Giovanni Vizziello, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, risponde alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Grassano, Filippo Luberto in merito alla condizione di quanti, nella sua comunità, percepiscono il reddito d’inserimento, che, secondo indiscrezioni, Bardi vorrebbe cancellare. Di seguito la nota integrale inviata ala nostra redazione.
Rispondo con molta serenità ma con altrettanta fermezza alle dichiarazioni del Sindaco di Grassano, in merito alla condizione di quanti, nella sua comunità, percepiscono il reddito d’inserimento, che, secondo indiscrezioni, Bardi vorrebbe cancellare.
Per ora, di certo, c’è solo la proroga fino a giugno della misura regionale di contrasto alla povertà, configurandosi ogni decisione in merito alla proroga o meno del reddito minimo d’inserimento come una scelta prettamente politica che la Giunta regionale adotterà nell’interesse esclusivo dei lucani
Non condivido però l’idea che la revoca della misura regionale sarebbe “un fulmine a ciel sereno”.
Della revoca del reddito minimo d’inserimento se ne parla in Regione da più di un anno, cioè da quando sono andati al Governo della nazione i Cinque Stelle, che hanno incentrato tutto o quasi tutto il loro programma proprio sul reddito di cittadinanza.
La coesistenza delle due misure, quella regionale e quella nazionale, pone infatti i cittadini esoprattutto le istituzioni di fronte ad una scelta, atteso che le due misure non possono coesistere, perché se fosse consentito a qualcuno di beneficiare di entrambe, a lavorare non ci andrebbe più nessuno, dal momento che un soggetto in quanto cittadino lucano percepirebbe i 500 euro del reddito minimo d’inserimento e, in quanto cittadino italiano, i 780 euro del reddito di cittadinanza, potendosene stare tranquillamente a casa, sul divano.
Nell’attesa delle opportune determinazioni del Presidente Bardi che, giova ricordarlo, ha eredito il reddito minimo d’inserimento dall’ex maggioranza di centro sinistra,quello che preme sottolineare è l’impossibile coesistenzadi due misure di inclusione sociale che si fondano su criteri di attribuzione praticamente identici(l’ISEE) ed hanno entrambe valenza prevalentemente assistenziale.
E’ opportuno infine ricordare al Sindaco di Grassano che, qualora la Regione decidesse di non prorogare il reddito minimo d’inserimento, nessun pregiudizio deriverebbe a quanti svolgono percorsi formativi all’interno delle pubbliche amministrazioni( il Sindaco cita ad esempio i TIS), che potrebbero continuare tali attività formative, essendo i tirocini strumenti diretti ad elevare il livello di competenze dei lavoratori svantaggiati e quindi funzionali al reinserimento degli stessi nel mondo del lavoro.
Policy per la cui realizzazione la regione Basilicata può contare sulla dotazione finanziaria del P.O. FSE che ammonta a 289 milioni di euro.
Caro Sindaco, prima di chiamare alla ribellione lavoratori precari, strumentalizzandone lo stato di necessità e di fragilità, guarda caso a due giorni da una scadenza elettorale, si informi meglio o utilizzi le sue informazioni in maniera politicamente corretta ed intellettualmente onesta.
Sappia, caro Sindaco, che il destino dei nostri concittadini più deboli sta a cuore al Presidente Bardi e a noi della maggioranza esattamente come, e ne sono certo, sta a Lei, nonostante disapprovi questo modo strumentale di enunciarlo.