Il concerto della Vegetable Orchestra promosso dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per gli eventi di Matera 2019 all’auditorium non ha convinto l’attore e regista materano Antonio Montemurro, autore di numerose rappresentazioni teatrali con la sua compagnia teatrale “Talia Teatro”. Di seguito la nota integrale.
Non deve meravigliarci se la cultura “dalla cintola in giù” oggi prevalga su quella “dalla cintola in su”, ovvero quella del cuore e del cervello, per noi unica forma di cultura ragionevole. Mi riferisco al fatto che, a quanto apprendo dalla stampa, un ortaggio, il peperone, divenuto crusco in quel di Senise, oggi viene usato addirittura come strumento musicale, assurgendo agli onori della critica culturale. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il peperone crusco avrebbe avuto così tanto successo e fortuna … ” C’ l’aver a dìsc …” ( chi glielo doveva dire …) Riflettendoci bene, questo successo era apparso maturo già quando, durante i festeggiamenti per Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019, un noto attore lucano aveva scelto di intrattenere il pubblico europeo per ben dieci di minuti proprio su questo ortaggio, sempre nella modalità crusco.
In fondo in questo mondo sempre più distratto, superficiale, disattento e disimpegnato, diventa normale che le manifestazioni culturali tradizionali vere, la poesia, il teatro, la musica, la danza, la pittura e via discorrendo, non trovino posto.
Ma forse chi non capisce sono proprio io e qualcuno rimasto legato, come me, alle forme estetiche tradizionali delle arti.
Sono contento che i materani si stanno svegliando, dato che il De Ruggieri che dichiarava “La cultura non è consumo. E Matera 2019 non può essere un eventificio” (https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-12/matera-trionfo-tutti-contro-tutti-075634.shtml?uuid=AB9doHxD) non c’è più, schiacciato da don Luigini che prenderanno tutto da un territorio che non è loro per sfruttarlo e depauperarlo il più possibile, non valorizzando la nostra storia, i nostri valori, la nostra cultura, i nostri artisti, i nostri prodotti locali, che violentano il Parco delle Chiese Rupestri con installazioni illegali, deturpano il Parco del Castello con spettacoli da circo, permettono di scalare chiese uniche come quella del Purgatorio, che giocano su termini che non esistono nel dizionario dell’Accademia della Crusca e con termini inglesi per cercare di rendere intellegibile quello che noi capiamo, ossia il nulla, pagato caro, insieme a chiese di cartone che appaiono e scompaiono, bande musicali, la figuraccia unica in diretta RAI, che hanno messo mani, piedi e gente nelle 2 uniche opere stanziali pensate e nate prima di capire dove era Matera, città raccontata da fotografi non locali. Qualcuno ha scritto “aspettiamo i bilanci”. Essendo prevalentemente alimentata da fondi pubblici, oltre al bilancio tradizionale (conto economico, stato patrimoniale e nota), la fondazione deve soddisfare il principio di ECONOMICITA’, ovvero non occorrerà semplicemente dimostrare la copertura di tutti i costi (valore delle risorse consumate, cioè degli input) da parte di tutti i ricavi (valore di quanto prodotto, attribuito dal mercato oppure dalla comunità economica), ma anche la capacità di soddisfare nel tempo tutte le categorie di interessi che insistono sulla fondazione avanzate dai diversi stakeholder: è’ la traduzione sul piano economico del caratteristica di sostenersi da sola, nel tempo, non di estinguersi all’estinzione delle risorse. Seve altresì soddisfare il requisito di EFFICIENZA TECNICA (come raggiungere uno specifico obiettivo con il minor consumo di risorse) e di EFFICIENZA ALLOCATIVA (come massimizzare i benefici ottenibili attraverso l’impiego delle risorse disponibili). Deve soddisfare il requisito di EFFICACIA (grado di raggiungimento di un obiettivo, sia qualitativo che quantitativo, che è turismo e cultura per sempre). Manca inoltre un controllo interno, esterno, la valutazione dei rischi (che hanno effetti incalcolabili soprattutto sulla reputazione). Tornando a economicità, efficienza ed efficacia, se l’attore nudo del circo poneva il peperone crusco lì e lo faceva suonare con dei peti, ammesso che codesta sia cultura ma certamente non nostra, non sarebbero stati soddisfatti insieme tali tre requisiti di legge, mi chiedo?