Cala numero imprese artigiane, Montemurro (Cna Basilicata): “Serve un piano nazionale per il rilancio del settore e impegno della Regione Basilicata per nuova linfa al comparto”. Di seguito la nota integrale.
La crisi che attanaglia da tempo il mondo dell’artigianato, comunica la Cna Basilicata, necessita di un piano straordinario di livello nazionale per il rilancio dell’intero settore, ma anche le Regioni e, nel nostro caso la Regione Basilicata, può fare molto per rilanciare il comparto che negli ultimi 10 anni ha registrato una perdita secca di oltre il 20% delle imprese esistenti ante 2009. Percentuali, purtroppo, fedelmente riproposte a livello regionale. Occorre che l’artigianato ritorni al centro dell’agenda politica regionale come comparto assai significativo dell’economia territoriale ancora in grado di creare sviluppo ed occupazione con una attenzione particolare rivolta ai giovani imprenditori. Le statistiche a seguire mostrano che poco o nulla è stato fatto per avvicinare i giovani al mondo dell’imprenditoria; questo è un vulnus da sanare prima possibile. Se non si riuscirà ad invertire questa tendenza nel giro di 10 anni assisteremo alla desertificazione imprenditoriale per questa categoria produttiva che sommata al dramma dello spopolamento dei territori farà diventare la nostra Regione, una Regione fantasma.
Cna Basilicata
La crisi demografica che ha investito l’Italia non risparmia il mondo dell’artigianato, diventato negli ultimi dieci anni più anziano. Tra il 2009 e il 2018 infatti si registra l’aumento dell’incidenza degli artigiani over 50 e la decisa contrazione di quelli appartenenti alla fascia di età 30-39 anni. Nel contempo, l’artigianato è diventato anche più rosa. Il peso delle donne nel settore è cresciuto, sia pure non in maniera eclatante. Tra titolari e collaboratrici le donne sfiorano il 21% del totale rispetto al 19,3% del 2009, segnando un incremento complessivo dell’1,7%. In Basilicata su un totale di 12.464 imprese quelle al femminile sono 2387 pari al 19.15%, in leggera flessione rispetto agli anni precedenti.
I dati dell’osservatorio sull’artigianato diffusi dall’Inps offrono quindi una fotografia che conferma alcune dinamiche in atto da qualche anno nella nostra società.
Nel 2018 gli artigiani iscritti alla gestione speciale dell’Inps erano oltre 1,65 milioni con una flessione dell’1,5% sull’anno precedente. La serie storica dell’ultimo decennio rileva che il numero degli iscritti decresce ogni anno di circa un punto percentuale fino al 2011 e di circa due punti percentuali dal 2011 al 2015 mentre tra il 2015 e il 2018 la flessione si ridimensiona a un punto e mezzo ogni anno.
Dall’analisi per fascia di età viene confermato l’aumento dell’incidenza degli over 50 e una contestuale riduzione dei giovani. Nel dettaglio, gli artigiani fino a 29 anni di età sono il 5,5% mentre dieci anni fa erano il 7,8%. La classe 30-39 anni è quella più colpita dal fenomeno demografico: la sua incidenza sul totale è del 16,5% appena rispetto al 26,8% del 2009. Sostanzialmente stabile la percentuale di artigiani tra 40 e 49 anni che rappresenta il 30% del totale. Aumentano di quasi 10 punti percentuali gli artigiani tra 50 e 59 anni: nel 2018 si attestano al 30,4% rispetto al 21,8% del 2009. Anche gli over 60 sono in deciso aumento, dall’11,7% al 17,6%.
L’analisi su base geografica evidenzia che la flessione degli iscritti è piuttosto omogenea. Nelle regioni del Sud si registra il calo maggiore con un -16%, al Nord Ovest -15% e -15,5% al Nord Est. Più contenuta la diminuzione nelle regioni del Centro Italia con un -13,7% degli iscritti alla gestione Inps.
La riduzione del numero delle imprese artigiane rilevato nel periodo 2009-2018 ha più di una spiegazione. In primo luogo va messa in relazione alla crisi economica globale che, esplosa proprio nel 2009, ha colpito in maniera più accentuata settori di attività economica nei quali risulta particolarmente presente l’artigianato. Tra questi l’edilizia, dove il 70% delle imprese sono artigiane. In Basilicata sono oltre 500 le imprese che hanno cessato l’attività nel comparto edile con una perdita occupazionale tra titolari e dipendenti di oltre 1500 posti di lavoro.
Altri fattori che spiegano la contrazione delle imprese artigiane sono: a) l’adozione crescente da parte delle imprese di forme societarie di capitali poco diffuse all’interno dell’artigianato; b) il venir meno della convenienza a “essere artigiani” sotto il profilo dell’incentivazione, del costo lavoro e della contribuzione.
Infine, per quanto riguarda la riduzione dell’incidenza dei giovani, essa è determinata in parte dal loro ritardato ingresso nel mercato del lavoro, un fenomeno che a dire il vero non riguarda solo l’artigianato.