Pierluigi Pardo, conduttore di Tiki Taka su Italia Uno e telecronista per Dazn, ha promosso nel pomeriggio nella chiesa del Cristo Flagellato all’interno dell’ex ospedale San Rocco uno speciale “Pardo Live” per la rassegna Sport Tales di Matera 2019.
Il caso Matera, il Var, la Juve e la Champions, le grandi in crisi, il razzismo, la nuova Nazionale, i Mondiali femminili, L’ultima stagione del calcio ha lasciato diversi temi su cui discutere
Pierluigi Pardo, il conduttore di Tiki Taka, che ha codificato un nuovo modo di raccontare il calcio, e che per questo sarà iscritto nella Hall of Fame della Cultura Sportiva, guida non un talk show ma una assemblea pubblica nel corso della quale saranno raccolte tutte le opinioni sui temi sopra elencati e su altri espresse dai partecipanti all’incontro.
Al termine dell’incontro è stato redatto il documento 2019, il futuro del calcio visto da Matera Capitale Europea della Cultura che sarà consegnato ai vertici della Figc in questi giorni in città per altri eventi e distribuito a tutti i media perché diventi una piattaforma di discussione alla vigilia della nuova e delle nuove stagioni.
Di seguito l’intervista rilasciata per SassiLive da Pierluigi Pardo.
Il calcio di oggi come lo vedi rispetto al passato, cosa è cambiato? “Rispetto a un po’ di anni fa di calcio si parla ancora di più. Se paragoniamo le prime pagine di un giornale come il Corriere della Sera o Repubblica di oggi e di 30 anni scopriremo che oggi è molto più frequente trovare un richiamo o una notizia o una foto di sport in prima pagina rispetto a 30 anni fa. E’ un settore dal punto di vista economico che non vive un momento migliore ma se lo confrontiamo con altre forme economiche che ci sono nel mondo il calcio tira e sicuramente è un fenomeno che sta crescendo. Se parli con gente che fa cinema ti dice che il cinema è in crisi, ci sono molte realtà che sono in crisi, anche la carta stampata è in crisi, il calcio non è in crisi. Poi all’interno di questo interesse che c’è per il gioco c’è una situazione italiana che non così brillante perchè probabilmente rispetto a 20 anni fa siamo tecnicamente inferiori, abbiamo idee meno innovative rispetto al passato e questa cosa incide sull’umore generale e sui risultati complessivi del calcio italiano, però complessivamente si può dire che vive e lotta insieme a noi”.
Sopratutto con Tiki Taka che ha dato uno stile nuovo, probabilmente ti sei ispirato anche al Controcampo di Vianello. “Sì, il programma è nato di lunedì 6 anni fa come un esperimento di una tv generalista commerciale. Ci sono sette canali, 3 Rai, 3 Mediaset e La7 in cui l’ascolto è un tema, tv in cui se non fai ascolti ti chiudono. Un programma di calcio parlato del lunedì di commento non c’era mai stato molto bene, poi quest’anno c’è stata la cosa del doppio programma ma ad un certo punto si è deciso di razionalizzare e di farlo solo la domenica perchè l’azienda ha fatto un investimento importante sui diritti, sta andando benissimo, è chiaro che non mancano momenti di stress. L’idea è stata sempre la stessa, portare il racconto del calcio declinato in una maniera diversa. Oggi non solo a Tiki Taka ma anche da altre parti vedo attori importanti, politici, commentatori politici, giornalisti impegnati che parlano di pallone. Sei anni fa quando è cominciato Tiki Taka questa era una novità. Avere Scansi o Crosetti piuttosto che Labate o Dalai che parlavano di calcio”.
Sei anche imitato da Nicola Savino e questa è un’altra soddisfazione o no? “Siamo amici con Nicola, quindi lui fa tante imitazioni meravigliose come quelle di Galeazzi, Max Giusti, mi fa molto piacere. Io mi diverto, sarei ipocrita se dicessi che mi annoio anche se la mia passione principale rimane fare le telecronache”.
Telecronista o anche qualcos’altro in futuro? “Ho cominciato a fare un programma di gastronomia su Radio24 con Oldani due anni fa, io sono curioso su tante cose ma non è che voglio condurre Sanremo, non ho alcuna particolare aspirazione da questo punto di vista, vedremo, sono aperto. Sicuramente mi interessa molto la politica ma la lascio fare a quelli che la fanno perchè ci vuole una capacità che io non ho e una cultura politica che io non ho e l’intrattenimento può essere un’idea, la musica mi piace molto, poi il mio sogno è cantare…no scherzo, insomma mi diverte molto, ma l’unica cosa a cui non potrei rinunciare sono le telecronache.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro con Pierluigi Pardo (foto www.SassiLive.it)