Si è tenuta stamattina, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’iniziativa‘Impianti aperti’nel termovalorizzatore di Rendina Ambientea San Nicola di Melfiche ha aperto le porteagli studenti del ‘Settore tecnologico’ (Costruzioni, Ambiente e Territorio)dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Gasparrini” di Melfi.
Promosse da FISE Assoambiente in molti impianti italiani di trattamento dei rifiuti, le visite hanno l’obiettivo di offrire un’informazione trasparente e completa sullo smaltimento degli stessi nel pieno rispetto diambiente e territori.Anche l’impianto di Melfi ha aderito all’iniziativa, consentendo agli studenti di conoscere il processo industriale per latrasformazione in energia di rifiuti, altrimenti destinati alla discarica.
Oltre che la linea produttiva per lo smaltimento dei rifiuti urbani e quella destinata ai rifiuti industriali (una delle sei presenti in Italia),i ragazzi hanno visitato i luoghi in cui avvengono le attività di monitoraggio e controllo a tutela dell’ambiente. In primis, l’entrata dello stabilimento dove avviene la fase di verifica dei rifiuti in ingresso, incluso il controllo radiometrico per intercettare e respingere eventuali materiali radioattivi che non vengono mai trattati dall’impianto. Quindi la sala controllo in cui vengono rilevati in tempo reale, 24 ore al giorno, i livelli delle emissioni, sempre ampiamente al di sotto dei livelli normativi.A destare particolare attenzione nella scolaresca il sistema di depurazione dei fumi e il biomonitoraggio delle api, da tempo riconosciute come ‘indicatori biologici naturali’;la loro vitale attività nelle arnie all’interno dell’area del termovalorizzatore rassicura sullo stato di salute del territorio, in particolare dell’aria, dell’acqua, del terreno e delle piante.
La visita è stata occasione anche per illustrare ai ragazzile BAT (Best Available Technologies)applicate in relazione a ogni aspetto connesso all’esercizio dell’impianto; queste tecnologie, le migliori disponibili, garantiscono un impatto ambientale paragonabile – e a volte inferiore – a quello di qualsiasi altra attività svolta dalle realtà industriali che operano in zona, così come certificato da uno studio dell’ARPAB del 2017.
È stato spiegato agli studenti, infine, il ruolo dell’impianto nella chiusura del ciclo dei rifiuti: l’operatività per 365 giorni all’anno, grazie all’impegno di 70 dipendenti che lavorano su più turni,consente di immettere in rete oltre 20.000 megawattora, pari al fabbisogno di energia elettrica per due anni di una città di circa 13.000 abitanti, come la vicina Lavello.L’impianto, inoltre,permette di ridurre del90% circa il volume dei rifiuti conferiti non riciclabili, consentendo il recupero di metalli nobili quali rame, ferro, alluminio e materiali inerti per uso edilizio.