In occasione del lancio del progetto Respect-Stop Violence Against Women, realizzato con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri,volta a sensibilizzare la collettività contro stereotipi ormai troppo radicati che vanno a sminuire il valore sociale della donna e che rappresentano il substrato su cui si fonda e affonda le proprie radici la violenza di genere che sfocia, fin troppo spesso, nella nuova piaga sociale del femminicidio, i dati resi noti dal Censis, sulla violenza di genere, sono risultati allarmanti.
Sono 120 le donne uccise tra il primo agosto 2017 e il 31 luglio 2018: di queste 92 sono state ammazzate in ambito familiare per mano del partner, dell’ex partner o di un altro familiare.
Nei primi otto mesi del 2018, alle 2.977 violenze sessuali denunciate si aggiungono 10.204 denunce per maltrattamenti in famiglia, 8.718 denunce per percosse e 8.414 denunce per stalking.
Purtroppo il femminicidio e la violenza di genere non è un fenomeno tutto italiano, ma mondiale; non è un fenomeno moderno, ma antico. Forse se ne è parlato sempre troppo poco, forse nonostante tutto se ne parla ancora poco, ma le donne hanno sempre subito queste violenze di genere e spesso hanno trovato aiuto grazie ad altre donne.
A volte si possono affrontare temi di spessore, vere e proprie tragedie, tematiche sociali importanti, anche attraverso un’opera di narrativa ed è proprio quello che ritroviamo in “Madalina”, il romanzo nato dalla penna della scrittrice Chiara Gesmundo edito da Virginia Edizioni ®, marchio sotto cui opera Elena Marotta, materana di origine ed emiliana di adozione.
L’autrice è nata a Latina l’11 febbraio del 1953, da sempre per lavoro, è venuta a contatto con molte donne di ogni età e ceto sociale. Dai loro racconti, curiosa per indole, ha sempre cercato di trarne insegnamento. Affascinata dal loro mondo interiore, ha fatto tesoro di quei ricordi, considerandoli di immenso valore. Dal desiderio di scriverne è nata la storia di Madalina: insieme di realtà e fantasia, che si affaccia in questi giorni nel mondo editoriale.
Madalina è una giovane ragazza rumena poverissima, la cui unica ricchezza è una bellezza fuori dal comune, provvista di grande volontà e forza interiore. Dopo anni di duro lavoro e di gravi disgrazie familiari, stanca di essere umiliata fisicamente e psicologicamente, decide di emigrare in Italia.
L’opera della scrittrice Gesmundo tratta temi forti che non lasciano il lettore indifferente, come la violenza di genere, l’incesto, la dittatura, la povertà, la vita al tempo del dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu, il dramma dell’immigrazione, la speranza di una nuova vita che nasce e la tragedia di doverla abbandonare, temi scottanti quanto attuali. Ancora oggi parliamo di immigrazione, di povertà, di femminicidio. Tutto viene visto con gli occhi della protagonista, Madalina, che avrà impressa sulla propria pelle ognuna di queste esperienze, ognuna di queste ferite. Forse l’Italia sarà la sua terra promessa o forse no… poiché anche se questo nuovo inizio, segna per lei una rinascita, una possibilità di vivere finalmente senza compromessi, libera di essere se stessa, non mancheranno umiliazioni, diffidenze e invidie.
Una curiosità non da poco: la prima di copertina è una vera e propria opera d’arte, si tratta difatti del ritratto di Fulvia Fusco del pittore di fama internazionale, Rinat Animaev, datato 1995.
In quell’anno, difatti, Fulvia Fusco, figlia della scrittrice Chiara Gesmundo era a Parigi e lì precisamente a Montmartre, posò per l’artista Rinat Animaev.
La narratrice ha voluto fortemente che il ritratto diventasse la copertina della sua opera e pertanto si ringrazia il pittore Rinat Animaev per aver gentilmente concesso l’uso del ritratto di Fulvia Fusco – Paris, Montmartre 95 – posta in prima di copertina.