Riportiamo di seguito il commento critico dell’astronomo materano Franco Vespe sul pensiero di Piergiorgio Odifreddi chiamato dalla Fondazione Matera-Basilicata ad organizzare 5 mostre di argomento scientifico per rilanciare lo spirito Pitagorico in Matera Capitale Europeo della Cultura 2019.
L’immagine che si confà maggiormente alla figura odierna di Odifreddi è quella di Saulo, prima della sua folgorazione sulla via di Damasco, persecutore feroce dei primi cristiani. Come definire altrimenti i suoi noiosi sermoni declamati dalla Solarino e da Riondino al parco archeologico di Metaponto? Buono il primo su Pitagora; assolutamente discutibile ed inaccettabile quello dedicato (?) alla figura di Ippazia di Alessandria. Sermone questo che ha parlato poco in verità della martire Ippazia.Il suo vero obbiettivo era quello scagliare invettive contro il vescovo Cirillo e, più estesamente, contro la Chiesa cattolica. Farcita di argomenti banali, parte di quell’arsenale ferocemente anti-clericale, dal quale si armano presuntuosi professorini universitari che si auto-proclamano redivivi profeti e “figli di un dio maggiore”. Sacerdoti di quello spirito illuminista e razionalista da propagandare a man bassa per riscattare dalla religione i “poveri” in spirito e creduloni nel cui cuore va iniettata Matematica e Logica per espungere superstizioni e timori. Odifreddi addirittura si avventura in ricostruzioni etimologiche ardite tanto da far derivare il termine cristianesimo da Cretino. Sarebbero cretini i credenti…gli intelligenti ovviamente sono gli atei. Così al centro del suo sermone non c’è Ippazia, ma la sua pervicace volontà di fomentare il contrasto fra fede e ragione descrivendo la martire come la precorritrice di Galileo perseguitata dalla Chiesa di quel tempo. Come quando si oppose strenuamente al conferimento della laurea honoris causa a Zichichi da parte dell’Università di Torino, oppure quando si oppose all’intervento di Ratzinger all’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza di Roma. Poverino ignora che la Sapienza fu fondata dal papa Bonifacio VIII nel 1303. Possibile che non sappia che la più antica università del mondo: l’Alma Mater” di Bologna, è nata sul suolo dello stato del Vaticano ? Possibile che ignora che la cultura e la storia di ogni popolo, così come si è stratificata nel tempo, è intrecciata indissolubilmentecon la sua religione? Questa sua religione della ragione e della matematica poi tradisce una sua cattiva conoscenza di Kant. In Kant la finestra scientifico-razionale e molto stretta e limitata ed affida la costruzione dell’Etose della morale di una comunità e di una persona alla critica della Ragion Pratica, poi tradotta in cemento comunitario dalla Critica del Giudizio. L’abbiamo appreso dalla straordinaria conferenza tenuta da Massimo Cacciari disceso a Matera per tenere una Lectio Magistralis su miti fondativi dell’Europa. Anche lui laico, ateo ma del quale invece chi scrive, ha sconfinata ammirazione! Ed andiamo ora alla religione di Odifreddi e la sua band: L’evoluzionismo! Sono uomini di scienza e dovrebbero sapere che qualsiasi teoria scientifica , in quanto modello costruito per rappresentare una certa categoria di fenomeni, fin dal suo concepimento, è soggetto a continue verifiche e tentativi di falsificazione come ci ha insegnato Karl Popper. Pare invece che solo la teoria dell’evoluzionismo, sotto rigido dogmatismo, si debba sottrarre al fuoco del dubbio! E’ ritenuta dogmaticamente perfetta, a loro dire, solo perché sembra rafforzare il loro ateismo ideologico. Piace perché, fondandosi sui principi del caso e della necessità,sembrano cancellare l’opera creatrice di Dio. Poco importa se anch’essa è da rivedere, modificare, e sta vacillando alla luce della Biologia molecolare. Caso e Necessità sono infatti algoritmi molto lenti per poter spiegare la complessità del mondo organico. Ma questa è un’altra storia. Poi chi gli ha raccontato che la fede specula sulle debolezze della ragione? Peccato che non abbia letto Dietrich Bonhoeffer. Ci parlava di un Dio da non considerare come un tappabuchi della ragione umana; quanto piuttosto maggiormente presente laddove è più forte la conoscenza e la ragione umana. Sicuramente Ratzinger gli avrà scritto di quei principi che ispirarono l’enciclica “Fides et Ratio” nella quale con caratteri di fuoco è scolpito che laddove la ragione è più forte, la fede è più forte. E’ su questo che si fonda la Metafisica tomistica (sulla quale ancora oggi si regge la speculazione teologica della Chiesa!) secondo la quale qualsiasi Ente, ivi inclusa l’esistenza di Dio, può essere afferrata con la ragione.Non capisco come questo pensatore così livoroso e sostanzialmente rozzo (come altrimenti può essere considerato uno che ritiene cretini i suoi interlocutori ?) possa essere considerato un “maitre a penser” autorevole. Fra l’altro anche un po’ scostumato visto che ha omesso di presentare la meravigliosa pianista che ha allietato gli interludi con musica eseguita con straordinaria maestria nel corso di quella serata. Comunque, nonostante tutto, la mia simpatia per il personaggio è intatta anche perché…non ha dove andare! Anche lui è atteso sulla via di Damasco….come Paolo!