Le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche, e più in generale il sistema della manifattura, tra le quali il futuro della Fca, i 150 tavoli fermi al Mise tra cui quello Ferrosud, impongono scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati e il sostegno all’occupazione. E’ il messaggio lanciato da Napoli dalla delegazione della Uil e della Uilm lucana che ha partecipato alla manifestazione nell’ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici. I lavoratori, i delegati e dirigenti di Uil e Uilm – con Carmine Vaccaro e Lomio – hanno sfilato a fianco del segretario generale della Uil, Carmine Barbagallo. Era arrivato il momento per i metalmeccanici, uniti, di scendere in piazza per denunciare il degrado industriale ed economico che imperversa nel nostro Paese e – sottolineano Uil e Uilm – i metalmeccanici «non si fermeranno e se le richieste resteranno inascoltate, chiediamo a Cgil, Cisl e Uil di prepararsi a un nuovo sciopero generale di tutte le categorie.
“Serve una politica industriale specie in Basilicata in grado di rilanciare i comparti produttivi, che punti su ricerca, sviluppo, formazione e innovazione, perché non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’Italia per poter ripartire ha bisogno di lavoro. E il lavoro non si crea con nuove leggi, si crea innanzitutto con investimenti pubblici e privati”.
I metalmeccanici chiedono quindi la riduzione delle aliquote Irpef sul lavoro dipendente; l’aumento dei salari; la reindustrializzazione delle aree di crisi; lo sviluppo di infrastrutture energetiche, digitali e dei trasporti; il contrasto alla “controriforma” del codice degli appalti; investimenti nella salute e sicurezza; la riforma degli ammortizzatori sociali; l’incentivazione di contratti di solidarietà “espansivi”; il sostegno al piano Impresa 4.0, formazione e istruzione; lo sviluppo di forme di partecipazione dei lavoratori.
Da qui l’appello di Palombella al governo di “smetterla con la campagna elettorale perpetua” e di passare ai fatti, di “aprire tavoli di discussione che affrontino i veri nodi che affliggono il Paese”.
E’ necessario che governo e il sistema delle imprese riconoscano il ruolo dei lavoratori. Il governo deve adottare politiche mirate a contrastare delocalizzazioni e le chiusure di stabilimenti, a partire dal Mezzogiorno, ancora una volta, duramente colpito dalla crisi e a sostenere i buoni motivi per attrarre investimenti industriali. Vanno rafforzati i vincoli della responsabilità sociale delle imprese verso i lavoratori e il territorio. Occorre investire per creare occupazione per i giovani disoccupati, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui il nostro paese ha una leadership e incentivi per l’ecosostenibilità del nostro sistema industriale.