È Emilio Solfrizzi, il popolare attore barese, a indossare gli scomodi panni dell’avversario immaginario (ma forse vero) di Federer in un match che lo vede condannato all’inevitabile sconfitta contro il più forte tennista del mondo. La piece “Roger”, in programma martedì 16 aprile all’Auditorium Gervasio di Matera (ore 21), rientra nel programma ‘Sport Tales’, il progetto di cultura sportiva della Fondazione Matera Basilicata 2019 per Matera Capitale europea della cultura 2019.
È il secondo appuntamento teatrale, dopo “Maratona di New York”, che ha visto alla ribalta, nella prima messa in scena al femminile del rappresentatissimo dramma, Fiona May e Luisa Cattaneo
L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un campionissimo di nome Roger.
Un monologo su un tennista che da anni deve affrontare Federer (ma anche, in qualche modo, Dio) senza riuscirvi. Nel corso del pezzo evoca la partita che dovrebbe disputare e che, forse, si è già disputata, ma che è finita, e non poteva che finire, con la sua sconfitta.
Come già in ‘Maratona di New York’, quindi, lo sport diventa una metafora della vita (e della morte) e un’occasione per riflettersi e confrontarsi sui temi più profondi.
Sinossi di Umberto Marino
L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria e tragicomica partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti
i tempi, un fuoriclasse di nome Roger. Chi si trovasse a dare
un’occhiata al testo letterario e poi al monologo teatrale che
ne ho tratto, troverebbe una grande differenza con lo spettacolo che vedrà: tutto l’apparato realistico, compresi oggetti
di scena ed effetti sonori, sulla scena non c’è.
Man mano che insieme a Emilio Solfrizzi mettevamo in scena il
testo ci siamo resi conto che potevamo elevare la posta della
nostra scommessa puntando a una rappresentazione completamente affidata alla centralità della parola e dell’attore. Mi
sono ricordato del “cuntastorie”, una arcaica forma di attore
totale siciliano di cui racconta Pitré, un attore di strada provvisto di tre panche per il pubblico e di due spade, unici supporti per raccontare e rappresentare al suo pubblico l’intero
ciclo della tavola rotonda. Così, forte dell’interprete che avevo, ho cominciato a togliere e a semplificare, fino a che in
scena sono rimaste solo le poche righe bianche che disegnano un campo da tennis e due sedie, quelle sulle quali, nei
cambi campo, i tennisti si riposano.
Appena siamo stati in grado, da molto presto, abbiamo
cominciato a ospitare degli spettatori. Prima due, poi quattro,
dodici, trenta, per mettere a punto e verificare gli effetti comici
e quelli drammatici. Gli spettatori ci hanno detto che avevano
visto il campo, l’arbitro, la palla, la racchetta, i colpi e, fidandoci di loro, affrontiamo una verifica più vasta e impegnativa,
sperando che la metafora, prima nascosta e poi svelata, che
il testo contiene trovi in questo modo la strada per arrivare al
cervello e al cuore del pubblico che vorrà condividere con
noi questa esperienza.
“Roger”
scritto e diretto da Umberto Marino
con Emilio Solfrizzi
luci Giuseppe Filipponio
musiche Paolo Vivaldi
regista assistente Maria Stella Taccone
consulenza tecnica Maestro Leonardo de Carmine
per il costume del Signor Solfrizzi si ringrazia la Sergio Tacchini Icons srl di Livorno e Anna Coluccia