Il professore Nicola Pavese, originario di Ferrandina e materano d’adozione, in una nota contesta agli organizzatori del premio Franco Mancini 2019 la mancata assegnazione di un riconoscimento agli organizzatori della Scirea Cup, il torneo internazionale di calcio under 16 ideato nella città dei Sassi e che da 23 edizioni coinvolge Matera e i centri limitrofi della Puglia e alla società del Potenza Calcio.
In occasione dell’assegnazione dei premi “Franco Mancini 2019” che si è svolta l’1 giugno scorso a Matera per premiare diversi protagonisti del calcio lucano, nazionale e internazionale, ho notato con non poca sorpresa la dimenticanza riservata ancora una volta ai promotori del Torneo internazionale “Scirea Cup” e agli esponenti del Potenza Calcio. Nella “piccola” Basilicata far arrivare da trent’anni le giovani promesse delle società più blasonate del calcio mondiale, come avviene a Matera, non mi sembra una cosa da non prendere in considerazione da parte di chi vuol promuovere i valori del calcio e dello sport. Alla stessa maniera aver lottato attraverso i play-off di serie C come si è verificato per i rossoblù di Caiata, per la promozione nella serie cadetta (dove la Basilicata manca da quarant’anni mentre si celebrano a Matera i trionfi della stagione 1998-99), non mi sembra un altro fatto irrilevante, dovendo tener conto anche del grande ritorno degli sportivi (tifosi, famiglie, bambini) sugli spalti del Viviani. Credo che nei giorni scorsi sia stata persa un’altra occasione per riconoscere meriti sportivi autentici anche a queste persone che, a Matera e a Potenza, con passione e sacrifici impagabili hanno dato tanto al nostro calcio regionale. Tutto ciò senza nulla togliere agli amici lucani meritatamente premiati per il 2019, e mi riferisco a Lazic e Mitro insieme a Petraglia.
La Basilicata è già stata divisa in passato dalla politica e dallo sport. E i risultati negativi e le relative criticità sono sotto gli occhi di tutti. Chi scrive segue con orgoglio (al di là del Torino) solo il calcio lucano, senza distinzioni di colori e di categorie, dunque solo con spirito sportivo: ero di casa al XXI Settembre (dove tutto è finito miseramente) e così mi sono sentito a Potenza, a Melfi, a Francavilla in Sinni, a Picerno, a Pisticci, a Bernalda… Tanti anni fa, credo nel 1974, seguii con trepidazione persino lo spareggio-promozione a Cassino tra Avigliano e L’Aquila per l’accesso alla C2. Chi ama davvero lo sport e la nostra terra non può continuare a fare sterili e provinciali discriminazioni che continuano a dividere.
La nostra regione può salvarsi solo se tutti (da Lucani) si lavora uniti per rilanciarla e per valorizzare le nostre bellezze paesaggistiche e ambientali e le emergenze artistiche e monumentali che non mancano. Bisogna mettere da parte questo inutile dualismo e riscoprire e coltivare lo spirito regionale e il legame di amicizia e di solidarietà che esiste ancora fra le nostre comunità. E che tanti sconsiderati in passato, soprattutto per interessi politici e per qualche risultato sportivo da strappare all’avversario, non hanno promosso e soprattutto non hanno divulgato fra i giovani. Ricordo spesso a chi è molto giovane e a chi ha memoria corta la grande e sincera mobilitazione e la gara di generosità che scattò a Matera e provincia nel lontano 1980 in direzione della città e della provincia potentina in occasione del terremoto che provocò circa 300 morti. E allo stesso modo, dopo i 100 mila di Scanzano del 2003 (in quella manifestazione straordinaria di unità regionale contro il deposito di scorie radioattive), altrettanto significativa, bella e motivata è stata in tutta la Basilicata (a partire da Potenza) il sostegno per la candidatura di Matera a Capitale europea della cultura per il 2019. Un appuntamento storico e internazionale che ha dimenticato di fatto i Lucani, per cui anche per questa ragione lo sport e ancor più il treno e i collegamenti devono servire per avvicinare i due capoluoghi e Matera con il resto della regione.
Attraverso queste premiazioni si diano segnali utili che servano realmente per aggregare, segnali di sano agonismo e subito dopo di distensione e comunque di crescita collettiva. Una Basilicata divisa deve inquietare perché scompare: Potenza diventerebbe la succursale di Salerno (o di Castrovillari), Matera la succursale di Altamura. A nulla servirebbero successive recriminazioni e rimpianti.