La caccia sostenibile come risposta concreta ai condizionamenti antropici e ai repentini cambiamenti climatici che interessano gli habitat naturali. Se ne è parlato in un incontro tenutosi nei giorni scorsi presso la sala Inguscio della Regione Basilicata, partendo dal resoconto dell’ultima stagione venatoria relativa alla specie beccaccia.
Presenti, oltre all’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, il presidente della Federazione delle associazioni nazionali dei Beccacciai del Paleartico Occidentale (Fanbpo), Paolo Pennacchini, il personale dell’Ufficio regionale competente, i presidenti dei cinque Ambiti territoriali di Caccia, le Associazioni venatorie e i cacciatori formati per il monitoraggio della specie.
Pennacchini ha presentato l’attività svolta nella stagione di caccia relativa al monitoraggio della specie beccaccia, basato sull’indagine demografica del prelievo, classi d’età, sesso, peso e decadi di prelievo, e sull’indagine dell’abbondanza, ottenuto con il calcolo dell’Indice Cinegetico di Abbondanza-ICA, sia durante il periodo venatorio sia a caccia chiusa su aree vocate per lo svernamento della specie.
Una corretta gestione del prelievo venatorio, è stato evidenziato, deve basarsi su dati scientifici necessari alla conoscenza della specie, nonché a un nuovo modello di esercizio venatorio, rappresentato dalla caccia sostenibile, in grado di far emergere lo stato favorevole di conservazione della specie. “I dati emersi dal prelievo e dallo studio – ha sostenuto Pennacchini – mostrano che la caccia alla beccaccia con il cane da ferma è un’attività sostenibile in Basilicata, come in molte altre parti d’Europa, dato che la specie si trova in uno stato favorevole di conservazione”.
Per questo motivo si impone un continuo monitoraggio delle dimensioni e dei comportamenti dei selvatici. “Il progetto di studio e controllo della specie beccaccia – ha affermato l’assessore Fanelli – rappresenta uno strumento conoscitivo indispensabile per il mondo venatorio della Basilicata. La conoscenza della specie, della struttura demografica e dei fenomeni migratori è elemento utile per organizzare il prelievo e stabilire corretti calendari venatori per una caccia sostenibile che ha come protagonisti i cacciatori stessi, il cui contributo di passione, esperienza e nuova consapevolezza diventa il primo mattone della ricerca scientifica”.