Baldantoni (Palazzo Italia Bucarest): “Il voto dei lucani (e italiani) nei Paesi Europei e le attese dai Parlamenti e dalla Regione Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
Prima di archiviare il voto alle europee alcune riflessioni da parte di chi vive da tempo all’estero perché la politica e le istituzioni colgano i segnali venuti dagli elettori italiani all’estero.Gli aventi diritto, tra i nostri connazionali residenti in Europa, in questa tornata elettorale erano 1.676.123 e solo 127.926 di loro, pari al 7,6%, si sono recati in uno dei 237 seggi elettorali allestiti nelle ambasciate, negli Uffici consolari e negli Istituti di cultura. In Romania hanno votato appena 408 su 7.329 elettori (5,57%). Le cause: in primo luogo, per esercitare il nostro diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo è necessario registrarsi nel Paese di residenza, ma il tempo che ci viene concesso per farlo è davvero poco. Le condizioni date, che limitano la partecipazione e costringono gli elettori a spostamenti di diverse centinaia di chilometri per esprimere il proprio voto, di fatto scoraggiano. Inoltre, senza informazione e senza una reale campagna elettorale, con la riduzione del 50% dei seggi elettorali, rispetto al 2014, causata dal taglio di 2 milioni di euro per lo svolgimento elettorale, il voto nei seggi all’estero oltre ad assumere la forma di una forzatura così come avviene oggi, rappresenta una farsa. Per non parlare delle disfunzioni amministrative causate dalla gestione di due diversi ministeri: il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale e quello dell’Interno che produce i registri degli elettori.
Da tempo il Consiglio generale degli italiani all’estero incalza i governi di turno a riconsiderare le attuali modalità del voto europeo per i nostri connazionali all’estero.
Per favorire l’interazione dei cittadini residenti nell’UE con le istituzioni locali e nazionali dei nuovi paesi d’insediamento e rafforzare lo spirito della cittadinanza europea, è indispensabile agevolare la loro partecipazione nelle scelte delle rappresentanze ed, eventualmente, sopprimere il voto per le liste del paese d’origine. Quanto invece all’analisi del voto espresso, appare evidente il radicamento delle vecchie generazioni di emigranti , legati al Pd, che non hanno preferito alcun cambiamento ed hanno sostenuto candidati già conosciuti. Nell’area Balcanica, ove si vive un fenomeno migratorio di nuove generazioni residenti all’estero, sulla scia del momento favorevole del partito al governo , come la Lega, le percentuali si sono equilibrate se non oltre (in Romania la Lega è al 31%). Vedo semprepiu’ distante il governo Italiano con gli Italiani all’estero, scende l’aggregazione, scendono gli aderenti alle camere di commercio italiane nei Balcani ed a Confindustra estera. Lo scenario almeno in Europa non cambiera’ anzi peggiorera’poiche’ nessuno di noi ha mai ricevuto un programma politico dei partiti, e nemmeno le istituzioni italiane all’estero vengono messe in condizioni di essere vicine alla comunita’. Crescono invece le attivita’ professionali di organizzazioni private come Palazzo Italia, i circoli associativi privati, le congregazioni religiose. Va assolutamente attivata l’aggregazione di tutti e se la politica ed i delegati se ne stanno a Roma e non operano sul territorio, mai si crescera’. Sono sicuro che domani 2 giugno Festa della Repubblica le istituzioni italiane si ricorderanno di noi. Se si vuole realmente cogliere la “lezione delle europee” bisogna abbandonare ogni atteggiamento di retorica. Anche la Regione Basilicata può fare molto e di più. L’occasione della ricomposizione della Commissione Lucani nel Mondo è la prima opportunità per un segnale di cambiamento: innanzitutto meno viaggi-vacanza per Presidente e commissari e più iniziative concrete. Ci aspettiamo che si modifichi l’attuale regolamento che penalizza l’adesione all’Albo Regionale perché non tiene conto soprattutto della grande novità del fenomeno migratorio rappresentata da numerosi cittadini ed imprenditori che non si trasferiscono e risiedono tutto l’anno all’estero ma scelgono invece di “fare la spola” tra Basilicata e Paese estero.