Controcanto verso il vento, la prima opera di Patrizia Bianco, affronta una tematica di grande attualità, quella delle adozioni e tramette forza e speranza in chi lo legge. Ma vuole essere anche un inno all’amore per la famiglia, scritto con passione e anche sofferenza. Un atto di grande coraggio perché svela e offre al lettore dimensioni di vita personale, che altri magari conservano nel loro scrigno di ricordi. Pa-trizia Bianco, protagonista e autrice del racconto della sua intima esperienza che la rende madre, dopo molti anni ripercorre con la famiglia l’avventuro viaggio sulle rive del mar di Azov, sulle tracce dei ricordi di infanzia della bambina adottata.L’opera sembra rivestire i caratteri di un romanzo verità, a volte si tinge di giallo, e per questo si fa leggere e apprezzare perché cattura il lettore, lo avvince e le rende desideroso di scoprire l’esito finale della vicenda. Il racconto del viaggio a ritroso nei luoghi dove si sono svolti i fatti e quindi il ritorno in Ucraina dopo dieci anni è anche l’occasione per analizzare e descrivere tutti i contorni sociali, economici e politici ma anche gli stridenti contrasti di quello Stato. Lo studio d’ambiente è forse una delle sezioni più affascinanti del libro. Per riscoprire che dopo molti anni ben poco è cambiato. L’autrice analizza inoltre nei particolari tutta la fase preparatoria del processo di adozione, la burocrazia, i ritardi, le inadempienze, le incomprensioni e finalmente l’incontro con una bellissima bambina di nome Anastasia, la tanto desiderata sentenza, la gioia di essere madre, la festa dell’addio e la partenza per il nuovo mondo, le premurose attenzioni e cure per agevolare l’inserimento in una nuova dimensione sociale e culturale. Ilritorno al passato è un momento essenziale che gli tutti gli adottativogliono affrontare. C’è chi lo avverte come esigenteurgente fin dall’adolescenza, chi lo rimanda e chi non cerca mai, perché non vuol incontrarsi con il proprio passato. Ma è comunque indispensabile per ricomporre l’intero quadro, che per una persona adottata è questione vitale. Il rischio? Trovarechi non vuole essere trovato ma c’è anche il legame di sangue con il proprio passato. A tutto questo si aggiungono i rischi del viaggio, specie all’estero. In paesi che possono presentare reali pericoli. L’adottato, vero protagonista del viaggio, deve poter dire basta in qualsiasi momento, quando eventi ed emozioni si fanno più concitati. Ma soprattutto occorre procedere solo quando si è pronti, e prepararsi bene ai due viaggi: quello fisico, e quello emotivo. I genitori adottivi si devono fidare di più delle capacità dei loro figli spesso sopravvissuti a separazioni, avversità e dolori. Sono i veri vincitori, anche grazie all’esperienza dell’adozione. Le conseguenze sono legate all’età e alla fragilità. per aver perso la prima famiglia, aver subìto maltrattamenti, due storie da conciliare. Pesa di più la parola “ma quella non è la tua vera madre!” che altre. Più che contro i compagni, gli adottati vanno difesi dagli adulti, incapaci di educare ad una più consapevole cultura. Il pregevole libro della Bianco è stato presentato a Pisticci con interventi del sindaco Viviana Verri, la giornalista Antonella Ciervo, Maristella D’Alessandro, Giuseppe Coniglio e Dino D’Angella.
Giu 24