Protesta la Polizia Penitenziaria di Puglia e Basilicata, intervento della segreteria regionale di Puglia e Basilicata di UILPA Polizia Penitenziaria.
Nella mattinata odierna, la UIL Pa P.P. congiuntamente alle sigle sindacali, Osapp, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil, le più rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria, ha manifestato dinanzi al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Puglia e Basilicata con sede a Bari, per i numerosi tagli delle piante organiche dei singoli istituti, stabilite con D.M. del 02.10.2017, che non garantiscono più i livelli standard di sicurezza con una evidente ricaduta sull’organizzazione del lavoro nelle carceri e sulle difficoltà di assicurare la tutela dei diritti degli operatori, quali ferie e riposi in particolare.
Si evidenzia, che nel 2017 l’Amministrazione Penitenziaria nell’applicare la Legge Madia sul taglio del personale del P.I., ha effettuato una riduzione lineare di 5000 unità sulla pianta generale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
La Puglia, subisce il maggior decremento con il 25%, che tradotto in numeri, risultano 600 unità in meno nei penitenziari Pugliesi, che aggiunto al 12% della Basilicata con 80 unità, risulta essere al dì sotto di quasi 700 poliziotti, di conseguenza, il Provveditorato Interregionale registra il più alto tasso di sovraffollamento della popolazione detenuta a livello nazionale (+160%).
I baschi azzurri sono stanchi di subire, di essere maltrattati quotidianamente, svolgendo doppi e tripli posti di servizio con turni massacranti.
Dopo il sit-in di protesta, il Provveditore Regionale ha ricevuto una delegazione delle rappresentanze sindacali, condividendo le fortissime preoccupazioni rispetto alla perdurante carenza di personale di polizia penitenziaria, ritenendo che sia più che mai necessario porre ogni sforzo e impegno per la tutela della legalità, con l’impegno di chiedere ai superiori uffici centrali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria una revisione immediata delle piante organiche.
Protesta la Polizia Penitenziaria di Puglia e Basilicata, intervento di USPP Ugl
Riportiamo di seguito le motivazioni che hanno determinato lo stato di agitazione del personale di polizia penitenziaria di Puglia e Basilicata nella mattinata odierna. Le segreterie regionali e i coordinamenti regionali delle due regioni – Osapp, Uil-Pa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil hanno organizzato questa mattina a Bari davanti alla sede del Provveditorato regionale un sit-in di protesta. Si tratta di una delle manifestazioni a difesa del personale di polizia penitenziaria, nell’ambito di una più vasta vertenza nazionale.
I lavoratori, del comparto sicurezza, da anni, denunciano la gravissima carenza di organico nelle carceri di Puglia e Basilicata che si somma all’acclarato sovraffollamento che crea problemi di controllo e sicurezza – 70% in più rispetto alla capienza regolamentare.
Il personale copre appena il 40% dei turni, in particolare i turni serali e notturni.
Ciò significa che i lavoratori in servizio sono dislocati su tre o anche quattro posti di lavoro, con giornate lavorative anche di 15 ore. Questa situazione, già di per sé insostenibile, è aggravata dal fatto che l’età media del personale è di 54 anni, con 30 anni di servizio. Non solo. Il 30% del personale presente in ogni sede usufruisce della legge 104/92 e delle correlate richieste di legge 151/2000. Tutto ciò ha come conseguenza la mancata concessione dei diritti spettanti al personale.
In merito, le organizzazioni sindacali avevano suggerito al Capo del Dipartimento, in un apposito incontro che si è tenuto nel mese di novembre scorso, presso la Casa Circondariale di Bari, ove fu chiesto con appositi interventi sindacali di ricomporre una nuova pianta organica, non sulla mera base al numero dei detenuti presenti in ogni istituto, ma anche tenendo conto dei presidi fissi “posti di servizio”, esistenti in ogni sede, posti obbligatori, per la garanzia e sicurezza delle strutture del distretto, nonché cittadina, presidi sorvegliati obbligatoriamente, articolati nel turni di servizio a secondo l’esigenze di ogni singolo settore .
Nonostante l’impegno del Capo di Dipartimento si è era impegnato a rivedere le piante organiche, ad oggi, le organizzazioni sindacali registrano un nulla di fatto.
Tale situazione comporta una lunghissima lista di situazioni deficitarie, che i lavoratori denunciano con forza: mancata copertura dei servizi, mancata copertura del lavoro straordinario obbligatorio, e non richiesto, mancata esclusione delle responsabilità dovute al sovraccarico di lavoro, scorte inadeguate per gli spostamenti dei detenuti. In merito, le organizzazioni sindacali hanno richiesto di adottare distacchi dalle sedi del nord e delle altre regioni con organico adeguato, fu chiesto di sanare diverse situazioni anche a volte ataviche, tipo trasferimenti per gli effetti della legge 104/92, con successivi provvedimenti di revoca, mancata stabilizzazione dei distacchi sindacali art. 36, vi sono reparti molto corposi nelle strutture di Lecce; Trani e Taranto, in attesa di apertura, dove proprio la uspp fu molto dura con il dottor basentini, ove lo diffidò all’apertura, se non fosse avviato un confronto sulla revisione delle compresse piante organiche .
“La Uspp Ugl – commenta a riguardo Vito Messina, Segretario Regionale ad interim Puglia e Basilicata– ha incontrato lo scorso anno i lavoratori e le lavoratrici degli istituti penitenziari di Puglia e Basilicata. Alla nostra visione si è aperto, su un intero apparato in angoscia, che annaspa. I Penitenziari del distretto si reggono sull’immensi sacrificio, quotidiano, dei poliziotti che vanno sistematicamente ben oltre il loro regolare orario e che, il più delle volte, non possono usufruire delle ferie, che si sono accumulati negli anni. Esempio vergognoso, quanto accade attualmente nella sede di potenza, ove dopo la chiusura di un reparto per ristrutturazione, con un accumulo di ferie di oltre 10.000 giornate e chiamato a dare supporto ad altre strutture del distretto, senza che vi sia la garanzia della copertura di quei presidi obbligatori nella struttura, qui Il senso del dovere va ben oltre ogni canone, non può essere più chiesto di essere sostenuto più di tanto, lo stress da lavoro correlato che logora, oggetto di svariati convegni promossi dalla scrivente, specie in questo tipo di professionalità, in cui attenzione e controllo sono peculiarità basilari congenite al tipo di lavoro chiamato a svolgere.
Inoltre, da sempre la Polizia Penitenziaria ha dimostrato una più grande ispirazione generale rispetto alle altre forze dell’ordine, una diversificazione che va mantenuta e messa al valore umano che ha sempre messo al primo posto.
E che è una caratteristica imprescindibile per quello che nel tempo vuole rappresentare il carcere.
Il riconoscimento professionale del Poliziotto Penitenziario si è sotto gli occhi di tutti che è estesa, connessa al rispetto delll’utente in quanto essere umano, per cui va recuperato, ci sarà e la presenza prossima di nuclei di Polizia penitenziaria all’interno delle strutture di Servizio Sociale per adulti e finanche in quelle dei minori. E’ necessario, dunque, un massiccio investimento, che dovrebbe essere fatto non solo nella direzione delle assunzioni ma anche della formazione perchè la contenzione si deve accompagnare a un sostegno adeguato e a carichi di lavoro sopportabili. A tutte queste condizioni, che abbiamo più volte denunciato e sollecitato, si aggiunge adesso anche il peso da 90 del mancato rinnovo contrattuale degli operatori di polizia penitenziaria che conferma e rafforza lo stato di agitazione del personale.Il contratto è scaduto da 4 mesi e il governo non ha ancora convocato i sindacati, con il risultato che i lavoratori si ritroveranno con soli 6 euro lordi a testa in busta paga in più al mese come automatismo. È ora di finirla con l’uso propagandistico della sicurezza a fini elettorali! Noi vogliamo sostenere e valorizzare con forza il lavoro fondamentale effettuato da questi operatori, che meritano di essere attenzionati per le condizioni di vita, di lavoro e nel dovuto riconoscimento economico. Oggi vi è stato un confronto importante con il provveditore regionale, ove ha condiviso la nostra posizione, con un documento sottoscritto, dall’incontro emerge un nuovo spiraglio di luce, vi sarebbe al vaglio di discreto incrento di uomini a stretto di giro, poco meno di quanto ci era stato tagliato poco più di 2 anni, ci fu un taglio nel distretto Puglia e basilicata di 580 unità, un tagliia che andava dal 18 % al circa il 30 % sulla casa circondariale di Potenza.
Si è discusso di relazioni sindacali poco corrette. Sono catuamente ottimista. Attendo con ansia gli sviluppi che si passi dale promesse ai fatti concreti”.