La conferenza di Guido Pescosolido nella sede materana della Camera di Commercio della Basilicata ha concluso il ciclo d’incontri sul futuro del Mezzogiorno “Autonomia regionale e unità del Paese”, organizzato dal Circolo La Scaletta, con il patrocinio del Comune di Matera. All’incontro con Guido Pescosolido, coordinato dalla giornalista Milena Manicone, hanno partecipato il presidente del Circolo La Scaletta, Francesco Vizziello, e il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri.
L’incontro con Pescosolido, ordinario di Storia moderna nell’Università di Roma “La Sapienza” è stata l’occasione per approfondire il tema del suo ultimo libro “La questione meridionale in breve. Centocinquant’anni di storia” (Donzelli editore 2017), in cui ripercorre l’evolversi delle condizioni del Mezzogiorno e del ruolo da esso svolto nello sviluppo economico e sociale del Paese, dall’Unità d’Italia alla condizione attuale. Una questione antica e irrisolta ancora caratterizzata da un profondo divario tra Nord e Sud che rischia di aumentare ulteriormente con il regionalismo differenziato, un progetto pericoloso per le regioni del Sud, che porterebbe all’ “eutanasia della questione meridionale”. Un aspetto emerso con forza nel corso del ciclo di conferenze “Autonomia regionale e unità del Paese” che nei mesi scorsi ha approfondito il tema dell’autonomia regionale differenziata, attraverso il contributo d’importanti relatori come Andrea Bassi, giornalista del “Messaggero”, Adriano Giannola, presidente SVIMEZ, e Marco Esposito, giornalista del “Mattino” e autore del libro “Zero al Sud”. L’iniziativa, finalizzata al rilancio del Mezzogiorno, a partire da Matera Capitale europea della cultura 2019, si concluderà con la redazione di un documento ufficiale, in grado di esprimere, oltre al dissenso, una proposta unitaria di riequilibrio territoriale, per la difesa dei diritti e del futuro del Mezzogiorno.
Guido Pescosolido spiega le ragioni che hanno determinato la pubblicazione di questo volume e cosa è cambiato in questi 160 anni: “Sono decenni che mi occupo di storia, politica economica d’Italia e quindi del massimo problema irrisolto della storia d’Italia. Tre anni fa ho cominciato a percepire anche da parte di studenti universitari una richiesta di chiarimento storico sulla natura e sulle origini di questo problema che va avanti da quasi 160 anni. Con l’editore abbiamo pensato ad un libretto in cui focalizzare dall’Unità d’Italia ad oggi tutti i principali passaggi che questa problematica ha attraversato, tenendo presente i punti discussi, i punti critici, le varie interpretazioni che si sono date, nel tentativo di capire qual’è la realtà del presente”.
E la realtà del presente si chiama autonomia regionale, che penalizzerebbe certamente il Sud: “La tesi di fondo del libro è questa. Se analizziamo con precisione qual’era la realtà economica, sociale e politica della penisola italiana prima dell’unità d’Italia e confrontarla con quella che è diventata dopo. Prima dell’unità non contava quasi nulla da punto di vista politico-militare, era una penisola al nord come al sud ancora priva di un vero processo di industrializzazione, era periferia economica dell’Europa, dopo l’unità ha recuperato lo svantaggio che aveva accumulato precedentemente. Quindi dall’unità hanno tratto vantaggio tutti, il nord più di tutti ma anche il sud. Rompere l’unità nazionale significherebbe riproporre una frammentazione economica, politica, ideale che non gioverebbe a nessuno, neppure a quelli che pensano di trarre un vantaggio dall’eventuale divisione, si sbagliano di grosso”.
Di stretta correlazione tra il divario interno al Paese e divario con gli atri Paesi europei ha parlato Giampaolo D’Andrea, assessore alla cultura del Comune di Matera. “Se guardate gli ultimi dati – ha messo in evidenza D’Andrea- e confrontate i ritmi di crescita degli altri Paesi europei rispetto all’Italia, vi renderete conto che è ripreso il divario esterno, in quanto Spagna, Francia e Germania recuperano a differenza del nostro Paese, nonostante la crisi dello stesso tipo ci sia stata per tutti e negli stessi anni. Tale situazione- ha proseguito l’assessore- è da attribuire a condizioni di produttività nazionale di sistema, collegate all’ ampliamento del divario tra Nord e Sud, alla sospensione dell’attività di modernizzazione e- ha aggiunto l’assessore- dalla mancanza di quell’energia civile che negli anni ’60 consentì di supportare lo sforzo del miracolo economico”.
“I diritti di cittadinanza legati al gettito fiscale rappresentano un dato d’immoralità politica e istituzionale – ha ribadito il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri- noi faremo delle battaglie costituzionali contro questa follia e arroganza, per difendere l’art. 117 della Costituzione. Dalla nostra città- ha continuato il Primo cittadino- deve partire un manifesto, un grido di scandalo per dire alla comunità nazionale che Matera, capitale europea della cultura, meridionale, non può tollerare questa aggressione istituzionale”.
Matera, 8 giugno 2019
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro con Guido Pescosolido (foto www.SassiLive.it)