Riportiamo di seguito l’omelia l’Arcivescovo di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo per la VI Domenica di Pasqua.
Due desideri profondi sono incisi nel cuore dell’uomo: amore e pace! Desideri che, proprio perché profondamente segnati nell’intimo, spesso non vengono realizzati in pieno perché l’idea di amore e di pace annunciata non rispecchia la loro vera essenza.
Vedere volare una gallina non è la stessa cosa di un gabbiano o un altro uccello tra i cieli infiniti. Il volo della prima è goffo e per pochi metri, quello del gabbiano spazia nella sua leggerezza, lasciandosi cullare dalle correnti e al momento opportuno sapendole sfidare.
Ho l’impressione che la cultura moderna anche al gabbiano tenti di tagliare le ali al punto che lo fa diventare goffo come la gallina: è contro natura! D’altronde viviamo in un tempo in cui tutto ciò che è trasgressione è lecito e ogni essere vivente, compresi l’uomo e gli animali, viene costretto ad abitare luoghi che non gli appartengono e a fare ciò che non gli si addice.
Una cosa è certa: viviamo un tempo in cui c’è assenza di amore e di pace. L’amore è ridotto a mero sentimento, attrazione fisica, dalla durata limitata. La pace è intesa solo come mancanza di guerra. Invece amore e pace si integrano: l’una genera l’altra e ognuna delle due non può fare a meno dell’altra. Come dire che siamo di fronte ad uno sposalizio indissolubile per vivere nella fecondità quotidiana la propria vita e nello stesso tempo aiutare a vivere quella degli altri.
In questa logica riusciamo a capire meglio la Parola di Gesù di questa domenica: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
L’amore è relazione che, stabilendosi nell’ascolto reciproco, consente a ciascuno di prendere dimora nella vita dell’altro e insieme, come cerchi concentrici, si allargano negli spazi fino all’infinito. La fecondità dell’amore nasce dalla profondità e pienezza della Parola di Gesù che continua nella carne dell’uomo a farsi carne e agisce affinché le ali, come quelle di un gabbiano, si aprano per immergersi nei solchi dell’amore senza fine.
Abbiamo tanto bisogno di imparare, di essere istruiti, non concettualmente ma nell’esperienza di contatto con il divino. E così l’umano, toccato dallo Spirito Santo, è da Lui abitato e riportato a vivere nella pace interiore con se stesso, con gli altri, con la storia.
Una pace senza firme, senza trattati o armistizi, senza confini o spartizioni di beni e territori. È la pace con la vita, con il creato, con Dio. È la pace che ci dà Gesù, molto diversa da quella che ci propone e ci dà il mondo. È la pace che, nonostante le contrarietà della vita, non si spegnerà mai e che ci donerà la forza di reagire con determinazione e coraggio di fronte alle sconfitte e alla prove della vita.
Pace e amore! Amore e pace! Ognuna delle due genera l’altra e insieme fecondano l’umanità redenta dal sacrificio di Cristo Gesù. È lui l’uomo nuovo che ha distrutto la morte a causa dell’ingiustizia, delle prevaricazioni, del potere, dell’arroganza e prepotenza. Cristo, uomo nuovo, è per sempre vivo. E se in alcuni momenti pensiamo che le montagne siano troppo alte da scalare, in realtà sono le nostre ali che, come quelle della gallina, sono troppo corte.
Le ali del cristiano, come quelle del gabbiano, si chiamano “amore e pace”. Con esse spicchiamo il volo sfidando le più alte cime dei monti, superando deserti e oceani, attraversando le nuvole che coprono il sole fino a rivestirci di luce radiosa. Sono le ali che Gesù ci ha lasciato rivelandoci il mistero del Dio Uno e Trino, dove il Padre vive nel Figlio e il Figlio nel Padre nell’unità dello Spirito Santo.
Aneliamo a queste ali! Lasciamo crescere insieme la pace e l’amore affinché la terra non perda il contatto con il cielo e il cielo continui a scendere sulla terra.
† Don Pino