Come una scure la DGR n.194/2017 (che ha introdotto il nuovo Regolamento autorizzativo delle Residenze per Anziani) e la mancata applicazione della legge regionale n° 19 del 2017, che disponeva il “riconoscimento della quota sanitaria pari al 20% rispetto al numero degli ospiti presenti nelle strutture”, si sono abbattuti sulla Casa di Riposo “Villa sul Lago” di Spinoso. A darne notizia è il presidente dell’ARSSAB (Associazione Regionale Strutture Socio Sanitarie di Basilicata), Vincenzo Clemente, che amareggiato e impotente, parla di pesante anti-economicità dell’esercizio dell’attività di impresa.
Le enormi difficoltà economiche che non hanno permesso di garantire la continuità assistenziale agli anziani ospiti ( la struttura conta 24 posti letto e 12 dipendenti), hanno costretto l’amministratore unico a comunicare alle sigle sindacali e alla Regione Basilicatala chiusura della Residenza.
A nulla sono valsi gli innumerevoli tentativi di scongiurare il licenziamento delle maestranze.
“La chiusura di un’attività di impresa è sempre una sconfitta per un imprenditore – ha dichiarato Vincenzo Clemente. Un fallimento personale al quale si aggiunge la responsabilità etica, che pesa come un macigno, nei confronti dei lavoratori ai quali viene sottratta una fonte di reddito. La specificità aziendale, poi, con la valenza sociale di un ambito delicato quale l’assistenza a persone fragili, rende più odioso il confronto con i dati costi/benefici”.
Oltre al danno si è aggiunta la beffa registrata con l’atteggiamento pretestuoso e non veritiero di Giovanni Casaletto della FP Cgil cheha inviato una lettera alla Regione Basilicata, spiegando in maniera errata la vicenda e accusando la Struttura di non aver comunicato in tempo dovuto ai familiari degli ospiti.
“Una vicenda dai risvolti drammatici, vissuta nell’indifferenza generale – ha sottolineato Vincenzo Clemente. Indifferenza da parte delle sigle sindacali, se non dalla FP GCIL,interessata alla salvaguardia dei livelli occupazionali e non alle condizioni di trattamento economico del comparto assistenziale, assolutamente poco dignitoso, considerato anche il mancato sostegno da parte delle casse pubbliche anche nella misura prevista per legge.Indifferenza degli amministratori locali. Indifferenza della politica regionale, che con un contentino mai attuato aveva cercato di porre rimedio all’infelice nuova regolamentazione del settore. Nei fatti, è stata ridotta al 35% la quota precedentemente assegnata ad alcune strutture che insieme alla mancata assegnazione della quota del 20% a tutte le altre aziende che ne avevano fatto richiesta, hanno prodotto un risparmio di spesa per la Regione, a esclusivo danno delle aziende e, dunque, dei lavoratori del settore”.
Continuano così gli appelli alla politica regionale.“Servono politiche concrete per cambiare il destino della Casa di Riposo di Spinoso. Nessuno vuole rinunciare al proprio ruolo, ma per assicurare continuità c’è bisogno del ripristino delle condizioni indispensabili dei propri ruoli.
Il paradosso nel nostro settore è che il lavoro c’è ma le risorse economiche sono insufficienti per far fronte ai costi del personale. Ho sempre segnalato con forza il rischio collasso del comparto socio-assistenziale nella nostra Regione epiù volte ho chiesto alle varie Giunte Regionali di riconoscere a tutte le strutture e non ai pochi amici, la quota a rilievo sanitaria prevista per legge in modo da scongiurare ciò che oggi è accaduto a Spinoso e che, purtroppo, tra non molto si estenderà ad altre strutture.
Al neo insediato Presidente Bardi chiedo adesso l’impegno a dare una svolta a questo settore se non altro per il”benessere “ dei cittadini sia essi ospiti che lavoratori affinchè la crisi del comparto venga affrontata con serietà.
Alle sigle sindacali auguro un buon 1° Maggio, per il lavoro che non c’è, con un messaggio: uniamo le forze per costruire un welfare che riscatti la dignità dei cittadini lucani da sempre strumentalizzati e ricattati”.
Apr 30