“Dal ministro della Salute il monito affinché il difensore civico possa rappresentare ‘il pungolo efficace’ per le strutture sanitarie nell’attuazione dei Lea e per la soluzione stragiudiziale dei casi di malasanità”. Lo ha sottolineato il difensore civico della Basilicata Antonia Fiordelisi che ha partecipato a Roma al convegno su “Il difensore civico come garante del diritto alla salute: quali scenari possibili”, un’iniziativa promossa dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative in collaborazione con il Coordinamento nazionale dei difensori civici delle Regioni e delle Province autonome.
“Il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione – deve essere uguale per tutti – ha sottolineato Fiordelisi – senza distinzioni tra i diversi territori, ceti sociali o economici.La legge n.24/2017 (Legge Gelli) che prevede l’attribuzione al difensore civico della tutela del diritto alla salute, non è stata recepita da tutte le Regioni. In Basilicata non è stata formalmente attribuita tale funzione di garanzia al difensore civico, a differenza di Campania, Piemonte, Lombardia, Liguria, anche se di fatto viene già svolta a tutela dei cittadini lucani.Tuttavia, il ruolo del difensore civico deve essere valorizzato in chiave conciliativa, sia nei casi di malasanità che per l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza.Sarebbe auspicabile declinare in maniera omogenea la figura del garante del diritto alla salute in capo della difesa civica – ha concluso Fiordelisi – al pari di altre Regioni virtuose”.