Pierluigi Diso, Coordinatore Associazione Zes Lucana Taranto-Basilicata, esprime alcune riflessioni dopo l’approvazione da parte del Ministro Lezzi del Decreto che istituisce la Zes Jonica Puglia-Basilicata. Di seguito la nota integrale.
La Zes da vision è oggi “il nuovo rinascimento e la regione si veste di Europa” e la Basilicata potrà avere un ruolo in questo Mezzogiorno e nel Paese. E’ così che l’Associazione ZES LUCANA si è presentata oggi a Potenza al Presidente Bardi, mentre poco prima il Ministro Lezzi aveva firmato “il decreto che istituisce la Zes Ionica”, cioè la Zona economica speciale compresa la Puglia e la Basilicata e che ha nel porto di Taranto il distretto portuale di riferimento.Importante sarà adesso valutare le professionalità che costituiranno la governance della Zes, che prevede come organi il comitato di indirizzo presieduto dal Presidente dell’Adsp Mar Ionio, dal rappresentante della Presidenza del Consiglio, del ministero dei trasporti e infrastrutture e dai rappresentati delle due regioni Puglia e Basilicata, mantenendo possibilmente le stesse in posizione paritetica.L’organo operativo sarà diretto dal Segretario Generale a da due Project leader che dirigeranno le due strutture regionali e cioè la “Struttura di progetto Regione Puglia ” e il Tavolo strategico regionale (Regione Basilicata). E’ previsto un SUA, Sportello Unico Amministrativo, cioè il punto unico di contatto per chiunque abbia interesse a localizzarsi in area ZES, con riguardo a tutti gli aspetti informativi, procedurali ed amministrativi funzionali al completamento del procedimento. L’ex assessore regionale aveva ipotizzato l’apertura di uno sportello a Potenza, ma questo potrebbe avere sede a Matera, città baricentrica tra Taranto e Potenza, con aree Zeslimitrofe e vicina all’aeroporto e alla stazione ferroviaria di Bari e con immobili regionali confortevoli, anche nella zona artigianale/industriale della città dei Sassi. Adesso occorre riconsiderare le politiche industriali che l’Associazione ZES Lucana sta portando avanti da due anni e si spera in un dialogo propositivo con il nuovo governo regionale, caricandoci insieme di responsabilità.Con il decreto firmato dal Ministro Lezzi si è completato l’iter politico e amministrativo che si è sviluppato per diversi mesi e che ha visto un intenso e approfondito confronto tra le due Amministrazioni regionali coinvolte (Puglia e Basilicata) e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, con una intensa attività di concertazione con tutte le parti interessate, che ha consentito di individuare le potenzialità e l’attrattività delle singole aree ricomprese nella ZES e le relative priorità di sviluppo. Ora sono attese nuove occasioni di sviluppo.La storia industriale della Basilicata è riconducibile alla più generale vicenda industriale che ha interessato il Mezzogiorno e la nostra terra, sia pure in modo diverso rispetto alla vicina Puglia e alla Campania, ha vissuto una straordinaria trasformazione economica e sociale che le consentì di uscire da una condizione di sottosviluppo e marginalizzazione con un celere processo di industrializzazione che da Tito raggiunse Potenza e poi Ferrandina per arrestarsi a Pisticci, proprio la dorsale che oggi rientra nella zona economica speciale. La Basilicata daregione agricola divenne nel secolo scorso un caso di studio di ingegneria economica, con una rivoluzione che più che industriale fu definita antropologica. Non voglio ripercorrere una storia nostalgica, ma il passato è la porta del presente che ci permette di affacciarci al futuro. Quel che è stato ci permette di riconsiderare, secondo una nuova prospettiva, un nuovo modello di sviluppo industriale e socio-economico della nostra regione che non può prescindere dall’essere zona economica speciale e retroporto di Taranto, per ridare speranze di riscatto e scrivere nuove politiche di sviluppo per un nuovo processo di modernizzazione industriale che sta interessando il Mezzogiorno e la Basilicata non può restarne fuori. Il nuovo governo regionale deve adesso dare la giusta scossa per una profonda e coraggiosa revisione degli strumenti di politica economica ed industriale sin qui attuati, per dare compiutezza al disegno industriale di Enrico Mattei, per citare una persona illustre che ha creduto nella Basilicata, pur non essendo lucano. La ZES non è più una “vision” ma una realtà che va cavalcata e la Basilicata è già in ritardo se solo guardiamo allaCampania e alla Calabria. Matera 2019 è ormai una realtà e da qui può ripartire il rilancio di un’intera regione, oggi che la geografia economica mondiale è cambiata e il Mediterraneo è tornato ad essere una rotta commerciale obbligata tra Asia, Europa e America. Ecco che Taranto è il porto naturale per intercettare le merci e l’area ZES lucana deve sfruttare questa occasione di sviluppo industriale e porre la regione come nuova frontiera del Sud Italia con opportuni investimenti infrastrutturali e industriali, che ci permettano di svolgere un ruolo importante nel Mare Nostrum.