Domenica 26 maggio 2019 alle ore 16,45 su Rai 3 sarà trasmesso in replica il film documentario “Guerrieri” di Fabio Segatori, dedicato alla straordinaria figura di Gerardo Guerrieri (1920-1986), uno dei più grandi intellettuali del teatro italiano e internazionale, di origine materana.
“Guerrieri” è prodotto dalla Fabrique Entertainment di Joe Capalbo, attore e produttore lucano, e dalla Baby Films, in collaborazione con Regione Basilicata, Comune di Matera e Circolo Culturale “La Scaletta”, con la partnership della Lucana Film Commission.
Ricordiamo che l’Amministrazione Comunale con apposita delibera di giunta ha intitolato il teatro già denominato “Impero” e poi “Comunale” a “Gerardo Guerrieri”, riaperto al pubblico per la prima volta dopo i lavori di riqualificazione domenica 7 aprile in occasione delle celebrazioni per i 60 anni del Circolo “La Scaletta” di Matera e lunedì 8 aprile per l’Edu Day di Microsoft.
Michele Capolupo
Di seguito il comunicato ufficiale della Rai e la biografia di Gerardo Guerrieri
Domenica 26 maggio 2019 alle ore 16,45 andrà in onda su Rai 3 “Guerrieri” di Fabio Segatori, un film documentario di 53′ dedicato a uno dei più grandi intellettuali del teatro italiano e internazionale: Gerardo Guerrieri.
“Guerrieri” è prodotto dalla Fabrique Entertainment di Joe Capalbo, attore e produttore lucano, e dalla Baby Films, in collaborazione con Regione Basilicata, Comune di Matera e Circolo Culturale “La Scaletta”, con la partnership della Lucana Film Commission.
In anni di culto per il red carpet e per i supereroi, anni in cui i teatri sono abbandonati o trasformati in sale Bingo, “Guerrieri” vuole essere un incoraggiamento per le nuove generazioni, un inno alla curiosità.
È la storia di un ragazzo del Sud che, poco più che ventenne, co-sceneggia “Ladri di biciclette”, fa conoscere all’Italia il metodo Stanislavskij, traduce Tennessee Williams e Arthur Miller. Con la moglie Anne d’Arbeloff fonda il Teatro Club che porterà in Italia il Living Theatre, Tadeusz Kantor, Peter Brook, Bob Wilson e molti altri artisti della scena mondiale. Attraverso il racconto della sua eccezionale parabola intellettuale, il documentario di Segatori propone una riflessione sul ruolo dello spettacolo nella società di oggi. “Guerrieri”, realizzato dopo anni di preparazione e di ricerche, alterna rari materiali di repertorio forniti da Rai Teche, filmati familiari in 8, super 8 e 16mm girati dagli anni ’50 fino agli anni ’80. E poi interviste a Piera Degli Esposti, Umberto Orsini, Mariano Rigillo, Vinicio Marchioni, al decano degli studiosi di storia del Teatro in Italia, Ferruccio Marotti, il restauro di vecchie interviste fatte a Judith Malina (del Living Theatre), Laurent Terzieff, Hellen Stewart, Bob Wilson, Antoine Vitez, e Luigi Squarzina. – o –
Fabio Segatori, regista e produttore, ha diretto, tra l’altro, “Hollywood Flies”, girato in America e distribuito in 38 paesi, “Terra Bruciata”, con R. Bova, G. Giannini, M. Placido e l’esordiente Bianca Guaccero e 20 documentari, tra cui “I Gladiatori del Calcio”, sul Calcio Storico Fiorentino, visto in 104 paesi. A Los Angeles ha coprodotto, il supernatural thriller “The Ghostmaker”. Recentemente ha prodotto il documentario “Femminismo!” di Paola Columba, Menzione Speciale ai Nastri d’Argento 2017.
Biografia di Gerardo Guerrieri (Matera, 4 febbraio 1920 – Roma, 24 aprile 1986)
Gerardo Guerrieri è stati uno degli intellettuali più significativi e influenti del teatro italiano e internazionale. Nato a Matera il 4 febbraio del 1920, da Margherita Cristalli e Michele Guerrieri, si è trasferito fin da piccolo a Vimercate in provincia di Milano e poi a Roma, pur mantenendo forti legami con la sua città di nascita e con la sua appartenenza culturale lucana.
Fin da giovanissimo, iniziò a scrivere e a “vivere” di teatro e di cinema. Negli anni Quaranta del Novecento, Guerrieri è stato fra i fondatori della storica Compagnia del Teatro dell’Università di Roma di Anton Giulio Bragaglia, scoprendo e guidando talenti come Giulietta Masina e Anna Proclemer. Fu Gerardo Guerrieri a dirigere per primo a teatro, nel 1940, una giovanissima Giulietta Masina in “Felice Viaggio” di Thornton Wilder. Di lui, in quegli anni, l’amico commediografo Diego Fabbri ha scritto “per noi in quegli anni ’40 fu un personaggio magico: tra tutti noi più o meno coetanei fu il più intelligente e affascinante e insegnò a ognuno qualcosa di importante sia che rivelasse un testo ignoto, o analizzasse Stanislavskij e altri maestri della scena russa, o si applicasse in certe regie in cui lo spettacolo anziché essere preordinato si “faceva” e prendeva compiutezza attraverso un progressivo lavoro con gli attori, o desse un ritmo di dialogo nuovo a certe rare traduzioni (dall’inglese o, gran rarità allora, dal russo). Ci insegnò a come guardare e a come ascoltare il teatro. Era il meglio che si potesse trarre dalle forze vive del più giovane teatro italiano.”
Gerardo Guerrieri ha lavorato come sceneggiatore e aiuto regista con Vittorio De Sica e Cesare Zavattini firmando capolavori come “Sciuscià” e “Ladri di Biciclette” e collaborando con Zavattini per “Miracolo a Milano”, vincendo l’Oscar per “Ladri di Biciclette” nel 1950; ha collaborato a dei documentari con Michelangelo Antonioni. E’ stato regista di teatro e d’opera, dirigendo fra l’altro Maria Callas giovanissima in un celebre “Turco in Italia” di Rossini.
Saggista, traduttore e storico del teatro, Guerrieri ha suggerito inedite relazioni tra il mondo dei libri e quello delle scene. Ha fondato e diretto con Paolo Grassi la Collezione di teatro Einaudi. E’ stato critico teatrale fine e acutissimo per diverse testate, fra cui “L’Unità” e “Il Giorno”, e ha redatto alcune fra le voci più importanti dell’Enciclopedia dello Spettacolo, fra le quali la voce “attore”.
Luchino Visconti lo scelse per essere il suo “dramaturg”, colui che gli scriveva i testi, gli consigliava il repertorio e gli interpreti, traduceva dall’inglese e dal russo (lingue che Guerrieri conosceva alla perfezione) i testi che il grande regista portava sul palcoscenico nel corso delle sue stagioni teatrali più celebri. E’ stato Gerardo Guerrieri a portare Visconti in Basilicata e a consigliargli il nome del protagonista di uno dei suoi più celebri film, “Rocco e i suoi fratelli”, in onore dell’amico Rocco Scotellaro. Guerrieri è rimasto tutta la vita legato alla sua terra di origine, e il ricordo della sua amicizia con Carlo Levi rimane nel telero di Palazzo Lanfranchi, dove è ritratto attorno alla figura che rappresenta Scotellaro.
Guerrieri scoprì e fece conoscere in Italia il metodo Stanislavskij e Mejerch’old. Fu considerato, anche all’estero, il più grande traduttore di teatro del suo tempo: i suoi adattamenti di Shakespeare, Anton Cechov, Arthur Miller, Tennessee Williams, Ibsen, vengono ancora oggi studiati e messi in scena.