Una vicenda interessante con oggetto i rioni Sassi di Matera, patrimonio dell’Umanità. E quindi soldi pubblici e Istituzioni locali, provvedimenti e varianti, riunioni in quel di Potenza e lavori sospesi, rimodulazione progettuale e soluzioni mancate.
Correva l’anno 2002 allorchè il Comune di Matera autorizza il progetto esecutivo denominato “Intervento di recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica nel Rione Sassi”. Trattasi di 72 alloggi per un importo complessivo di 9.188.121,59 euro.
La Giunta regionale nel corso del 2003 designa il Commissario per la ricognizione delle attività edilizie da realizzare giù nei Sassi. Al termine del controllo si segnala l’opportunità di rinnovare la gara di appalto per la “mancata acquisizione del parere del Comitato tecnico dell’Ater, Agenzia territoriale edilizia residenziale”.
Successivamente il Comune ratifica un nuovo elaborato tecnico e svolge il bando pubblico assegnato, il 7 aprile 2005, al Consorzio Stabile Novus spa di Napoli.
Dopo il via libera a una variante di progettazione,8 febbraio 2007,la messa in opera delle case scavate nelle grotte è condizionata da diverse problematiche. La più rilevante consiste nella riduzione delle dimore dalle iniziali 72 a 41 unità destinando le aree restanti ad altro tipo di utilizzo.
Nel corso del tempo ci sono state sospensioni e riprese delle attività lavorative sino al blocco definitivo del giorno 29 luglio 2011.
Arriva il 2012 e il Consiglio regionale lucano autorizza sindaco e assessori di Matera a modificare il programma di recupero nei Rioni Sassi mentre il Ministero dei Beni culturali e Turismo esprime,11 novembre 2013, parere favorevole alla mutazione architettonica. Il nulla osta della Regione giunge nel capoluogo materano il 20 maggio 2014.
Passano meno di ventiquattro mesi e il 26 febbraio 2016 riprendono i lavori a cura di una società che fa parte del raggruppamento d’impresa aggiudicatario Consorzio Stabile Novus spa.
Operazioni che risultano interrotte la mattina del 19 dicembre 2016,a tutt’oggi aprile 2019.
L’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità il 30 giugno 2017 convoca i referenti del Comune di Matera, Ater, Direzione Lavori e sollecita il Comune, in qualità di soggetto attuatore, a trasmettere una dettagliata e nuova relazione con cui ripercorrendo il percorso tecnico-amministrativo della concessione “giustifichi l’operato sinora condotto e definisca le condizioni con le quali intende proseguire nel procedimento”.
A fine agosto 2018 i vertici della Regione riconvocano Comune e Ater e Direzione Lavori. Qui si riscontra la cronologia di quanto accaduto dal 2002 attestando le cifre seguenti al luglio 2018 :
importo del contratto-atti aggiuntivi 5.571.567,28 euro
importo a consuntivo delle spese sostenute 2.999.921,21
credito dell’impresa 26.996,21.
Presidente e Giunta regionale prendono atto dunque che “alcuna proposta precisa è stata presentata con l’obiettivo di addivenire alla ripresa dei lavori e visto che il Dirigente regionale Ufficio Edilizia annota che : il Comune di Matera non ha individuato una valida e sostenibile soluzione per il completamento dell’intervento, a tutela del pubblico interesse propone la nomina di un Commissario ad acta”.
Per fare? Ecco: verificare lo stato del progetto e relative opere, acclarare le motivazioni del mancata conclusione dei lavori ed eventuali responsabilità, constatare se sussistono le condizioni tecniche amministrative e legislative per la ripresa del programma edilizio. Diversamente scatta la revoca del finanziamento residuo.
Ebbene il 15 marzo 2019 il vice presidente della Giunta regionale Flavia Franconi nomina, con decreto, il Commissario nella persona dell’ing. Guido Loperte del Dipartimento infrastrutture mobilità ufficio protezione civile della Regione Basilicata.
Durata dell’incarico, 60 giorni.