Annunziata Antezza, Consigliere Comunale del PD, in una nota fa il punto sulla crisi che sta attraversando da diversi mesi il Partito Democratico in Basilicata. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La gravissima criticità della stagione politica del centrosinistra e in particolare del Partito Democratico è sotto gli occhi di tutti, lo è tanto di più in Basilicata, che pure fino a qualche anno fa appariva e veniva ritenuta un’isola felice in mezzo alla drammatica deriva delle altre regioni meridionali. Sarebbe inutile richiamare numeri e purtroppo le sconfitte che in rapida successione hanno inevitabilmente indebolito il prestigio politico e la rappresentatività elettorale del PD lucano, estromettendolo per la prima volta dal governo della Regione Basilicata, dopo averlo già punito nelle due città capoluogo.
Al di là della complessità delle ragioni che sono all’origine di un tale sconvolgimento politico, che in ogni caso reclamano una analisi autocritica lucida e coraggiosa, è chiaro che il Pd non potrà arrestare ed invertire un ciclo politico così disastroso ricorrendo a mezze misure o a cure palliative o a retoriche invocazioni di rinascita naturale.
In questo senso le dimissioni annunciate dal segretario regionale non possono essere vissute come un rito purificatorio da consumare a copertura degli assetti costituiti, anziché come uno spartiacque invalicabile tra ciò che il partito è stato sino ad oggi e ciò che invece a partire da oggi esso si sforzerà di diventare, rimettendo tutto in discussione e restituendo piena espressione atle sue articolazioni territoriali e sociali, alla comunità dei cittadini e degli elettori che nonostante tutto hanno continuato a dare sostanza alla realtà democratica del
Da questo punto di vista v’è da chiedersi perché alle dimissioni del segretario regionale non si siano simultaneamente aggiunte quelle dei segretari provinciali, con quell’azzeramento di tutte le posizioni apicali, comprese quelle delle due città capoluogo, che ritengo sia la condizione minima indispensabile per dimostrare un’avvenuta presa di coscienza e reimmergere il partito nel vivo della società lucana, per aprire nuovi spazi al protagonismo dei militanti e dei simpatizzanti, per riconquistare l’attenzione e la disponibilità delle migliori
energie professionali e culturali, per inaugurare una stagione di reale e profondo rinnovamento della vita del partito a tutti i livelli e in tutti i contesti.
Siamo in tanti ad auspicare che finalmente si manifesti la consapevolezza della necessità di imboccare subito questa direzione, che non garantisce a nessuno rendite di posizione, che credo sia l’unica possibile se non ci si vuole arrendere al declino irreversibile di un grande partito e della sua storia gloriosa. Siamo in tanti ad attendere che dalle massime assise del partito, l’assemblea provinciale di Matera convocata per lunedì 24 giugno o ancor di più l’assemblea regionale convocata per venerdì 28 giugno, vengano segnali e risoluzioni di una radicale inversione di rotta che consenta una rimotivazione e rimobilitazione di tutti gli ambienti sociali cui ha storicamente fatto riferimento il Pd lucano.
Se ciò non avverrà, se non verranno assunte per intero le responsabilità del gruppo dirigente e si cercherà di tenere in vita ruoli e assetti insostenibili, ritengo che non mi resterà che prendere, anche soltanto a titolo simbolico, decisioni di presa di distanza da simili atteggiamenti poco lungimiranti ed un po’ autolesionisti.
Qualche giorno fa lo ha fatto il consigliere Tralli, abbandonando il gruppo consiliare Pd e denunciando le umiliazioni non solo politiche inflitte da una conduzione settaria e prevaricatrice che giudico non adeguata al rilancio, soprattutto oggi, del partito materano.
Non avrei mai pensato di dovermi trovare dinanzi ad una scelta così drammatica, ma è proprio la mia immutata identità politica a chiedermi, in questo che è il momento delta verità per il Pd, di non tradire la limpidezza dei miei principi e la coerenza dei miei comportamenti.