“Con un atteggiamento rancoroso e vendicativo e attraverso un’opera di sistematica disinformazione sulla storia di Radio Radicale, il governo si appresta a non rinnovare la Convenzione. In questi anni i milioni ricevuti dalla radio sono stati il corrispettivo per un servizio svolto che ha consentito ai cittadini l’accesso diretto alle istituzioni e non certo uno spreco come qualcuno lascia intendere. Si invoca la trasparenza delle istituzioni e poi si zittisce una delle voci che ha contribuito alla crescita della democrazia in questo Paese”. Lo dichiara il senatore del Pd Salvatore Margiotta.
“Il M5S – prosegue – che considerazione ha dell’informazione libera e trasparente e del dibattito democratico? Chiudere Radio Radicale significa privare il nostro Paese di uno strumeno di difesa della democrazia. Una radio che non ha mai cercato ricavi ma che ha sempre reso un servizio di pubblica utilità”. “Il gruppo Pd al Senato ha costituito un integruppo per la difesa di Radio Radicale e ha messo in campo una serie di iniziative parlamentari. I radicali hanno condotto in tutti questi anni storiche battaglie di democrazia, libertà e giustizia e non meritano questo trattamento indegno che lede il diritto dei cittadini di poter conoscere per deliberare. Sono particolarmente vicino a Maurizio Bolognetti, radicale lucano, in sciopero della fame a oltranza per consentire alla storica emittente di poter continuare a svolgere il suo prezioso servizio pubblico”, conclude Margiotta.