Riportiamo la lettera di Sergio Tanzarella, Ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli e docente presso l’Università Gregoriana di Roma a Maurizio Bolognetti (in sciopero della fame dalle 23.59 del 27 febbraio e in digiuno totale dalla mezzanotte di martedì e fino alla mezzanotte di Venerdì Santo) per la vita di Radio Radicale.
La vicenda di radio Radicale e il digiuno di Maurizio Bolognetti segnano il paradosso e lo scandalo dei nostri giorni. Al servizio reso dalla Radio, non solo dalle Assemblee parlamentari ma, soprattutto in questi ultimi anni, ne è prova l’immenso archivio di registrazioni di convegni, presentazioni di libri, conferenze e lezioni, il signor Crimi reagisce con la non curanza e lo sberleffo. Questo è il governo del cambiamento in ordine alla sensibilità morale, alla repressione, alla negazione dei diritti umani e civili. Ci si illudeva nel passato remoto e prossimo di aver già visto il peggio e tuttavia ignoravamo quale presente ci attendeva. Del resto il diritto all’informazione ha in Italia gravemente nociuto alle oligarchie e alle dittature. Per questo è un diritto che va negato con ogni mezzo, quindi anche negando il rinnovo della convenzione a Radio Radicale. Il Digiuno di Maurizio è una testimonianza disarmata e incontestabile, pertanto pericolosissima e da negare. E’ un’azione nonviolenta che lo pone accanto a Ghandi e a Lanza del vasto e ai digiunatori contro la guerra in Algeria. E tuttavia gli interlocutori/oppositori dei nonviolenti del passato avevano comunque una intelligenza, pur nella loro violenza, che ai nostri giorni governanti da Salvini a Di Maio – e alle loro corti – palesemente difetta. Del resto cosa attendersi da chi lascia per giorni in mare aperto o vieta lo sbarco a poche decine di sopravvissuti definendoli un pericolo per la nazione? Dinnanzi a tanto cinismo e disumanità la tua vita caro Maurizio, è davvero in pericolo e tu servi alla causa della giustizia e della verità ancora vivo!