“Alla fine degli anni novanta, con il compianto Presidente Raffaele Dinardo, fu predisposto una serie di norme di sostegno agli emigrati lucani in America Latina colpiti da gravi crisi economiche e sociali, la istutuzione della Bandiera della Basilicata, c’era solo il Gonfalone, e della giornata del Lucani nel Mondo, celebrato ogni anno il 22 maggio per ricordare alche l’approvazione del primo Statuto della Regione.
La Bandiera sventola ancora, gli aiuti anche nelle forme diverse e la ricorrenza viene ricordata con i saluti istituzionali.
A ventanni dalla approvazione di quelle norme e’cambiato molto. Gli interventi dello Stato a sostegno della emigraziane Italiana, circa 120 milioni di discendenti sparsi in oltre 70 Stati, dei quali oltre 1,2 milioni di lucani,sono stati tagliati brutalmente anche con la chiusura di Consolati, Istituti di Cultura e tanto altro. La retorica degli Ambasciatori permane mentre la penuria delle risorse avanza in un mondo globalizzato dove l’Italia piace ma la promozione ed il ruolo dei nostri migranti viene ignorato.
Anche l’attivita’delle Politiche Regionali hanno subito un vasto ridimensionamento in tutto il Paese.
Si tratta di un grave errore per lo Stato e le Regioni al tempo della rete, della comunicazione e dei flussi migratori mondiali. In un contesto di competizioni commerciali, di flussi turistici, di cattura degli investimenti esteri appare miope rinunciare alla diffusione della Italianita’ a partire dalla diffussione della lingua e dei giacimenti culturali.
Anche per i Lucani sparsi nel mondo si tratta di riflettere e riorganizzare le politiche, ormai datate, che non incrociano gli interessi e la domanda delle ultime generarazioni specie quelle insediate in Europa, per nulla considerate al netto della lamentazione sulla fuga dal proprio Paese e dalla propria Regione.
A ventanni dalle importanti misure approvate in Basilicata, riprese dalle altre Regioni, e’giunto il momento per coniugare ricordo, innovazione e solidarieta’nel territorio “dal cuore antico che ha prodotto Matera 2019” e l’accoglienza diffusa dei migranti e nel resto del mondo.