Egidio Tamburrino, Responsabile Comitato Tecnico Scientifico Altra Associazione, Associazione Micro Piccole e Medie Imprese della
Provincia di Matera: “La nave che affonda ed i topi che fuggono”.
Quando una situazione tende a degenerare oppure è del tutto compromessa, chi è vile, chi ha vissuto all’ombra di questo sistema è il primo a togliersi dall’impiccio, il primo a capire che ormai non c’è più nulla da fare.
Nella realtà si comportano in tale maniera i topi che, proliferando nelle stive delle navi, avvertono per primi il pericolo di annegamento dal momento
che è nelle stive che l’acqua arriva per prima.
Se a questo si aggiunge che i ratti hanno un istinto di sopravvivenza eccezionale allora si capisce bene come il detto abbia anche una veridicità scientifica.
Il detto però sembra aver anche una veridicità politica stando ai “rumors” che via via vanno diffondendosi negli ambienti della politica lucana a seguito dei risultati delle recenti consultazione elettorali.
Con molto garbo ma con altrettanta fermezza il neo eletto Presidente della Giunta regionale, verrebbe da dire “manu militari”, ha invitato il maggiorente della Struttura regionale a bloccare eventuali nuove nomine e/o incarichi in attesa dell’insediamento del nuovo Parlamentino regionale e di seguito ha annunziato l’avvicendamento delle Rappresentanze regionali nei vari Enti sub-istituzionali. Come dire: squadra che vince si conferma, squadra che perde va in panchina.
Orbene la squadra che vinceva da cinque lustri ha perso e quella che perdeva da cinque lustri ha vinto ed è giusto ed opportuno che i vincitori assumano la responsabilità del governo regionale con la energia, la competenza e l’impegno dei suoi uomini che per cinque lustri sono stati alla opposizione.
Sono le regole della democrazia dal rispetto delle quali si misura la maturità di una Comunità. Siamo adesso agli scatoloni. Coloro che per lungo tempo sono stati gratificati da presidenze, dirigenze o consulenze di vario tipo e genere devono riempirli dei propri effetti personali per godere di un riposo sabatico.
Ed è inutile dire che l’annunzio ha suscitato scalpore tanto che taluni hanno evocato un clima di epurazione che forse sarebbe stato meglio definire in alcuni casi di depurazione. Ma tant’è.
La affermazione della coalizione che ha ricevuto la maggioranza dei suffragi dell’elettorato lucano, era comunque già nell’aria. Ne sono stati i precursori le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la Sanità lucana, la scarsa trasparenza e la non condivisione da parte delle Comunità locali con le quali sono state affrontate le tematiche ambientali connesse con le estrazioni petrolifere, una deriva sempre più negativa del saldo occupazionale e dei flussi migratori. Per dirla con una metafora la nave di chi governava stava navigando in acque procellose e queste, sollevate dal moto ondoso hanno incominciato a raggiungere le stive della stessa dove i topi che vi vivevano al bivacco, spinti dal noto spirito di sopravvivenza sono fuggiti per approdi più sicuri.
Alcuni hanno raggiunto navi battenti bandiera diversa da quella di provenienza mimetizzandosi come i camaleonti prima della consultazione elettorale, altri, i ritardatari, sono attualmente alla ricerca di nuovi approdi
facendo abiura del credo politico che hanno professato per perpetuare il proprio bivacco in altre stive.
Il cambiamento richiesto dall’elettorato lucano non ha bisogno di siffatti mammiferi. La Comunità lucana ha bisogno di uomini capaci di porre in
essere un vero progetto di sviluppo e che, per questo, provengano dalla società civile, che abbiano competenza nei specifici settori nei quali lo
sviluppo si articola, che siano disponibili a sacrificarsi per la “res publica”
con spirito di servizio, che siano capaci di mettere a reddito gli “asset” di cui la Basilicata dispone attraverso la messa a punto di strumenti di programmazione negoziata che recuperino il protagonismo del flebile tessuto produttivo per metterlo nelle condizione di generare nuova occupazione solida e duratura. Questo è il cambiamento che chiedono i Lucani, questi sono gli uomini che chiamano all’appello per attuarlo.
I topi fuggano pure ma in altre direzioni. Dove c’è pulizia, e questa intesa in tutti i sensi, per loro non può esserci posto.