Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro della Presidenza del Partito Radicale (in sciopero della fame dalla mezzanotte del 27 febbraio per la vita di Radio Radicale e il diritto umano e civile a poter conoscere per deliberare): “basta con le processioni dolenti di farisei e impostori, sciacalli e ipocriti”. Di seguito la nota integrale.
Vedo in giro tanta bella gente che si affretta, spintona e che smania dalla voglia di mettere i chiodi sulla bara. Processioni dolenti di farisei e impostori, sciacalli e avvoltoi.
Sono gli stessi che non ho mai avuto il piacere di sentire o di vedere quando, non oggi, non nel 2017, ma a partire dal 2009, avvertivo che a Viggiano stava accadendo qualcosa di grave.
Sono i professionisti della dichiarazione e della presa di posizione un tanto al chilo. Gente buona solo a metter cappello e che non ha mai prestato reale attenzione alle denunce, alle domande, agli interrogativi che ho sollevato a più riprese nel corso degli anni.
Gli stessi che non ebbero ad emettere un fiato quando nel giugno del 2015 fui, mio malgrado, protagonista di uno sgradevole episodio che potremmo rubricare alla voce “pistola vs telecamera”. Ero a Viggiano perché una fonte aveva confermato in toto ipotesi più volte avanzate in precedenza. Ho trascorso anni interi, lustri ad occuparmi della Val d’Agri, della Valle del Sauro, dei luoghi in cui vengono svolte attività di ricerca e coltivazione idrocarburi. L’ho fatto per difendere questa nostra bellissima terra e i suoi veri tesori. L’ho fatto per onorare il diritto alla conoscenza. L’ho fatto perché ho fame di verità.
Non ieri, ma nel 2009 e poi nel 2010 e ancora nel 2011, dopo aver portato alla luce storie nascoste, documenti nascosti e sepolti nei cassetti dei nostri enti, ho posto a più riprese domande sulla presenza di manganese nelle falde acquifere della Val d’Agri; manganese e non solo manganese.
Nel dicembre del 2018, l’Ispra ha dato una conferma a quelle ipotesi. Così come, nel gennaio del 2017, la presenza di idrocarburi nel depuratore consortile ha confermato quel che pure avevo denunciato e raccontato nel giugno 2015 e precedenti.
Oggi che tutti dichiarano, confesso che quasi non ho voglia di scrivere e se lo faccio è per la nausea che monta di fronte allo sciacallaggio e alla patente falsificazione che non onora la verità.
Muti allora e fin troppo loquaci oggi,ad iniziare da assai presunti ambientalisti sempre pronti a incassare le royalties che piovono a pioggia su un ecologismo di facciata.
La stessa denuncia presentata da Argaip nel gennaio del 2017 fa sorgere mille interrogativi. Interrogativi che, per quanto mi riguarda, ho trasposto in un esposto presentato nel febbraio 2017, quando entrai in possesso di documenti che probabilmente non avrei dovuto leggere.
Questa inchiesta, quella sulla perdita di greggio, l’ho detto e lo ripeto, è stata avviata con grave ritardo e a babbo non morto, ma liofilizzato. Prendo altresì atto che è stata chiusa a poche ore dal deposito delle liste per le elezioni Europee e che è stato disposto un arresto del quale non comprendo le ragioni. Non le comprendo perché, come avrebbe detto qualcuno, tutto si è compiuto e da tempo. Ne è passata di acqua sotto i ponti prima che qualcuno si decidesse a vedere quel che ho tirato fuori, girando armato di telecamera, registratore e taccuino. Il giornalismo di inchiesta si fa anche sul campo, respirando polvere, consumando tacchi, percorrendo decine di migliaia di km. Si fa ponendo domande scomode che ti fanno guadagnare insulti, minacce e intimidazioni reiterate, perché hai provato a far luce dove c’è buio e ombra. Ho detto acqua? Non di acqua dovremmo parlare ma di greggio, quello che ha impregnato la terra e le anime e contaminato le falde. Sapete qual è la disonestà? C’è gente che in queste ore esprime cordoglio per la morte di Griffa e dice che Griffa aveva ragione. Diciamo che Griffa aveva ragione nella misura in cui aveva scritto delle cose in un memoriale, ma quel memoriale è venuto fuori a fine 2017. Quando ho iniziato a sollevare la questione, quando si sono verificati i fatti del 2015, di quel memoriale, che chissà perché non fu prontamente inviato a chi di dovere, nulla si sapeva. Stiamo assistendo a una ricostruzione che non onora la verità e nega memoria. I protagonisti? I soliti noti. C’è una folla di sciacalli e avvoltoi che si sta affrettando a cibarsi di un cadavere ancora caldo e, temo, per ragioni poco nobili e che nulla hanno a che fare con la tutela della nostra terra e dei suoi tesori. Per parte mia posso solo ribadire che la tanta bellezza donataci generosamente, che questa meraviglia chiamata Basilicata, vada curata oggi più di ieri. Stiamo attenti in queste ore a non buttar via il bambino con l’acqua sporca. E stiamo attenti agli impostori. A volte avrei voglia di dire che preferisco gli inquinatori seriali a certi dichiaratori seriali. Anche questi ultimi inquinano, ma sono inquinatori di coscienze e ladri di verità.