Il Senatore Lomuti ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente per contestare la legge regionale sul raddoppio dell’eolico in Basilicata: “La legge regionale della Basilicata sul raddoppio dell’eolico è una schifezza. Va impugnata per manifesta incostituzionalità”. Di seguito la nota integrale.
La legge regionale della Basilicata, la 4/2019, è incostituzionale sotto diversi aspetti.
Agevola le autorizzazioni di nuovi impianti in contrasto con la legge nazionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale ed è stata approvata da un Consiglio regionale decisamente in prorogatio e privo dunque di legittimazione popolare e democratica.
Non ne aveva i poteri né amministrativi né politici per varare una norma del genere, in violazione dello Statuto regionale e dell’articolo 123 della Costituzione.
A questo, bisogna poi aggiungere che tale legge consente il raddoppio della potenza nominale di eolico di grandi dimensioni, cosa che riduce le distanze minime di tali impianti dalle abitazioni, il tutto senza che sia stato adottato un piano paesaggistico regionale.
Senza indicazione, dunque, delle aree non idonee, delle distanze e delle aree di rispetto, con l’evidente unico intento di mirare alla sola realizzazione indiscriminata – e senza riguardo per il territorio, l’ambiente ed il paesaggio – di tali impianti.
Una speculazione vera e propria, spacciata per produzione di energia rinnovabile, quando in realtà siamo alla sola ricerca degli incentivi erogati dallo Stato.
Un atto normativo offensivo è stato fatto da un Consiglio regionale delegittimato anche dai fatti di cronaca, che hanno visto il presidente Marcello Pittella agli arresti domiciliari e rifiutare caparbiamente di dimettersi per puro calcolo elettorale.
Un insieme di situazioni che si aggiungono al proliferare indiscriminato di mega impianti eolici in tutto il Sud Italia, senza ottenere in cambio una significativa riduzione né dei finanziamenti al fossile né dei quantitativi di idrocarburi bruciati per produrre energia, e che deve necessariamente portare a una riflessione generale sulle incentivazioni destinate alle energie rinnovabili.
Pensando magari a favorire sempre di più sistemi che coinvolgano la realizzazione di isole energetiche, la cui fruizione è direttamente rivolta a cittadini, imprese e famiglie, piuttosto che verso i mega impianti finora realizzati, buoni per le percentuali statistiche, ma non certo per un vero risparmio energetico fossile o di produzione di Co2 ambientale.
Per questi motivi e per la difesa della mia terra, ma anche delle regole della democrazia, con la sensibilizzazione fatta al ministro per gli Affari regionali, spero che nel prossimo Consiglio dei Ministri, il Governo decida di impugnare questa perniciosa legge della Regione Basilicata di fronte alla Corte Costituzionale.
Non sarebbe la prima volta che leggi adottate dal Consiglio regionale targato PD siano poi risultate lesive dei valori paesaggistici e ambientali e perciò incostituzionali. Da ultimo, il caso della legge regionale 19 del 2017 che consentiva la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica addirittura nelle aree di rispetto di siti tutelati o comunque non idonei a tali scopi, in palese violazione dell’intesa Stato-Regione, in piena difformità da logica, buon senso, norme e criteri convenzionati.
Legge che è stata non a caso dichiarata incostituzionale con la recente sentenza n. 86 del 2019.