Il nome di Giampiero Maruggi, già direttore di Sviluppo Italia e dell’Asm, in questi giorni è stato accostato da diversi organi di stampa ad una carica assessorile del nuovo governo regionale guidato dal presidente Vito Bardi. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione per smentire alcune dichiarazioni riportate da organi di stampa.
Giampiero Maruggi: “Il silenzio degli innocenti”.
“Sia ognuno pronto ad ascoltare, lento nel parlare” (Giacomo, 1,19).
Un manager deve osservare la regola del lavoro silenzioso, cui deve corrispondere la tensione al risultato.
Nella mia ormai non breve esperienza professionale, applicata in vari ambiti, ho cercato sempre di far mio questo precetto, prediligendo la logica del fare rispetto a quella del dire.
Tuttavia la recente e pur comprensibile attenzione mediatica legata agli esiti delle elezioni regionali e alla conseguente formazione della Giunta che affiancherà il Presidente Bardi, avendo talvolta impropriamente associato il mio nome a tali vicende, mi induce a derogare rispetto al principio sopra richiamato e a replicare ad alcune affermazioni lontane dalla realtà.
Forse la semplificazione giornalistica dimentica, o vuol dimenticare, che dall’ormai lontano 1976 ho sempre operato in Aziende private, salvo due esperienze al servizio della Pubblica Amministrazione regionale di cui dirò più avanti, esperienze che hanno complessivamente assorbito meno di cinque anni di una carriera ultra quarantennale.
Chi mi conosce sa bene che non ho mai avuto una tessera di partito, né ho mai militato per parti politiche, avendo sempre fatto prevalere il merito delle questioni che via via mi sono trovato ad affrontare, pensando esclusivamente al bene delle Aziende che volta a volta servivo, fossero esse private o pubbliche. Capisco che nell’epoca in cui viviamo tutto dev’essere ricondotto a categorie prestabilite, ma questo non appartiene alla mia persona.
Mi soffermo sulle mie esperienze nel pubblico: dal 2012 al 2014 ho ricoperto incarichi apicali nella sanità lucana, dapprima e per breve tempo quale Direttore Generale dell’ASM, successivamente con analogo incarico presso l’AOR “San Carlo” di Potenza. All’epoca di tali nomine la Giunta regionale era guidata da Vito De Filippo.
È evidente che in quella circostanza fu il governo di centrosinistra ad individuarmi, ma ciò avvenne non certo per motivi di appartenenza organica, quanto per il mio profilo tecnico e professionale, che chi adottò le decisioni associò alla mia persona.
All’epoca la sanità lucana si trovava a dover affrontare, non dissimilmente dalla situazione attuale, gravi problemi di disequilibrio economico e finanziario e di qualità dell’offerta di salute. Cercai quindi di operare da un lato per razionalizzare la spesa (con risultati evidenti), dall’altro per migliorare la qualità delle prestazioni, con una numerosa serie di concrete iniziative sulle quali non ritengo utile dilungarmi in questa sede, ma che hanno lasciato un segno positivo e che ancora oggi dispiegano i loro effetti.
Chiusi la mia fortunata esperienza in sanità dimettendomi dal “San Carlo” (l’istituto delle dimissioni è semi sconosciuto alle nostre latitudini), tornando ad operare nel settore privato, sempre con ruoli di responsabilità.
La mia seconda esperienza nel pubblico, su nomina questa volta del Governatore Pittella, ha riguardato Sviluppo Basilicata spa, come noto società in-house della Regione Basilicata, nella quale ho ricoperto il ruolo di amministratore unico per circa venti mesi.
Anche in questo caso, partendo da una situazione aziendale fortemente critica, ho riposizionato la società e l’ho dotata di un piano industriale che l’ha restituita ad una gestione economica profittevole, disegnando prospettive evolutive a mio vedere interessanti, che tuttavia il Governo regionale di allora non ha ritenuto di portare avanti. Da qui la mia decisione di lasciare anche questo incarico, tornando di nuovo in una Azienda privata, per la quale mi onoro di lavorare tuttora.
Questi i fatti.
Durante queste esperienze ho cercato sempre di operare al meglio, secondo il costume di un civil servant che ha come solo scopo quello di realizzare il massimo dei risultati negli ambiti nei quali viene richiesta la sua opera. In questo contesto ho, come normale, intrattenuto rapporti con numerosi stakeholder della politica regionale, ma sempre nel solco delle funzioni attribuitemi, non mancando di esercitare il mio spirito critico nella ricerca di soluzioni sempre più efficaci.
Rispetto Marcello Pittella come politico e come uomo, così come tanti altri politici con i quali mi sono interfacciato nelle mie attività, ma ciò non autorizza alcuno a cucirmi addosso casacche che non ho mai indossato.
Venendo a tempi più recenti, proprio l’aver conosciuto la macchina regionale dall’interno, sia pure per periodi limitati, mi ha da tempo convinto che la spinta propulsiva del centro sinistra si fosse esaurita, proprio in una congiuntura che invece richiede per la nostra Terra forti interventi e nuovi entusiasmi. Questo mio convincimento mi ha indotto a riflessioni sul futuro della Basilicata che mi hanno portato, ben prima e fuori da logiche elettoralistiche o di convenienza, a individuare nella Lega e nella coalizione di centro destra il soggetto politico in grado di meglio interpretare l’ansia di cambiamento dei lucani. Questa mia adesione è incondizionata e si misurerà nel tempo in termini di disponibilità ad assecondare i disegni evolutivi del nuovo Governo regionale al servizio della crescita della nostra Terra, qualora la mia competenza fosse ritenuta utile a tali scopi.
Questo il senso del mio impegno attuale, in una fase della mia vita professionale nella quale sento di dover ripagare le non poche soddisfazioni professionali che ho raccolto in una vita di lavoro attraverso un impegno al servizio della mia Terra. Ciò potrà avvenire in tanti modi, anche solo attraverso un sostegno morale alle attività che il nuovo Governo regionale e il nuovo Consiglio metteranno in campo.
Ai protagonisti di questa nuova stagione, che sono convinto riporterà la Basilicata su un percorso di crescita e di sviluppo, auguro buon lavoro.
Giampiero Maruggi