Rosalba Demetrio, Vicepresidente Regionale FAI Basilicata e Capo Delegazione FAI Matera ha inviato alla nostra redazione le sue riflessioni dopo aver seguito in tv su Rai 3 il film di Fabio Segatori che racconta vita e opere di Gerardo Guerrieri. Di seguito la nota integrale.
È una incredibile consonanza emotiva quella che avverto ogni volta rivedendo il film di Fabio Segatori, documento della vita e dell’intensa opera di Gerardo Guerrieri. Ripercorrerne i momenti e le fasi, coniugando i frammenti della dimensione privata e le stagioni di quella intellettuale, intrecciati alla storia di un Paese che ha attraversato tra gli anni ’40 e ‘80 un profondo cambiamento culturale e sociale, percorso dai germi di una crisi che sarebbe emersa più tardi, non era semplice e non era indolore.
Non era semplice perché complessa è la figura di Gerardo Guerrieri. Non era indolore perché ogni narrazione comporta una imponente selezione dei materiali e delle voci che sceglie per informare ed emozionare. Il risultato è un racconto visivo non convenzionale, non retorico, non celebrativo, e invece empatico, coinvolgente e filologicamente aderente agli eventi e alla storia di un’anima e di un uomo.
Gerardo Guerrieri è nato a Matera nel 1920 e scomparso tragicamente nel 1986. È stato un grande intellettuale del Novecento, noto nel panorama culturale italiano e internazionale. Studioso e critico letterario, regista, traduttore di opere teatrali in lingua inglese e russa, dramaturg di Luchino Visconti e sceneggiatore per De Sica con Zavattini, curatore con Paolo Grassi della collana di teatro Einaudi, fondatore del Teatro Club a Roma con la moglie Anne d’Arbeloff e tanto altro. Figura imponente e dunque complessa sul piano intellettuale e artistico, culturale ed esistenziale.
Negli ultimi anni, grazie all’impegno della moglie e della figlia Selene, autrice dei volumi Omaggio a Gerardo Guerrieri e Un palcoscenico pieno di sogni (Edizioni Magister 2016 e 2018), irrinunciabili per comprendere più autenticamente la biografia, la sensibilità e il mondo concettuale di Gerardo Guerrieri, gli immensi archivi Guerrieri sono stati in parte pubblicati e studiati e nel 2017 è stato realizzato il docufilm Guerrieri, di Fabio Segatori, che ieri abbiamo rivisto su RAI 3, ma c’è ancora tanto lavoro da fare e certamente una collaborazione interuniversitaria o comunque tra studiosi della letteratura e del teatro, attraverso il lavoro di ricerca, porterebbe risultati nuovi e importanti.
Penso che sarebbe significativo sul piano nazionale, ma affermo con forza che sarebbe doveroso in Basilicata, nella sua terra, restituire a questo grande intellettuale del secolo scorso il segmento di memoria che merita. A Grottole, Comune d’origine della famiglia e luogo dove il suo corpo riposa, nel 2016 è stato dedicato un “Centro della Creatività” a “Gerardo Guerrieri” e ad aprile 2019 gli è stato intitolato lo storico Cine-Teatro “Impero” e poi “Comunale” in Piazza Vittorio Veneto, nel cuore del centro storico di Matera.
Anche il FAI (Fondo Ambiente Italiano) gli ha dedicato un’attenzione speciale proponendone il nome nel calendario nazionale delle attività nel 2016 e in altre occasioni, perché la figura di Guerrieri fosse testimonianza e memoria, ma anche fonte di ispirazione e operatività per quanti vogliano condividere momenti di crescita culturale comune, perché sempre più persone e giovani soprattutto imparino a conoscere Guerrieri e attraverso il suo impegno il teatro italiano e internazionale, quel teatro che è il microcosmo e lo specchio di un Paese realmente avanzato e civile.
Matera Capitale Europea della Cultura, attraverso i testimonial istituzionali che operano nei vari segmenti in cui si declina la produzione culturale, non può rimanere silente o attendere. Anni fa ho pubblicamente evidenziato l’importanza di ricordare Guerrieri come espressione alta e significativa della cultura del Novecento, attraverso giornate di studio, attraverso l’intitolazione di un teatro (cosa che intanto è accaduta grazie all’impegno del Sindaco Raffaello de Ruggieri e alla determinazione di Selene Guerrieri, ma il teatro recentemente restaurato attende una inaugurazione ufficiale), attraverso la promozione di un premio nazionale o europeo dedicato, a partire dalla Basilicata e da Matera. E’ ancora tempo di rinviare?
Ho cominciato a conoscere Gerardo Guerrieri quando ero studentessa al Liceo, a 18 anni, attraverso la collana di teatro Einaudi e la sua azione mi ha ispirata. Parliamone nelle scuole! I ragazzi amano il teatro e chi sa farglielo vivere. Da allora ho cercato di testimoniarne l’impegno attraverso la mia attività portando con pochi altri tra cui il giornalista Rocco Brancati all’attenzione del mondo lucano istituzionale, che ancora non lo conosceva, il percorso di un uomo che, pur essendo vissuto a Roma e all’interno di una dimensione nazionale e internazionale, non perse mai il sentimento profondo delle radici.