Obiettivi centrati, partecipazione, entusiasmo, confronto e protagonismo degli studenti. Sono alcuni dei risultati prodotti durante la 24^ edizione di “Teff – Trend Edutainment Film Fest. Basilicata in miniatura”. Un format innovativo che ha riconfigurato le forme del sapere grazie all’iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC attraverso il “Progetto per le azioni previste dall’Avviso Cinema per la Scuola – Buone pratiche, Rassegne e Festival”.
Circa 1500 gli studenti che hanno partecipato, a Potenza, alle tre giornate della manifestazione.
In qualità di capofila del progetto, il dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Petruccelli-Parisi” di Moliterno, Carmine Filardi ha manifestato la sua particolare soddisfazione sottolineando che “Ci sono modalità diverse di apprendimento come numerosi sono gli approcci disciplinari che consentono agli studenti di scoprire un mondo sconosciuto ma anche di individuare dentro se stessi passioni e talenti. TEFF è riuscito a trovare, attraverso il metodo suggerito in queste giornate, l’elemento che aiuti loro ad affermarsi scoprendo gli strumenti che potranno aiutarli nella vita.
Applicazione, tenacia, costanza, rispetto delle regole – ha proseguito – supportano i ragazzi ad orientarsi verso le proprie passioni oltre che inclinazioni grazie anche alla preziosa vicinanza della scuola che consegna loro un patrimonio inestimabile di esperienza ed opportunità conoscitive. Il mio auspico è di poter contare su ulteriori bandi che possano consentire alla scuola di utilizzare risorse utili all’integrazione didattica oltre che scoprire anche metodologie innovative che in qualche modo mettano alla prova anche il metodo classico didattico”.
Annamaria Sodano con la Cooperativa Job Enterprise ritiene che “questo nuovo format del Trend Abaco per le generazioni sia una innovazione che aiuta a rafforzare nei giovani la consapevolezza dei propri mezzi e la cultura del lavoro”.
Nella terza giornata di TEFF denominata “Rotta verso l’ignoto, io e l’altro” ha evidenziato la portavoce del Festival Stela Xhunga, emerge che “il rapporto tra immagini e storia, intesa come verità e possibilità, è viziato da una concezione ormai un po’ fatalistica che si ha della storia. Viene vista come un processo che non avrebbe potuto in nessun modo essere diverso da quello che fu e che quando accade, al presente, non può essere nient’altro da ciò che appare. La storia però la fanno gli individui e tra essi scaturisce l’empatia, che qualcuno vorrebbe distruggere. Ma spreca tempo”.