È passato oltre un anno dalla chiusura del Cash&Carry di Potenza e di Tito Scalo e, nonostante l’acquisizione da parte dell’azienda Regina S.r.l, gli ex dipendenti sono ancora senza occupazione. Ci risulta infatti che l’attuale azienda stia effettuando dei colloqui finalizzati a delle nuove assunzioni lasciando a casa gran parte degli ex lavoratori, molti dei quali storici, con famiglie a carico e alcuni ultra cinquantenni, che difficilmente riusciranno ad essere ricollocati nel mondo del lavoro. Il tutto senza aver consultato i sindacati.
La vertenza Cash&Carry è una vicenda annosa, cominciata a febbraio 2018 quando i lavoratori hanno terminato la cassa integrazione senza alcuna possibilità di usufruire di ulteriori ammortizzatori sociali. A generare una tale situazione, nonostante si tratti di un centro di distribuzione tecnologicamente avanzato, con un importante parco macchina e la possibilità di lavorare tramite radiofrequenze e quindi una realtà produttiva importante per l’intera regione, tenendo conto che esistono solo due centri di distribuzione in provincia di Potenza e in Basilicata, è stata la situazione debitoria in cui a un certo punto si è trovata la vecchia azienda, dovuta ad altri tipi di investimenti che nulla hanno avuto a che vedere con la produttività dei siti e la professionalità dei dipendenti che con diligenza hanno continuato a svolgere il proprio lavoro. A un certo punto, poi, anche la società che aveva preso in fitto un ramo d’azienda, la Silda, ha chiesto formalmente disdetta e, cessando la sua attività, ha lasciato i lavoratori senza alcuna possibilità.
L’intervento di un acquirente ha riacceso le speranze che allo stato attuale, però, restano vane. La Filcams Cgil di Potenza chiede pertanto un incontro urgente all’azienda subentrante, la Regina S.rl, e al Prefetto di Potenza. In caso di risposta negativa, non esclude forti azioni di protesta al fine di tutelare i lavoratori lasciati ingiustamente a casa.