrebbe essere l’interesse principale da tutelare.
Ci auguriamo che questa vicenda non abbia ulteriori strascichi e non trascini il nostro territorio in una assurda contrapposizione campanilistica, visto e considerato che siamo tutti parte dello stesso comune.