Aveva solo 17 anni Antonio Turi nella primavera del 1969. Da appena tre mesi aveva fatto la valigia e da Matera era venuto a Parma, per lavorare come giovane operaio. Eppure quella mattina, vedendo un anziano pescatore annegare nei gorghi della Parma, non aveva esitato a lanciarsi nel torrente per tentare il suo salvataggio. Il suo gesto eroico fu vano: morirono entrambi, nonostante il successivo tentativo di un carabiniere, anche lui tuffatosi dal ponte Bottego per prestare soccorso a entrambi.
Nei giorni scorsi, in occasione del 50esimo anniversario della tragedia, il Comune di Parma ha voluto celebrarne il sacrificio. Un’iniziativa voluta dal Circolo culturale lucano di Parma, diretto dall’avvocatessa Teresa Summa. Alla cerimonia, davanti alla targa apposta già nel 1970 grazie a una sottoscrizione organizzata dalla Gazzetta di Parma, sono intervenuti il fratello e la sorella di Antonio, Giovanni e Rosaria Turi, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, il presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Salvatore Adduce, il presidente del consiglio comunale di Parma,
Alessandro Tassi Carboni, il direttore generale dell’Ausl Massimo Fabi, il comandante dei carabinieri, colonnello Marcello Robustelli,
“Abbiamo il dovere della memoria – ha sottolineato nel suo intervento Salvatore Adduce – al giovane emigrante Antonio sembrò del tutto naturale tuffarsi per tentare di salvare un uomo. Matera ne ha mantenuto vivo il ricordo dedicandogli un istituto alberghiero: perché il suo fu un gesto culturale. Oggi Parma spicca per la sua cultura dell’accoglienza che ha mostrato verso i tanti lucani che l’hanno scelta. Noi abbiamo deciso di continuare a camminare lungo questo sentiero luminoso: l’accoglienza è infatti una delle direttrici di marcia principali dell’intero progetto della Capitale europea della cultura 2019”.
Il presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019 ha anche partecipato all’inaugurazione del Festival dello sviluppo sostenibile, la grande kermesse dedicata all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e che ha visto la città animarsi per quattro giorni. Migliaia di visitatori hanno affollato i 35 eventi diffusi nello spazio urbano per una riflessione collettiva sul futuro del mondo e dell’uomo. Nel suo intervento il presidente Adduce ha sottolineato che “il futuro è qui, è oggi. Il
tentativo che abbiamo fatto a Matera è stato di iniziare a ragionare con i bambini, nelle scuole. E’ più che mai fondamentale mettere in campo azioni che tengano conto delle nuove generazioni per garantire, loro, appunto, un futuro aperto”.