“Le ultime vicende giudiziarie che riguardano il Cova di Viggiano e nello specifico lo sversamento di greggio da serbatoi, a parte il lavoro della magistratura che deve fare rapidamente il suo corso, devono richiamare istituzioni, politica, imprese e sindacato, ciascuno per il proprio ruolo, ad uno scatto ulteriore di responsabilità nella consapevolezza, come la Uil indica da sempre, che la partita del petrolio si gioca e si vince se siamo tutti quanti insieme, senza inutili gare per assicurarsi il titolo di chi è più ambientalista o quello di chi è più distante dai petrolieri”.
Carmine Vaccaro, segretario regionale della Basilicata della Uil, commentando i fatti giudiziari di queste ore, sollecita “un atteggiamento di condivisione di tutte le parti in causa puntato a rivedere in toto la “strategia lucana sul petrolio”.
Intanto – dice – non bastano più i comunicati rituali e formali dell’Eni. L’a.d. De Scalzi venga in Basilicata e avvii la fase di concertazione sul rinnovo dell’intesa sulle concessioni petrolifere scaduta a novembre dello scorso anno e in questa occasione ci dica come la società petrolifera intende affrontare tutte le questioni – dalla tutela ambientale e la salvaguardia delle condizioni di lavoro nel Cova e fuori, all’indotto, ai programmi di “chimica verde”, all’adeguamento delle royalties – sul tappeto.
La nuova inchiesta, piuttosto, segni una sorta di spartiacque per ripartire da zero da un punto fermo: il rapporto lavoro-ambiente-comunità, tanto più nel comparto petrolio, ma non solo, in tutto il mondo è sempre stato inclinato; spetta alla capacità e alla qualità di governo delle classi dirigenti e politiche ristabilire l’equilibrio corretto recuperando anni perduti. Come spetta alla Regione riscrivere le regole, chiamando il Governo alle proprie responsabilità”.
Vaccaro, su tante, indica due priorità: “ ètempo di pensare alla definizione di nuove linee produttive di sfruttamento in loco dei derivati, con microinterventi nella “chimica fine” e dei nuovi materiali, delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario; è più che matura l’istituzione del Fondo Sovrano. Sul primo punto l’a.d. dell’Eni Claudio De Scalzi ha annunciato quella che ha definito la “svolta verde” nella strategia della società, mettendo sul piatto investimenti destinati al nostro Paese per 2,3-2,4 miliardi di euro (3,5 miliardi a livello mondiale). Abbiamo bisogno – dice il segretario della Uil – di conoscere in dettaglio i piani che riguarderanno la Val d’Agri (non solo nell’ambito delle compensazioni ambientali e della forestazione) dove da tempo si attendono i programmi sul presente e sul dopo petrolio.
La scelta del Fondo sovrano regionale, invece – vorrei ricordarlo – è ispirato da due sentimenti-guida: quello della generatività delle commodities da far attecchire alla economia delle famiglie e delle imprese lucane, massimizzandone i risultati. E poi il sentimento della generosità e della ‘distesa sul futuro’ spostando quote cospicue degli introiti verso le nuove generazioni. Il Fondo – la nostra idea è sul modello norvegese tradotto nelle competenze e nella strumentazione regionale – arricchito da un impiego prudente sul mercato finanziario, proietta la programmazione al futuro e al dopo-petrolio alimentando un flusso di risorse utili, sia come accumulo di ‘previdenza sociale’ per i cittadini lucani e sia per costituire uno stock di risorse a ‘tesoreria regionale’, da investire nello sviluppo del territorio. Solo con una svolta epocale nella programmazione delle nostre risorse energetiche, come di tutte quelle del territorio, i ‘beni comuni’ – conclude Vaccaro – si può costruire il futuro della regione”.